Il trabaccolo St. Francesco Martorelli
Conoscere le traversie della marineria mercantile molfettese ci permette di apprezzare il ruolo svolto da questa classe sociale che, mentre si sentiva partecipe dello sviluppo economico locale, era consapevole dei numerosi pericoli che doveva affrontare con un mare non sempre generoso e sicuro. Le nostre vicende marinaresche, purtroppo, sono sempre tristi: narrano di naufragi, di scomparse in mare, di infortuni, ecc. In questo articolo tratteremo le vicende del trabaccolo molfettese St. Francesco Martorelli naufragato nel 1888 alla foce del fiume Tronto nei pressi di S. Benedetto del Tronto nelle Marche. Costruito a Senigallia nel 1853, aveva in origine una stazza di 81 t, e gli fu dato il nome di St. Francesco. Dal 1863 al 1873 era iscritto nel Compartimento Marittimo di Rimini, mentre il cap. Giovanni del Grande di Pesaro era capitano e armatore. Il 26 nov. 1874 venne iscritto nel Compartimento Marittimo di Bari con la matricola n.789, avendolo acquistato Angelo Intini di Bari. Lo comandava il cap. Ferdinando Intini. Nel 1881 gli fu cambiato il nome in St. Francesco Martorelli. Negli anni successivi fino al 1884 fu sottoposto a radicali lavori di ricostruzione, riducendo la stazza a 59,92 t con le seguenti dimensioni: lunghezza m 19,65, larghezza m 6,34, e altezza m 2,621. All’inizio del 1881 proprietari del trabaccolo erano Antonio Binetti fu Antonio, Tommaso Binetti fu Giulio e Ignazio Ciccolella di Luigi per 8 carati ciascuno. Nell’ottobre dello stesso anno Antonio Binetti vendette i suoi 8 carati a Tommaso Binetti per £.1600. Il 15 aprile 1883 Tommaso Binetti vendette 12 carati a Vito Piccininni fu Bartolomeo per £. 2250 e 4 carati allo stesso Ciccolella per £. 750. Il 15 luglio 1885 il Ciccolella vendette i suoi 12 carati a Giacomo Magrone per £. 15002. Effettuava, come di consueto, il commercio specialmente con Trieste e il 16 giugno 1883 ritornando da quella località, dette fondo nel porto di Molfetta alle ore 20,30 al comando di padron Francesco Altomare con sette persone di equipaggio, due passeggeri e un carico di legname, coloniali e botti vuote. Data l’ora tarda il trabaccolo non era stato visitato dal servizio sanitario. Il marinaio di porto Genna Giuseppe, di guardia al Porto, scorse due marinai, Vito Piccininni e Vincenzo Mezzina, che, eludendo la vigilanza, scesero a terra furtivamente e rientrarono la notte alle ore 23. Il Genna riferì l’accaduto ai suoi superiori. L’infrazione fu riferita al Prefetto di Bari. La mattina dopo l’equipaggio fu sottoposto a visita medica e trovato in buona salute. Visto l’esito, da Bari fu ordinata la libera pratica3. Nel mese di marzo 1888, al comando di padron Giacomo Magrone, il trabaccolo salpò da Molfetta carico di merce per i porti dell’alto Adriatico, navigando lungo la costa italiana; purtroppo il 4 marzo fu investito da un violento fortunale con vento e mare grosso. Impossibilitato a essere governato, fu spinto dall’impeto del mare sulla spiaggia, fracassandosi. Tutto l’equipaggio e un passeggero lottarono contro le onde per raggiungere la riva, ma furono travolti tutti e morirono. Ecco quanto dichiararono due testimoni oculari, il dott. Francesco Novelli e il sig. Pilota Enrico, davanti all’incaricato dell’Ufficio di Porto di S. Benedetto del Tronto sig. Palestini: …. sul naufragio del trabaccolo S. Francesco Martinelli iscritto nel Compartimento di Bari e al comando del padron Giacomo Magrone naufragato il 4 marzo per un fortunale venne a secco sulla spiaggia nelle vicinannze del fiume Tronto dove si ridusse a pezzi e per salvarsi si gettò a nuoto il marinaio Pierno Vito Onofrio di Luigi e de Giglio Rosa nato a Molfetta il 20-3-1850 e scomparve, matricola di Bari n. 4441, non si potè adoperare nessun mezzo per soccorrere perché lontano da terra, scomparso alle 2,55 pm4. Insieme al marinaio Pierno Vito Onofrio annegarono, dopo aver tentato a nuoto di salvarsi e travolti da grosse ondate: alle ore 2,50 pm, padron Giacomo Magrone fu Vito e de Gioia Rosa, nato il 26-7-1830, matr. n. 4438. Il passeggero Vitangelo de Gennaro di Domenico e Francesca Damiani di 10 anni, essendo nato il 16-1-1878. Alle ore l,47 pm, il marinaio Azzarita Battista di Filippo e Elisabetta Marino nato il 12-2-1850, matr. 4416. Alle ore 2,30 pm, il marinaio Onofrio Capurso di Francesco e Bellifemine Filomena nato il 19-2-1863, matr. 3429. Alle ore 2,55 pm, il marinaio Francesco Magrone di padron Giacomo e Allegretti Maddalena nato il 12-1-1860, matr. 922. Del naufragio dette notizia il Corriere delle Puglie del 7 marzo, riportando la perdita del trabaccolo con tutto il carico. A riguardo dell’equipaggio riportò che si era salvato solo un marinaio. Ma questo in realtà non risulta, perché esistono le dichiarazioni di morte di tutto l’equipaggio rilasciate il 4 marzo all’Ufficio di Porto di S. Benedetto del Tronto e una lettera della Sottoprefettura di Barletta del 15 marzo in cui si dette la notizia del naufragio e del ritrovamento della sola salma di Francesco Magrone. Il naufragio venne riportato nella relazione annuale sulla Marina Mercantile del 1888.
Autore: Corrado Pappagallo