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"Il primo terremoto di internet", il libro di Massimo Max Giuliani. Sabato la presentazione a Molfetta
Facebook, twitter, blog e social network: le nuove comunità narrative tra conformismo e sovversione
23 ottobre 2013
MOLFETTA
- Con
Massimo Max Giuliani
, autore del libro
Il terremoto di Internet, sabato 26 ottobre in via G. Salvemini 40, alle ore 19.00. L'Aquila: blog, social network, narrazioni del trauma nello show della "ricostruzione"
(2012),
e
Felice Di Lernia
, antropologo
La pratica più caratteristica del Web 2.0 è la scrittura e in particolare blog e social network sono l'espressione di una scrittura che, il più delle volte, assume la forma della narrazione: raccontiamo di noi, della nostra esistenza, ma esprimiamo anche il nostro punto di vista rispetto a grandi eventi sociali, politici, economici di cui siamo testimoni/attori e che ci attraversano, con un’influenza più o meno grande sulla nostra vita.
Ma in quale modo queste narrazioni private - ad esempio gli status su Facebook - riescono a farsi collettive?
Possono i social network narrare a più voci un evento, elaborare un trauma e riuscire a diventare un piano alternativo e parallelo rispetto al flusso di informazioni controllato dai media tradizionali, fino a produrre forme attive di resistenza e controinformazione?
"Viene naturale pensare al potenziale «politico» che questi strumenti contengono: così è stato, ad esempio, con l’uso «sovversivo» della rete, e in particolare di un social network come Twitter, nelle proteste iraniane".
(Marco Rovelli).
Ma quale lingua parla internet?
Quando scriviamo un post sul nostro blog o sulla nostra pagina facebook semplifichiamo e riduciamo la ricchezza espressiva del linguaggio? Quando usiamo i social media stiamo rinunciando a coltivare relazioni nel mondo reale a favore di “amicizie” che più che tali possono dirsi contatti virtuali e inautentici?
Oppure il web avvicina persone reali e organizza le diverse narrazioni in un'intelligenza collettiva, complessa e fortemente generativa di contenuti, di sapere, di forme di resistenza e di socialità? E se è così, in quale modo, raccontando, riusciamo a prenderci cura di noi stessi e della comunità e a renderci un soggetto collettivo-attivo?
Con
Massimo Giuliani
parleremo di come la narrazione, attraverso la costruzione e ricostruzione di sé, sia terapeutica e capace di produrre appartenenza e comunità e di come il web possa farsi strumento di socialità, di verità e di cura. Di come facebook, twitter, i blog e i social media in genere, hanno ribaltato le logiche tradizionali della comunicazione e dell'informazione, ma anche dei limiti e del pericolo di frammentarietà all’interno nelle nuove comunità narranti. E parleremo anche di tante altre cose.
Massimo Max Giuliani è psicologo e psicoterapeuta. È autore di libri e articoli di psicoterapia e membro della redazione della rivista scientifica “Connessioni”. Da terapeuta relazionale ha cominciato a occuparsi della cultura ipertestuale e del modo in cui questa riconfigura le relazioni umane. Cura la rubrica “Linguaggi della rete” sul quotidiano Bresciaoggi. Il suo sito è
www.massimogiuliani.it
, il blog è
www.massimogiuliani.wordpress.
com
. E’ l’autore di “Il terremoto di Internet. L'Aquila: blog, social network, narrazioni del trauma nello show della "ricostruzione" (2012).
A dialogare con lui ci saremo noi di
Cooperativa Camera a Sud
e
Felice Di Lernia
, antropologo, esperto di epistemologia della cura e di etnografia urbana che da anni si occupa di pratiche di cura e narrazione, autore con La Meridiana di "Ho perso le parole. Potere e dominio nelle pratiche di cura" (2008). Il suo blog è
http://curacultura.wordpress.
com/
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Ass.Cult.Domenica è Sempre Domenica
27 Ottobre 2013 alle ore 17:58:00
Grande il dottor Mabbrusce!Fieri di averlo ospitato nella nostra Associazione in Via dei matti n.0, con tutta la Sua equipe il mese di agosto u.s., per lenire e guarire le "abbrusciature du' paparul" a quanti ne fecero richiesta. Grazie dottor Mabbrusce, alla prossima "abbrusciatura": a chi toccherà?
Rispondi
E 'uallere
27 Ottobre 2013 alle ore 10:04:00
Esimio dottore, ho l'impressione che i suoi salutari auguri di "rinsavimento" a coloro i quali si è "bruciato u' paparul" si perderanno nel vento, non considerati. Lei è stato troppo buono ma, il dolore è stato troppo forte, talmente forte che si sono sconnessi, disconnessi, si sente, si legge, si.....si, si?!??!!-----"""??!!
Rispondi
Dottor Mabbrusce
26 Ottobre 2013 alle ore 15:53:00
Se ti svegli alle quattro di notte per andare in bagno e ti fermi a controllare la tua e-mail prima di tornare a letto, se spegni il tuo modem e provi un vuoto terribile perché per te il mondo reale non ha ormai più alcuna consistenza, se viaggi in treno o in aereo col tuo portatile sulle gambe, se deridi le persone che hanno un computer che non è di ultima generazione, allora è arrivato il momento di farsi curare, perché evidenti si sono fatti i segni di quella vera e propria patologia che ricerche americane hanno etichettato “Internet Addiction Disorder” (disturbo da dipendenza da Internet), a proposito del quale, scrivono gli psicologi Giorgio Nardone e Federica Cagnoni: “ La dipendenza implica tre meccanismi: la tolleranza (che comporta la necessità di aumentare le dosi di una sostanza per ottenere lo stesso effetto, l'astinenza (con comparsa di sintomi specifici in seguito alla riduzione o alla sospensione di una particolare sostanza), il “craving” (o smania) che comporta un fortissimo e irresistibile desiderio di assumere una sostanza; desiderio che, se non soddisfatto, causa intensa sofferenza psichica e a volte fisica, con fissazioni del pensiero, malessere, alterazione del senso della fame e della sete, irritabilità, ansia, insonnia, depressione dell'umore e, nelle condizioni più gravi, sensazioni di de- realizzazione e depersonalizzazione. – Senza nessun sentimento di “risveglio elettorale” , niente di personale ma solo per rendere più chiara l'idea, gli stessi sintomi di colori ai quali si è “bruciato u' paparul” e da me curati il mese di agosto u.s. e, a cui, auguro un presto rinsavimento sanitario, politico, sociale e culturale.
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