Il sindaco a Comitando: tutta la verità sulle inefficienze del Comune. Turismo cultura e innovazione, così noi costruiamo la Molfetta del futuro
Decoro urbano, turismo, innovazione e sviluppo sostenibile. E ancora: amministrazione condivisa, razionalizzazione della macchina amministrativa, trasparenza e programmazione. E’ la Molfetta moderna e dinamica, quella del 2020, obbiettivo del sindaco Paola Natalicchio e al centro del lavoro della giunta di centrosinistra vincitrice delle elezioni comunali del 2013. Ripartono i question time organizzati da Comitando, e il primo della stagione “invernale”, moderato da Mimmo Favuzzi e che ha visto una buonissima partecipazione di pubblico, prova a sbirciare un po’ più in là del nostro presente politico e amministrativo e a capire come andranno le cose nella nostra città tra sei anni. MACCHINA AMMINISTRATIVA E RISORSE ECONOMICHE Il sindaco è ritornata sul caso D’Abramo (la dirigente che ha firmato da sola il proprio spostamento ad un altro ufficio e per questo è stata “pizzicata” da Striscia la Notizia) e sul livello dei dirigenti comunali: “si può fare di più, spesso abbiamo assistito a troppi errori e superficialità che vengono poi scontate dall’amministrazione che invece deve svolgere per lo più un’azione di indirizzo e controllo. Non possiamo nascondere il fatto che la nona città della Puglia ha un corpo di impiegati numericamente inadeguato. Sono 260, con un età media di 57 anni e non ci sono impiegati di categoria D, cioè il middle management che gestisce gli uffici e fa camminare la filiera dei provvedimenti. Moltissime delibere su incarichi sono infarcite di errori. Sono molto delusa da questo livello amministrativo, segnato da una sciatteria imponente e vigente. Mi accusano di essere autoritaria. E’ il minimo quando si tratta della qualità dei servizi. Il problema dei dirigenti sarà presto risolto: ringrazio quelli che fino adesso mi hanno aiutato ma non possiamo non rispettare la promessa elettorale di fare i concorsi. Alla fine del mio mandato i dirigenti comunali saranno tutti nominati per concorso. Sul passato non accetto lezioni. Ricordiamo bene l’epoca dei Balducci e degli Altomare”. Netta la presa di posizione anche su bilancio e risorse economiche: “ci accusano solo di saper tagliare ma in realtà stiamo svolgendo un lavoro rivoluzionario. Qualcuno rimpiange gli anni di Giusi De Bari quando
[Riparte il Question Time. Paola Natalicchio a tutto campo, dalla riorganizzazione della macchina amministrativa al caso porto passando per riqualificazione urbana e mobilità sostenibile: puntiamo a cambiare la città. Dopo di noi non si potrà più tornare indietro]
i capitoli di spesa venivano chiusi in modo a dir poco bizzarro. Prima si realizzavano progetti e poi si trovavano i soldi. Dopo 18 mesi di amministrazione continuiamo a tirar fuori dai cassetti debiti fuori bilancio. Le transenne per il mercato settimanale ad esempio non venivano conteggiate, ma poi le fatture ovviamente arrivavano lo stesso al comune e qualcuno deve pagarle. Per la prima volta dopo anni abbiamo riportato luce del sole, trasparenza e legalità sul bilancio. Centinaia di migliaia di euro di spese da riscuotere soprattutto per la concessione di strutture comunali a privati non venivano riscosse per creare consenso. Con noi la musica è cambiata. Dobbiamo essere più credibili anche a costo di perdere consenso. Qualcuno si sta lamentando dell’aumento delle multe ma vanno fatte per sanzionare chi non rispetta le regole. Mi sembrano cose scontate”. CASO PORTO E LA RINUNCIA AI 30 MILIONI DI FINANZIAMENTO Paola Natalicchio non si è sottratta dal rispondere alle critiche mosse dal centrodestra cittadino nel corso dell’ultimo consiglio comunale sul caso porto. Secondo queste, la città di Molfetta starebbe rinunciando a 30 milioni di euro già stanziati da Roma nell’ambito dei lavori per la costruzione del grande porto commerciale, tuttora sotto sequestro. Così facendo rischiamo di perdere i finanziamenti che permetterebbero di portare avanti anche altre iniziative. Decisa la risposta del sindaco: “i soldi del Porto sono arrivati in città con la possibilità di essere usati anche per altre finalità e cioè: culturale- sportiva e sociale. Infatti grazie a quei soldi abbiamo finanziato la pista di atletica e la cittadella degli artisti, ma dopo l’ottobre del 2013 e l’inchiesta D’Artagnan la procura di Trani ha ipotizzato un reato per questo tipo di uso e così ovviamente ci siamo fermati e abbiamo chiesto una consulenza al celebre avvocato Cerulli con una semplice domanda: possiamo usarli? A quanto pare sì, ma solo per usi collegati a cultura, sport e sociale. Non possiamo utilizzarli ad esempio per le urbanizzazioni primarie di via Spadolini. Tutto qui. A noi va benissimo utilizzare i finanziamenti che arrivano da Roma ma a patto di rispettare le regole”. Sui lavori del Porto: “va finito, certo. Nessuno li mette in dubbio. Noi non lo avremmo mai costruito, ma adesso che i lavori sono partiti vanno anche ultimati. Tuttavia se è vero che va terminato è anche vero che va ridimensionato. Lo scenario economico negli ultimi anni è molto cambiato e purtroppo in peggio. Gli stessi operatori del settore cantieristico ci chiedono di dimensionarlo: ormai si lavora in modo diverso, soprattutto lavori di manutenzione e non più nuove commesse. Strutture ciclopiche sono inadeguate. La Cassa di colmata ad esempio non potrà sostenere quel grandissimo centro servizi come pensato all’inizio del progetto, ma una struttura più leggera. Lì i fondali sono pieni di ordigni ma così tanti che sarà impossibile bonificare tutta la zona. Quindi dovremo cementificare tutto il fondale per isolarlo ma di certo non metterci sopra qualcosa di così grande come il centro servizi pensato in origine”. PIANO DEI SERVIZI – MOBILITÀ SOSTENIBILE – RIQUALIFICAZIONE URBANA Alle accuse degli ex Dc Annalisa Altomare e Lillino di Gioia sulla mancanza di programmazione della sua amministrazione Paola Natalicchio risponde ricordando il lavoro svolto finora: “al comparto 9 abbiamo portato asfalto, marciapiedi, rotatorie, abbiamo sbloccato il comparto 17 (area alle spalle dell’ex Palbertig vicino al cimitero) e quelli 3-5-7 (le zone tra via Terlizzi e la Madonna delle Rose, ndr). La demagogia sull’assessorato all’urbanistica è insopportabile. Noi siamo lineari e coraggiosi nel perseguire il nostro programma elettorale e mettiamo al centro la programmazione dal PUMS (piano mobilità sostenibile) al PAES (energia sostenibile) fino al piano delle coste che sarà pronto all’inizio del 2015 e ci dirà chi può tenere lì un lido e chi no. Con l’architetto Berlen stiamo gerarchizzando le priorità e non perdiamo di vista mai la questione rischio idrogeologico”. Nei prossimi mesi passi importanti verranno mossi per quanto riguarda la pianificazione urbana: Piazza Principe di Napoli, Corso Umberto e Salvagente (zona antistante piazza minuto pesce) saranno al centro di lavori di ristrutturazione tesi a una loro valorizzazione. Sul salvagente sono previsti arredi urbani, giochi per bambini, giardini e nuova illuminazione. PESCA-TURISMO – INNOVAZIONE “La Molfetta del 2020 dovrà viaggiare su un doppio binario: turismo- cultura-informatica e innovazione tecnologica-grande distribuzione. Collegati a questi si dovrà pensare al rilancio della pesca e dell’agricoltura. Nell’ultimo anno e mezzo è successo qualcosa di straordinario: un incredibile risveglio che ha portato i riflettori del turismo locale e della movida a riaccendersi sul nostro centro storico, sulle nostre meraviglie architettoniche. Ora dobbiamo mettere “a sistema” il turismo. Lo stiamo già facendo: abbiamo stanziato delle risorse per il rilancio del Museo del Pulo, aperto e lasciato senza un euro in cassa dall’ex sindaco sen. Antonio Azzollini ed è già stato varato un progetto che adesso attende finanziamenti, buttato giù insieme al vescovo don Luigi Martella e che coinvolgerà anche il Borgo Antico prevedendo pure l’ampliamento del museo Diocesano. Ormai quella del turismo è una vocazione nuova ma non trascurabile per una città che ha una scuola alberghiera da 2.000 iscritti” ha sottolineato il sindaco, che nel corso del lunghissimo e articolato incontro ha ricordato anche l’importanza strategica delle antiche vocazioni cittadine: pesca e agricoltura in primis: “sono pezzi di economia incredibilmente importanti, che credetemi, possono muovere risorse e occupazione molto più di altri pezzi. Alcuni prodotti enogastronomici molfettesi, come le nostre olive e il nostro olio o come la cicoria puntarella, esportata con una incredibile richiesta in tutta l’Italia settentrionale, sono eccellenze sulle quali si può costruire qualcosa di davvero importante Ancora oggi ben 7.000 molfettesi hanno il libretto marittimo e lavorano sul mare. Con l’ex sindaco Antonio Azzollini abbiamo rinunciato a finanziamenti e contributi per due dei settori più vitali della nostra economia. Noi invece la rilanceremo. Parteciperemo di nuovo ai Gal (Gruppo di Azione Locale, in genere società consortile con lo scopo di favorire lo sviluppo economico di un’area rurale, ndr) e cercheremo di affrontare al meglio la grave crisi che quest’anno sta colpendo la nostra produzione olearia”. PARCO DI MEZZOGIORNO – RACCOLTA RIFIUTI PORTA A PORTA Una novità significativa sarà rappresentata nei prossimi mesi dalla raccolta porta a porta: “sarà una piccola rivoluzione che ribalterà completamente gli equilibri tra la raccolta differenziata e l’indifferenziata. Oggi abbiamo solo il 30% di raccolta indifferenziata, col porta a porta sarà il 70%. Partirà in primavera e per evitare disagi, che sappiamo comunque ci saranno, metteremo all’opera una squadra di agevolatori che spiegherà ai molfettesi come usare il kit di bustine per la raccolta differenziata che verrà consegnato dal Comune e in quali giorni verrà raccolta l’immondizia. Risparmieremo molte risorse su ecotassa e minore conferimento rifiuti”. Infine spazio al Parco del Mezzogiorno al centro del programma elettorale del 2013: “ne parleremo in un incontro pubblico che organizzeremo con Agenda XXI. Il Parco versa in una condizione pietosa. Per rimetterlo a nuovo servono 1 milione di euro ma il vero problema è capire come gestire dopo la riapertura un parco grande 20.000 metri quadrati. Bisogna coinvolgere tanti protagonisti e aprire un percorso partecipato che permetta di rimettere in moto quello che è e resta un incredibile monumento allo spreco”.
Autore: Onofrio Bellifemine