Il “Testamento pubblico” dell'Istituto Provinciale Apicella per sordomuti e ciechi
Il giorno 27 Marzo dell’anno Mille ottocento novantatré, alle ore dodici meridiane in Molfetta, in uno dei locali dell’ex convento dei Capuccini […]. Innanzi a me Lorenzo Germano del fu Giuseppe Notaio, residente nel Comune di Molfetta,iscritto presso il Consiglio Notarile del distretto di Trani,assistito dai testimoni forniti delle qualità della Legge richieste […] si è personalmente costituito il Reverendo padre Signor Lorenzo Apicella fu Pasquale, Direttore della Pia Casa dei Sordo Muti di ambo i sessi di Molfetta. […] Il medesimo Signor Apicella ha dichiarato, che considerando lo stato fragile dell’umana natura e l’incertezza del suo giorno estremo, ha risoluto […] di fare la sua disposizione testamentaria per Atto pubblico, con la quale regolare la successione dei suoi beni pel tempo in cui avrà cessato di vivere […]. Lascia alla Provincia di Terra di Bari tutto il suo patrimonio […]. E’ sua espressa volontà, che la Provincia continui a mantenere, qui in Molfetta, la detta Pia casa d’ambo i sessi. Lascia, a favore della stessa Provincia di Bari, la proprietà e tutto quello che gli appartiene della Pia casa dei Sordo- Muti esistenti ai Ponti Rossi di Napoli […]. Però, una tale istituzione di erede, lo stesso Testatore intende farla sotto la espressa condizione che la Provincia di Terra di Bari mantenga sempre, qui in Molfetta, la su cennata Pia Istituzione d’ambo i sessi, sotto pena di decadenza, nel caso che a tanto non vi adempia, e ciò verifi candosi, l’erede chiamato sarà il Municipio di Molfetta.Vuole ancora, che la rendita, o il ricavo della vendita della su menzionata terza parte della Pia Casa dei Ponti Rossi di Napoli, fosse destinata al maggiore incremento della Pia istituzione del Comune di Molfetta.