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In memoria di Orazio Caputo, direttore didattico e ispettore scolastico di Molfetta
23 febbraio 2015

Stimato Direttore, le chiedo ospitalità per un breve ricordo di un uomo, breve come l’inatteso triste comunicato dei suoi famigliari che ho letto pochi minuti fa, camminando per Molfetta.

Era scomparso da Molfetta qualche anno fa, chiamato dai suoi figli a Milano per terminare nel modo dignitoso e da signore la sua vita.

Non poteva essere diversamente.

Dignitoso lo era stato sempre con il suo camminare per le strade della zona levante di Molfetta, anche spiacevolmente incurvato, quasi novantenne. Signore era stato sempre, pure nei suoi settanta e ottanta anni, perché regnava sorridente a passeggio accanto alla sua signora o nel suo pedalare per Molfetta.

La nostra città lo aveva visto educatore e socialista, un binomio nel dopoguerra quasi ovvio da noi, ma per lui perfetto. Veniva da una famiglia dignitosa, che nella sua laboriosità compita trovava il maggior credito da aggiungere ad una cultura scrupolosa e non effimera.

Aveva trascinato queste doti nel suo insegnamento sia come docente che come direttore didattico e ispettore scolastico, rifuggendo da ogni servilismo ed opportunismo carrieristico. In tutti questi ruoli istituzionali mostrava onestà rigorosissima, eleganza nei modi, competenza senza arroganza, offerta costante di nuovi stimoli, perché capace di stupirsi davanti all’inesauribilità dell’educativo.

Decine di migliaia di cittadini, in primo luogo i meno avvantaggiati, hanno trovato garanzia nel suo laico servizio di responsabile della scuola, e docenti del barese, pure in migliaia, sono tuttora orgogliosi della sua saggia e sapiente maestria. Per non parlate poi dei tantissimi insegnanti della regione Puglia che sono stati contagiati dalla sua inesauribile capacità di sollecitare l’innovazione di strutture e metodi. Per questo è stato protagonista di un movimento di cooperazione educativa a livello nazionale e locale, coinvolgendo le nuove generazioni di docenti nel confronto e nella sperimentazione, offrendo pure alle cattedre universitarie il necessario supporto alle attività di ricerca-azione.

Non so se nella nostra città qualcuno suggerirà di intitolargli una via, qualche aula o un edificio scolastico. Credo che i motivi siano veramente fondati. Sicuramente nessuno potrà scrivere il falso per dimostrare i suoi meriti. E con i tempi che corrono questo non è poco!

Forse Orazio non avrebbe condiviso questa mia ovvia aspettativa. Aveva il senso dell’operosità efficace e laboriosa senza clamore ed esibizionismo fatuo.

Insomma, l’ispettore Orazio Caputo è stato veramente un uomo eccezionale, una persona bella, un profumo d’uomo. È stato proprio un gran signore, un educatore coerente che ha fatto trasparire nei suoi gesti quotidiani la saggezza di uomo tollerante, giusto, misurato, delicato, profondo, veramente responsabile del bene comune, maestro di scienza pedagogica in ogni senso.

Merita, sig. Direttore, almeno questo breve ricordo affettuosissimo.

Con stima,

Lazzaro Gigante

 

Venerdì 20 marzo, alle ore 18,30 il prof. Orazio Caputo sarà ricordato nella sala Finocchiaro della Fabbrica S. Domenico.

 

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