Job City Net, come recuperare con l'autoimprenditorialità i giovani che non studiano né lavorano
Siamo tutti consapevoli della forte crisi che ha colpito il mondo del lavoro. La disoccupazione è un dramma principalmente giovanile, ma i ragazzi non sono gli unici ad esserne colpiti, è in aumento infatti la domanda di reinserimento da parte di chi, con una famiglia sulle spalle, ha perso il proprio posto di lavoro e, piegato dalla necessità, si rivolge agli uffici preposti e al Comune stesso nella speranza di una nuova collocazione che però non arriva perché assente. Per questo il Comune di Molfetta ha organizzato il Job city net, un incontro con Provincia, Regione e associazioni di categoria, presso la Fabbrica di San Domenico dove, a parlare delle politiche occupazionali, dei problemi e delle possibili soluzioni sono stati l’assessore allo sviluppo economico e al lavoro Francesco Bellifemine, quello alle politiche giovanili e cittadinanza sociale Guglielmo Minervini, il dirigente e coordinatore delle politiche per lo sviluppo economico, lavoro e innovazione della Regione Puglia Giuseppe Lella e il docente di sociologia nella facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bari Giuseppe Moro, moderati da Silvia Dipinto, giornalista di Telebari. L’incontro è stato inoltre presieduto dal sindaco Paola Natalicchio e non sono mancati i confronti con alcuni dirigenti scolastici e rappresentanti dei sindacati. Il prof. Moro, si è soffermato sul problema dei Neet, quei giovani che non studiano né lavorano, presenti in Puglia per il 31,1%. Un altro problema che si mantiene costante negli anni è quello del lavoro nero. Moro spiega che le risposte in atto per quanto riguarda il panorama nazionale appartengono a due tipologie di politica: la prima affronta il tema della disoccupazione sul versante della riduzione del costo di lavoro a favore dei giovani con interventi a sostegno delle imprese che assumono, facendo ridurre il costo di lavoro attraverso dei sussidi dati alle imprese, oppure con interventi di tipo normativo che riducono la contribuzione che le imprese versano all’Inps, la seconda riguarda gli interventi delle amministrazioni regionali e locali che provano a stimolare i giovani per renderli protagonisti della creazione del lavoro. Anche l’assessore Bellifemine ha parlato dell’emergenza dei livelli di disoccupazione giovanile che sono passati dal 26% del 2010 al 46% del 2012. Sono questi i giovani che subito dopo il diploma o la laurea non sono riusciti a trovare lavoro. Abbiamo oggi il 16% dei disoccupati sulla provincia di Bari ma, allo stesso tempo, si sta sviluppando il fenomeno dell’autoimprenditorialità. La risposta che il Comune deve dare è quella di adattarsi al cambiamento e strutturare le politiche attive del lavoro affinché si occupino del ciclo di vita della ricerca del lavoro, dal placement fino alla ricollocazione. Infatti lo sportello del lavoro in piazza Municipio, l’Ufficio Politiche Attive del Lavoro ha visto trasformarsi le esigenze dei suoi utenti che non sono più esclusivamente i giovani, ma persone di tutte le età che chiedono lavoro. L’Ufficio sta a tal proposito avviando una serie di progetti con le scuole e i sindacati, offre servizi come la compilazione dei CV o la creazione di una casella di posta elettronica che molti non hanno e mette a disposizione internet e riviste per la ricerca del lavoro. Sta inoltre creando un suo contenitore virtuale: il Portale del Lavoro. L’altra politica sulla quale l’amministrazione vuole puntare è quella dell’autoimprenditoria.- lità, accompagnando il giovane dall’incubazione dell’idea astratta fino alla fase in cui l’azienda diventa autosufficiente, attraverso tre momenti fondamentali, lo “Yout Centre” che prevede l’apprendimento attraverso l’interazione sociale per far nascere l’idea, l’ “Incubatore d’Impresa” ovvero delle professionalità che trasformano l’idea astratta in business e infine il “Coworking”, che consiste in uno spazio fisico, un affitto a basso costo perché condiviso con altre start-up per la durata di due anni, trascorsi i quali se l’azienda è solida sarà in grado di sostenersi da sola. Il dirigente Lella ha tenuto a puntualizzare che il mercato pugliese non è del tutto negativo infatti tra 2012 e 2013 la Puglia si è classificata terza in Italia nelle attivazioni del lavoro. Intenzione della Regione è quella di acquistare computer a sostegno della ricerca per i centri d’impiego di cui orienta e monitora il lavoro. Secondo Lella, non è comunque con gli incentivi all’impiego che si crea occupazione, infatti il credito d’imposta nazionale è andato male, in quanto non sono neppure riusciti a finire i fondi messi a disposizione delle imprese. La scelta di finanziare le assunzioni già fatte è stata estremamente discutibile e si è tradotta in una riduzione di costi per assunzioni già realizzate dal sistema d’impresa senza che ci fossero assunzioni aggiuntive. Straordinari risultati si sono invece ottenuti per quanto riguarda l’autoimprenditorialità con il primo avviso di micro credito per le start-up. La rete dei servizi pubblici è stata messa a disposizione per presentare la domanda di micro credito per le nuove iniziative imprenditoriali nei centri per l’impiego in modo gratuito, compilando un semplice questionario. Ha poi parlato dell’introduzione della legge che voleva essere a favore dei giovani imponendo alle aziende il pagamento degli stage, a cui queste hanno risposto non chiamando più i ragazzi che hanno contestato la legge, preferendo uno stage non retribuito piuttosto che restare a casa. La strada da intraprendere per l’assessore Minervini è quella di recuperare i Neet, perché tutti i giovani sono una risorsa. Bisogna tirar fuori quello che hanno dentro e la sfida sta nel costruire quel contesto che faccia scoprire loro quello di cui sono capaci, perciò serve qualcuno che li raggiunga, come “Bollenti Spiriti”. Il nuovo piano prevede 50 animatori di comunità che vadano a cercare questi giovani che hanno gettato la spugna per sviluppare dei progetti, recuperare mestieri abbandonati fornendo gli strumenti necessari per far nascere cose che possano evolversi e diventare una passerella che li porti verso le opportunità messe a disposizione dalla regione Puglia. È fondamentale combattere l’emarginazione sociale sin dai primi anni della scuola, aggiunge in una riflessione il prof. Moro, poiché è già dall’infanzia che ci si rassegna a diventare Neet. Infine il sindaco Natalicchio ha sottolineato che non bisogna valorizzare solo il merito e il talento delle eccellenze, ma anche le passioni e le inclinazioni degli altri ragazzi che non devono sentirsi degli “sfigati”. Conclude poi che non si vogliono creare false aspettative nei cittadini e se il percorso intrapreso dal Comune è un po’ lento è proprio perché l’intento è quello di gettare basi solide.