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Il Senato sentenzia: sindaco e senatore sono compatibili La decisione dalla Giunta per le elezioni di Palazzo Madama sul caso-Azzollini
15 ottobre 2006

La Giunta per le elezioni del Senato mette la parola fine sulla questione della presunta incompatibilità tra la carica di sindaco di Molfetta e quella di senatore, entrambe ricoperte – come noto - da Antonio Azzollini (foto), riconoscendo l'assoluta compatibilità dei due mandati. Nella seduta di mercoledì 4 ottobre, infatti, la Giunta, unico organo abilitato a decidere sulle cause di incompatibilità e ineleggibilità dei senatori, ha discusso proprio di questo argomento, affrontando esplicitamente il caso del parlamentare di Forza Italia e primo cittadino di Molfetta, e ha fugato ogni dubbio in proposito: le due cariche sono compatibili. Punto. A relazionare sul caso-Azzollini è stato il senatore lucano della Margherita, Antonio Boccia, il quale ha chiarito, con una articolata e dettagliata esposizione, che le cause di ineleggibilità, qualora sopravvengono all'assunzione del mandato parlamentare, non si convertono in cause di incompatibilità. In sostanza, è vero che la legge prevede la ineleggibilità di un sindaco alla carica di parlamentare, ma non prevede espressamente il contrario, ragion per cui le due fattispecie vanno tenute ben distinte. "In via di fatto – ha dichiarato Antonio Boccia – la presentazione delle candidature alla carica di sindaco di Molfetta avvenne tra il 28 e il 29 aprile 2006 e, quindi, a proclamazione già avvenuta del senatore Azzollini come componente del Senato nell'attuale legislatura. E' quindi chiaro che egli versava nella fattispecie di ineleggibilità sopravvenuta" ma non di incompatibilità. In sostanza Azzollini oggi non potrebbe ricandidarsi al Senato (in quanto sindaco) ma da senatore può continuare a svolgere l'incarico di primo cittadino. A questa conclusione si giunge dal momento che, come sostenuto dal relatore, sen. Antonio Boccia, "in punta di diritto, nessuna norma legislativa prevede tale incompatibilità: anzi, la ratio della norma che prevede l'ineleggibilità dei sindaci è di evitare indebite influenze del candidato sul corpo elettorale, mentre quella della incompatibilità è di prevenire casi di conflitti di interesse nell'esercizio della carica rivestita; pertanto la ratio della ineleggibilità non esiste più se l'ufficio di sindaco è assunto quando l'interessato è già deputato o senatore". D'altro canto la incompatibilità rappresenta una limitazione del diritto di elettorato passivo e per essere sancita deve essere prevista espressamente in una norma di legge, non potendosi desumere per analogia, dal momento che "l'eleggibilità è la norma, l'ineleggibilità è l'eccezione". C'è da aggiungere che a nessuno tra i senatori componenti della Giunta è sfuggita l'anomalia di una legge che sancisce una mera ineleggibilità, senza prevedere l'incompatibilità per la medesima situazione quando sopravvenga in corso di mandato, "ma questa anomalia – ha dichiarato il sen. Guido Calvi dei Democratici di Sinistra - si risolve per legge e non interpretandola in via analogica o estensiva". E così si chiude una lunga querelle che si trascinava sin dall'inizio della campagna elettorale nella nostra città, con il centrosinistra ad affermare l'incompatibilità tra le due cariche ricoperte da Antonio Azzollini ed il centrodestra a ribadire l'assoluta legittimità della situazione venutasi a creare. Negli scorsi giorni, come da noi annunciato, è stato anche inviato al Senato un esposto, firmato dai consiglieri comunali di minoranza, per sollevare questa questione. Evidentemente, a questo punto, non ve n'è più bisogno.
Autore: Giulio Calvani
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