IL SINDACO METTE LA TESTA SOTTO LA SABBIA (Pietro Mastropasqua, consigliere comunale dell’opposizione di centrodestra)
1- Sì, Molfetta sta affrontando un allarme sicurezza che non può più essere ignorato. Negli ultimi anni, si è registrato un aumento di episodi di violenza e microcriminalità, che hanno messo a rischio la tranquillità della comunità. La situazione è peggiorata con fatti gravi, come l’omicidio avvenuto al Bahia, che hanno scosso profondamente i cittadini e rivelato una fragilità nel tessuto sociale della città. La carenza di legalità a Molfetta si manifesta non solo con l’aumento di aggressioni e atti vandalici, ma anche attraverso il radicamento di gruppi di microcriminalità che sembrano operare nel traffico di droga e nel controllo del territorio. Queste dinamiche creano un clima di insicurezza percepito soprattutto nelle aree più frequentate dai giovani e in alcune zone periferiche, che rimangono spesso poco sorvegliate. Le cause di questa situazione possono essere ricondotte a diversi fattori: la mancanza di investimenti in progetti di prevenzione e inclusione sociale, l’assenza di spazi sicuri e dedicati ai giovani, e una gestione non efficace della sicurezza pubblica, con risorse limitate e interventi spesso tardivi o insufficienti. Inoltre, una certa disattenzione delle istituzioni verso i segnali preoccupanti ha permesso a queste problematiche di radicarsi e crescere, portando Molfetta a trovarsi oggi in una condizione di emergenza che richiede risposte rapide e strutturate. 2 - Il Procuratore Nitti ha messo in luce una realtà che deve essere considerata attentamente: Molfetta, come altre città della provincia, è un territorio in cui evidentemente l’infiltrazione mafiosa esiste con tutto ciò che ne può derivare per la vita quotidiana e per l’economia locale. Tuttavia, spesso c’è una certa riluttanza, soprattutto da parte delle istituzioni locali e della politica, a riconoscere la gravità del problema; si preferisce forse mettere la testa “sotto la sabbia” e non vedere. La criminalità organizzata spesso si mimetizza nelle attività legali, assumendo forme che non sempre appaiono evidenti agli occhi di tutti. Inoltre, c’è la tendenza a considerare questi episodi come isolati, invece di riconoscerli come parte di un fenomeno più ampio e sistemico. Questo atteggiamen-to sottovaluta il problema e, soprattutto, ne impedisce una risoluzione efficace, che richiederebbe un’azione sinergica tra forze dell’ordine, amministrazione locale e società civile. 3 - La convocazione del Comitato di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali è non solo necessaria, ma urgente. In concreto, questo comitato dovrebbe fungere da coordinamento tra le forze di polizia, le istituzioni comunali e la magistratura, permettendo un’analisi costante e aggiornata della situazione della sicurezza in città. Dovrebbe promuovere interventi mirati, come l’incremento dei controlli nelle aree più critiche e l’apertura di una nuova sede distaccata della polizia locale (anche in forma mobile), tanto decantata da questa amministrazione ma mai attuata. Inoltre, il comitato dovrebbe favorire programmi di prevenzione e sensibilizzazione rivolti ai giovani e alle scuole, collaborando con associazioni locali per creare opportunità di crescita e sviluppo, alternative alla criminalità. È fondamentale che questo organismo lavori in maniera trasparente e coinvolga la comunità il più possibile per costruire fiducia e partecipazione. 4 - Purtroppo, nonostante le devastazioni di Capodanno abbiano scosso l’opinione pubblica, sembra che poco sia stato fatto per affrontare in modo strutturale il problema. Sono state promesse misure e interventi, ma le azioni concrete si sono limitate a operazioni di facciata, senza incidere realmente sulle cause profonde della delinquenza. Non c’è stata una vera e propria svolta né un aumento significativo della presenza delle forze dell’ordine nei punti nevralgici della città. L’assenza di politiche di lungo termine e di programmi di riqualificazione sociale dimostra che c’è ancora molto da fare. Bisogna superare l’approccio emergenziale e costruire un piano di azioni che miri a rendere la città sicura non solo durante le festività, ma tutto l’anno. 5 - Per rendere Molfetta una città più sicura, è necessario un piano di interventi che tocchi vari ambiti. In primo luogo, l’amministrazione comunale dovrebbe incrementare la presenza della polizia locale e riorganizzare le attività, investire in sistemi di sorveglianza avanzati per monitorare le aree a rischio, puntare su programmi di prevenzione e attivare tavoli con le forze dell’ordine e con i cittadini. Tuttavia, non basta un approccio basato solo sulla repressione; è cruciale investire in prevenzione sociale, offrendo ai giovani alternative concrete attraverso progetti sociali, culturali e sportivi. Il Comune dovrebbe collaborare con associazioni, scuole e centri di aggregazione per creare spazi sicuri e inclusivi. Inoltre, è importante riqualificare le aree degradate, che spesso diventano focolai di criminalità, attraverso progetti di sviluppo urbano che coinvolgano direttamente la comunità. L’amministrazione ha il dovere di agire come punto di riferimento, coordinando le iniziative e ascoltando le istanze dei cittadini, per costruire una Molfetta dove la sicurezza e la legalità siano una priorità condivisa.