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Intollerabili rifiuti e degrado ambientale su via Ruvo nei pressi del Liceo Scientifico di Molfetta: denuncia di una lettrice a “Quindici”
19 settembre 2016

MOLFETTA – Una lettrice di “Quindici” denuncia la presenza costante di rifiuti e il degrado ambientale su via Ruvo, nei pressi del Liceo Scientifico di Molfetta.

Nel ringraziare la nostra lettrice non esitiamo a rendere pubblica questa denuncia che condividiamo, sperando che finalmente si prendano provvedimenti sia contro eventuali autori, sia nella rimozione degli stessi rifiuti, senza escludere, come suggerisce la nostra lettrice, l’installazione di telecamere di controllo, visto il livello di inciviltà raggiunto da tanti molfettesi. In questi casi serve la tolleranza zero. A Bari hanno fatto multe per oltre 6.000 euro per una sola settimana. Sarebbe anche un modo utile per contiribuire al miglioramento dei conti pubblici.
Ricordiamo agli irriducibili zozzoni, che possono conferire questi rifiuti alle due isole ecologiche e che l’Asm ritira gratuitamente eventuali oggetti ingombranti previo chiamata al numero verde 800-139323 e relativo appuntamento.
 

«Spett.le Redazione di Quindici,
questa volta, dopo mesi di tentennamenti, ho deciso di scrivervi perché, diciamo che, non ne posso proprio più, di vedere tutto ciò attorno a me. Adesso è troppo!

Ciò che vi presento, probabilmente, può non costituire una novità ma ho preso l'iniziativa questa volta, in quanto ritengo di non aver diritto ancora  ad assistere a tale scempio.

Le foto scattate si riferiscono alla complanare uscita 16 bis direzione Liceo. Come si può osservare la situazione ambientale è completamente fuori controllo. Mi si potrebbe invitare a girare il capo ogni volta che ci passi di là, oppure mi si potrebbe dire di non percorrere quel tratto. E da che parte dovrei girare il capo, a destra , a sinistra, perché in qualunque modo io mi volga vedo solo rifiuti e rifiuti, e che rifiuti!!

Fermo restando che rimane e forse rimarrà sempre  il grado di inciviltà  e rozzezza di alcuni molfettesi, ritengo che qualcosa dagli organi "competenti" vada fatto.
Non si può proprio più assistere a tale degrado ambientale; ma è possibile mai che nessuno, tra gli organi preposti, si sia mai accorto di tale indecorosa visione? Non abbiamo più il dovere morale di essere testimoni di tutto questo. Provvedimenti non ve ne sono, da quelli più semplici e immediati, come la raccolta (differenziata o no) di tutto questo marciume, la bonifica e subito dopo controlli, telecamere e multe lì come in altri punti nevralgici dell'agro molfettese. Probabilmente a qualcuno tale mio modo di "sentire" le cose, potrebbe non andare giù, ma ora il troppo è troppo!

E non mi si venga a dire che ciò a che fare con la volontà dei cittadini di  non fare raccolta differenziata, poiché vi faccio notare ciò esisteva ancor prima dell'avvio della raccolta, certo si è più acuito, ma sicuramente e senza ombra di dubbio era presente un anno fa e ancor prima!!

Vi invito, cortesemente, a trasmettere e a rendere pubbliche tali foto nella speranza che gli addetti ai lavori, che, pur sono lì non credo gratuitamente, si risolvano nel prendere opportuni e quanto mai celeri provvedimenti a favore dell'ambiente e di coloro che lo popolano, in pratica tutti noi!

Cordialmente      

Lucrezia Germinario».

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IL SERPENTE CHE SI MORDE LA CODA Poniamoci per un attimo nel momento in cui un comune inizia la raccolta differenziata: deve stanziare una enorme quantità di soldi, dare un mandato a una azienda gestrice che fornisce l' occorrente ai cittadini e deposita i secchioni delle varie frazioni nelle strade. Gli abitanti devono modificare le proprie abitudini, e questo non é immediato... ci saranno inevitabilmente delle difficoltà ad abituarsi, e un periodo in cui la RD sarà 'sporca'. Nel tempo diciamo che le cose migliorano, ma la RD per sua natura molto costosa viene ad avere i primi disservizi: mancato ritiro di alcune frazioni a causa del limitato numero di viaggi, secchioni impossibili da svuotare del tutto per la limitata capacità dei camion, un crescente numero di sacchetti non disposti bene ma lasciati in terra o disposti nell'indifferenziato a causa del sottodimensionamento dei contenitori stradali, etc. Il cittadino vede che la filiera si sta sgretolando, fa il sacrificio di differenziare e poi vede che tempi e modi di ritiro non vengono garantiti. Si troverà quindi disincentivato. Come succede in molti comuni, finiscono i soldi e il servizio viene temporaneamente sospeso, o, nei casi migliori, si ha un accumulo di materiale non ritirato che si dovrebbe tradurre in un numero extra di viaggi non pianificati, e da pagare fuori contratto. Se la situazione si protrae il comune non riesce a garantire il servizio, e ciò disincentiva il cittadino che metterà probabilmente da parte la sua 'etica' e differenzierà di meno, producendo di nuovo una RD sporca che aumenta i costi di gestione e ne compromette la fattibilità.
Parte 1^ - La raccolta differenziata non funziona. Da un dossier di Alessandro Demontis. Perché non funziona? Consultando per intero i relativi report di Legambiente si scopre che non esiste nessun comune con più di100mila abitanti che raggiunga una RD superiore al 50%. Questo dato, assieme alla considerazione per cui la percentuale minima auspicata di RD per comuni sopra i 10milaabitanti è del 60% (65% in alcuni casi), la dice molto lunga sulla riuscita di questo metodo di raccolta. Il comune senz' altro più virtuoso, presente al primo posto nel Centro Italia per tutti i tre anni, é Capannori, il quale nel report 2010 (quindi dati relativi all' anno 2009) dichiarava45.884 abitanti con RD pari a 71.3%. L' anno dopo, a fronte degli stessi abitanti dichiarati, abbiamo un incremento fino al 71.7%. Nel report 2012 (anno 2011) invece, a fronte di un aumento di popolazione fino a 46.423 abitanti, abbiamo un calo di RD fino al 68.7%. All' aumentare della popolazione, l' efficienza della RD viene a calare. Vediamo la situazione al Sud Italia. Portici era il comune più virtuoso nel report 2010 (anno 2009), quando la soglia minima di efficienza era stabilita al 50%. Con 56.800 abitanti dichiarava una RD del 52.7%. Gli anni dopo, quando il limite inferiore fu elevato a 60% (report 2011) e 65% (report 2012), il paese scompare dai primi posti. Nel report 2011 e 2012 (quindi anni 2010 e 2011) al primo posto per il Sud Italia abbiamo Cava de' Tirreni, che da un anno all' altro ha avuto un calo sia in termini di popolazione sia in termini di RD. (continua)

Parte 2^ - Al Nord Italia per i tre anni abbiamo tre paesi diversi, situazione specchio della naturale variabilità del fenomeno. Non possiamo paragonare i dati di ogni singola città, ma anche qu ié evidente come a maggiore popolazione (Busto Arsizio, oltre 80.000 abitanti) corrisponde minore RD (54% circa). Ciò che pare evidente dunque, e che la RD é adatta solo a piccoli comuni. Propagandarla ed applicarla in comuni medio grandi è uno sbaglio, e infatti in quei comuni medio-grandi ove é applicata, non funziona e causa, il più delle volte, un dispendio economico enorme. I motivi principali per questo malfunzionamento del sistema RD sono due: i cittadini la rifiutano, i comuni non riescono a mantenerne la corretta attuazione. I cittadini la rifiutano. Perché? almeno 35 anni ricorderà i tempi del 'vuoto a rendere', poi abolito, e soppiantato dal 'vuoto a perdere'. La mentalità precedente la RD era quella basata su questo ciclo: estrazione lavorazione di materie prime, produzione di beni di consumo, loro vendita e utilizzo, eliminazione delle parti non utili e dei beni utilizzati e scaduti. Cosa non andava in questo metodo? Semplicemente c' era poco margine di guadagno durante la filiera. Le aziende di nettezza urbana, a seconda delle disposizioni comunali, smaltivano i rifiuti in discariche o li bruciavano, a volte recuperando quel che era possibile recuperare. Nel 1985 andai in gitascolastica a visitare una cartiera vicino a Fertilia (SS) che si occupava di macerare la carta raccolta dai servizi di nettezza urbana per produrre nuova carta sotto forma di block notes, quaderni per la scuola, e addirittura si producevano quelle vecchie buste marroni che siutilizzavano per il pane! Esistevano aziende che prendevano il vetro, lo scolorivanochimicamente utilizzando Diossido di Manganese, lo scioglievano, e fabbricavano nuove bottiglie e nuovi oggetti in vetro. (continua)
Parte 4^ - . Odori sgradevoli, formazione di percolati dalle parti umide, non sono da sottovalutare per il fastidio che provocano. Teniamo conto inoltre che avendo in casa sacchetti o contenitori per 4 o 5 frazioni differenti ci troviamo ad affrontare anche un problema di spazio. Gli orari per il conferimento nei cassonetti stradali poi in venere sono la mattina molto presto o la sera molto tardi, insomma le ore più fredde del giorno. Va da se che in climi freddi e piovosi questo comporta un ulteriore fastidio .E cosa succede se una persona, che vive da sola, ha orari non compatibili con quelli previsti per il deposito / ritiro? Particolarmente nel porta a porta, ove il cittadino deve provvedere alla consegna al proprio domicilio, gli orari sono molto importanti: se per consegnare (alcuni comuni hanno adottato una raccolta con 'card' magnetica che viene vistata da un lettore al momento della consegna)siamo costretti ad attendere l' operatore perdendo tempo prezioso o arrivando tardi a lavoro, il tutto si trasforma anche in dispendio economico. La RD è antieconomica e non risolve il problema dei rifiuti. Spesso sono proprio le aziende responsabile del servizio a causare il malfunzionamento: la RD è solo un metodo per dare lavoro, e che a credere sono solo coloro che la conoscono molto poco o niente, i quali in genere appartengono ad aree ambientalistiche ed ecologiste basate sulla pura utopia. possiamo tranquillamente ribadire che la Raccolta Differenziata é un sistema che non funziona. Ne abbiamo sviscerato e mostrato con dati reperibili da chiunque nei vari dossier e articoli di giornale le motivazioni, che girano generalmente intorno alla intrinseca inutilità e dannosità del sistema, al rifiuto consapevole di molti cittadini, alle truffe messe in atto da chi é responsabile dei servizi, ma soprattutto sono dovuti al fatto che questo sistema si prefigura e si dimostra come un meccanismo mangia-soldi che non mantiene quanto promesso.


"La città di Molfetta rifà se stessa tutti i giorni: ogni mattina la popolazione si risveglia tra lenzuola fresche, si lava con saponette appena sgusciate dall'involucro, indossa vestaglie nuove fiammanti, estrae dal più perfezionato frigorifero barattoli di latta ancora intonsi, ascoltando le ultime filastrocche dall'ultimo modello di apparecchio. Sui marciapiedi, avviluppati in tersi sacchi di plastica, i resti della Molfetta d'ieri aspettano il carro dello spazzaturaio. Non solo tubi di dentifricio schiacciati, lampadine fulminate, giornali, contenitori, materiali d'imballaggio, ma anche scaldabagni, enciclopedie, pianoforti, servizi di porcellana: più che dalle cose che vengono fabbricate vendute comprate, l'opulenza di Leonia si misura dalle cose che ogni giorno vengono buttate via per far posto alle nuove. Dove portino ogni giorno il loro carico gli spazzaturai nessuno se lo chiede: fuori della città, certo; ma ogni anno la città s'espande, e gli immondezzai devono arretrare più lontano; l'imponenza del gettito aumenta e le cataste s'innalzano, si stratificano, si dispiegano su un perimetro più vasto. Aggiungi che più l'arte di Molfetta eccelle nel fabbricare nuovi materiali, più la spazzatura migliora la sua sostanza, resiste al tempo, alle intemperie, a fermentazioni e combustioni. E' una fortezza di rimasugli indistruttibili che circonda Leonia, la sovrasta da ogni lato come un acrocoro di montagne. Più ne cresce l'altezza, più aumenta il pericolo delle frane: basta un barattolo, un vecchio pneumatico, un fiasco spagliato rotoli dalla parte di Molfetta e una valanga di scarpe spaiate, calendari d'anni trascorsi, fiori secchi sommergerà la città nel proprio passato che invano tentava di respingere, mescolato con quello delle città limitrofe, finalmente monde: un cataclisma spianerà la sordida catena montuosa, cancellerà ogni traccia della metropoli sempre vestita a nuovo". (da: I. Calvino, Le città invisibili) (Molfetta sostituisce Leonia)
Amico t.g., non ho invocato un "referendum", non ce ne bisogno. Leggendo vari post di cittadini, ascoltando in giro e in largo le "voci" della maggior parte dei molfettesi, il malcontento è generale: il "porta a porta" non lo vuole nessuno, troppo dispendioso e non facile da attuare per i molti motivi che non elenco più, l'ho già fatto in altri post da me scritti con nick name. La raccolta differenziata "porta a porta" non è migliorabile, è così e basta, mettendo in difficoltà, se non in ginocchio, molti cittadini molfettesi, siano anziani, vecchi, disabili. La raccolta differenziata nei cassonetti si, può essere migliorata con la civile partecipazione dei cittadini, però ci vuole tempo, come non spetta a me dirlo, ci sono esperti del settore che possono farlo molto bene. Aggiungo anche che, da ricerche da me effettuate, il porta a porta non va bene da nessuna parte, se ne vedono i difetti e le impossibilità di attuarla per motivi già descritti. Se poi vogliamo aggiungere le assurdità del "risparmio" sulla tassa dei rifiuti - qualora il porta a porta vada bene - allora si mente sapendo di mentire: non ci sarà nessun risparmio così come sono messi tutti i comuni, già tartassati dal governo centrale come tutti sappiamo. Parlare di risparmio ci comportiamo come tanti "risparmi" telefonici e di cui siamo tutti bombardati: tutto falso, solo "specchietti per allodole" e poveri creduloni in difficoltà economiche, qui non ci piove, nemmeno sul bagna.....sco. In poche parole: la raccolta differenziata porta a porta è stata una scellerata idea, non considerando le nuove realtà sociali avvenute in questi ultimi 20 anni: famiglia, figli e nipoti "fuggiti" all'estero per lavoro, aumento di anziani soli(non abbandonati!), modo di vivere in condomini dove a malapena ci si conosce, etc., etc. Il "porta a porta" non me ne voglia nessuno e senza offesa per chicchessia, se non vogliamo considerarla una "scelleratezza", diciamo almeno pensata senza valutare le nuove socialità. Si è deciso in fretta e furia, come fosse una questione di vita o di morte. Bisognava invece, almeno contare fino a dieci. Un cordiale saluto.

Sono molto perplesso dallo scritto dell'amico Felice (non de Sanctis). Ho espresso un'opinione secondo la mia visione del problema; questa opinione sembra essere stata ignorata, se va bene, travisata altrimenti. In DEMOCRAZIA - siamo molto propensi ad invocarla, specie quando intravvediamo un ...ritorno (non trovo un termine migliore) a nostro favore. Vorrei ricordare a Felice che DEMOCRAZIA e POLITICA è anche cercare di contemperare tutti i termini di un problema, per tentare, magari non di risolverlo, ma di migliorare le condizioni vigenti. Leggo pareri diversi sulla valutazione "porta a porta"! Invocare un referendum per questo, mi sembra un'assurdità. Mi spiego: poiché è innegabile che vi sono opinioni positive sull'iniziativa (tanto quanto ce ne sono di negative),se nell'ipotetico referendum - mi ripeto, cerchiamo di non abusare a vuoto di "istituti democratici" - vincesse una delle due parti, non avremmo risolto NULLA! Gli anziani continuerebbero, a seconda dei casi, a "soffrire" o "godere" dell'esito; gli avversori o i favorevoli, idem. Dunque? Tutto è migliorabile, perfino la legge elettorale oggetto di guerre di religione, in questo momento (dopo il PORCELLUM!!! che stiamo subendo da anni e che tutti invochiamo sia eliminato), per non parlare di ogni esito parlamentare, dove vediamo sempre e comunque coloro a cui non va bene nulla, salvo poi lamentarsi dello Stato rapace/incapace/ingiusto, ecc.. Di questo passo, anche se mi terrorizza l'idea, un altro DUCE ci andrebbe bene? Ricambio il saluto con uguale rispetto.









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