MOLFETTA - E’ incredibile come un’azienda pubblica, una municipalizzata che dovrebbe essere sotto controllo del Comune di Molfetta, un’azienda alla quale vanno le tasse dei cittadini per un servizio di pulizia della città che non è dei più efficienti (anzi), si permetta impunemente di offendere, al limite dell’insulto, un giornale e i suoi giornalisti, rappresentanti di quell’opinione pubblica alla quale la municipalizzata deve rispondere, solo perché i cronisti cercano di fare il loro dovere, anche raccontando notizie scomode.
Stiamo parlando ovviamente dell’Asm (Azienda servizi municipalizzati) il cui direttore ing. Silvio Binetti e il cui presidente Paolo Ragno, anziché tacere e cercare di fare al meglio il proprio lavoro, soprattutto di fronte ad una gestione che registra bilanci in rosso e inefficienze di vario tipo, accusi Quindici, guarda caso, di errori e arroganza. E così in questo caso si conferma il detto: il bue dice all’asino cornuto. Con buona pace del rispetto del diritto di critica (che l’Asm non ha mai accettato, anche quando aveva torto marcio reagendo sempre in maniera scomposta) e della democrazia.
Sforzandosi di cimentarsi in una improbabile ironia, l’Asm con un comunicato senza firma, offende il nostro giornale e i suoi giornalisti. Ma quel che è più grave è che l’Asm non è la prima volta che offende i giornalisti, utilizzando anche la complicità di giornalisti che invece di fare il loro mestiere, si trasformano in simil diffamatori per conto terzi, infilandosi in vicende che non li riguardano.
Così l’Asm, invece di inviare la replica a “Quindici”, la invia a due giornali presumibilmente amici, a giudicare dal loro comportamento che appare come servile verso l’azienda: “Il Fatto” e “Il Biancorosso”, che pubblicano un comunicato senza firma (i dirigenti dell’Asm non hanno nemmeno il coraggio di firmare la loro presunta lettera) che offende i colleghi di Quindici. Dov’è la notizia? Perché hanno pubblicato un comunicato che non li riguarda? Diverso il comportamento degli altri due media L’altramolfetta e Molfettalive che, correttamente, hanno ignorato il comunicato Asm, perché non li riguardava.
La replica dell’Asm (della quale noi abbiamo avuto conoscenza solo dalla lettura dei suddetti giornali) appare stizzita. L’ASM ha risposto all’articolo che lo scorso gennaio la rivista mensile Quindici ha pubblicato sulla realizzazione della nuova isola ecologica con una nota che spiega non solo la conclusione della vicenda giuridica per il sequestro della struttura avvenuto nel 2007, ma fornisce anche un dato molto interessante sulle spese legali dell’azienda.
L’articolo lo abbiamo riproposto
qualche giorno fa anche sul nostro quotidiano “Quindici on line”.
Preso atto della positiva conclusione della vicenda (caduta davvero sotto silenzio dal 2007, visto che nessuno ha mai reso note informazioni al riguardo, nemmeno attraverso comunicati stampa), la solerte replica all’articolo di Quindici avrebbe potuto anche meglio spiegare l’iter di affidamento dei lavori che, a ben guardare, potrebbe anche presentare qualche falla (attenendosi a delibere e determine pubblicate sull’albo pretorio online e sul sito del Comune di Molfetta, visto che la pagina dell’albo pretorio online dell’azienda è completamente vuota).
Invece, pare proprio che la scarica di attributi gratuiti nei confronti del giornale e del giornalista (l’articolo, invece, soppesava i termini e discuteva non il comportamento delle persone, bensì la vicenda) sia dipesa dall’aver toccato uno dei probabili tasti dolenti, quello delle spese legali. E fu proprio questo uno dei punti più contestati da alcuni consiglieri di opposizione nel Consiglio comunale di discussione/approvazione del rendiconto 2010.
In quell’occasione, rimase “in sospeso” un secondo giudizio promosso dalla Procura di Trani contro il direttore dell’azienda e il capo area tecnica per eventuali violazioni delle norme ambientali, verificatesi negli ultimi mesi del 2006. «Assoluzione con formula piena», la risposta del direttore alla domanda del consigliere Amato: nel bilancio, stranamente, questa assoluzione non è stata riportata, come per gli altri casi (dopo questa domanda, in aula si è avvertita una strana tensione).
Ad oggi, purtroppo, non potendo accedere al rendiconto 2011 dell’ASM non è possibile fornire ulteriori approfondimenti su questa vicenda, come su altre.
Considerando la “difficoltà” di accedere agli atti aziendali, che l’Asm tiene rigorosamente segreti e non accessibili ai giornalisti di “Quindici” e, soprattutto, sono inaccessibili gli atti contabili-finanziari (l’azienda è ora una srl e il bilancio non sarà più discusso in consiglio), sarebbe utile sapere chi sono stati gli avvocati nominati dall’ASM, anno per anno, e soprattutto per quali procedimenti (civili e penali). È opportuno conoscere a quanto ammontano le parcelle e se vi sono parcelle esorbitanti, non giustificate dall’effettiva attività legale svolta e se le stesse riguardino la difesa dell’azienda o la difesa di singoli dipendenti dell’azienda di cui le casse aziendali si sono fatte impropriamente carico.
Questo per rendere ai cittadini un’informazione completa con la stessa nobile intenzione con cui l’ASM ha replicato all’articolo di Quindici: è bene sapere la destinazione dei 435mila euro di spese legali (43.500mila euro in 10 anni, come si legge nella replica).
Avendo l’Asm superato il limite, il direttore di Quindici e i suoi giornalisti hanno intenzione di querelare il direttore e il presidente dell’azienda municipalizzata, chiedendo oltre alla condanna penale anche il risarcimento danni, così i due saranno costretti a rendere pubbliche in tribunale queste misteriose contabilità, che non vengono fornite a “Quindici” e quindi ai cittadini, datori di lavoro dell’Asm.
Nel contempo Quindici ha intenzione di querelare e chiedere il risarcimento danni anche dei direttori del “Fatto” Giulio Cosentino e del “Biancorosso” Francesco Verdesca per essersi fatti strumento di diffamazione verso “Quindici” e i suoi giornalisti. “Quindici”, inoltre, deferirà all’Ordine dei Giornalisti chiedendo un provvedimento disciplinare, i due direttori per aver violato anche l’etica professionale, immischiandosi in vicende che riguardano altri giornali e altri colleghi, pubblicando repliche ad articoli non pubblicati dai loro media. Una scorrettezza professionale, contraria a tutte le regole. Noi di “Quindici” non l’avremmo fatto mai e non lo faremo mai. Non entreremmo mai nelle vicende degli altri giornali. Anche noi riceviamo repliche e smentite ad articoli pubblicati da altri giornali, ma le cestiniamo subito, senza esitazione. Loro non l’hanno fatto e perciò dovranno rispondere per questa che chiunque può giudicare come una scorrettezza e che sottoponiamo all’opinione pubblica che potrà giudicare liberamente il comportamento di questi signori che si considerano giornalisti.
Intanto, in attesa che la magistratura faccia le sue indagini anche sui bilanci dell’Asm, chiediamo all’azienda municipalizzata di mettere a disposizione di “Quindici” tutti gli atti: ci piacerebbe conoscere i nomi degli avvocati che hanno beneficiato di questi onorari così generosi. Chiediamo al commissario prefettizio dott. Barbato di riprendere l’iniziativa preannunciata dal suo predecessore dott. De Girolamo, che aveva intenzione di indagare sui conti dell’Asm. Chiediamo ai partiti di opposizione di centrosinistra di far conoscere cosa vogliono fare dell’Asm nel loro programma elettorale. I soldi dei cittadini in un periodo di crisi vanno spesi con oculatezza e se questo è avvenuto, non avremo difficoltà a riconoscerlo. Ma se così non è stato, non esiteremo a denunciarlo pubblicamente. E’ questo il nostro diritto-dovere di giornalisti liberi e indipendenti, al quale non intendiamo rinunciare a tutela dei cittadini.
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