Il naufragio del piroscafo Calabria nel 1891
Non è piacevole ricordare tristi avvenimenti ma, a volte, è necessario per far conoscere i sacrifi ci e le vicissitudini, come in questo caso, della classe marinara molfettese che, per sostenere le proprie famiglie e farsi anche un avvenire, intraprendeva la vita marinara ben conscia di andare incontro a molti pericoli. Una lettera del 20 dicembre 1891, inviata dalla Capitaneria di Porto di Genova al Municipio di Molfetta, comunicava l’affondamento del piroscafo CALABRIA, avvenuto il 12 dicembre, e la susseguente morte di quattro marinai molfettesi; chiedeva pure notizie di ciascun nucleo familiare e delle loro condizioni economiche per eventuale spettanza di sussidi. I morti furono: Azzarita Corrado di Giovanni e Spagnoletta Tecla, nato nel 1838; Augenti Giovanni di Giuseppe e Cappelluti Maria Luisa, nato nel 1874; Tedeschi Salvatore di Francesco e de Candia Maria Domenica, nato 1877; Sciancalepore Pantaleo di Michele e Pisani Antonia, nato nel 18661. Nella nota di risposta del 27 dicembre il Comune segnalava che le famiglie appartenevano alla classe marinara, non possedevano beni immobiliari e vivevano del lavoro delle proprie braccia. Redasse per ciascuno la posizione familiare: Azzarita lasciava la moglie Porzia Binetti e la fi glia Tecla di 15 anni; Augenti lasciava il padre di 66 anni, la madre di 60 anni e i fratelli Donato di 38 anni, Paolo di 30 anni, Giacomo di 27 anni, e le sorelle Vittoria 27 anni e Maria Nicola 19 anni; Tedeschi lasciava il padre di 54 anni, la madre 51 anni, il fratello Salvatore di 24 anni e la sorella Elisabetta di 22 anni; Sciancalepore lasciava il padre 60 anni, la madre di 50 anni e i fratelli Pasquale di 23 anni, Saverio di 19 anni, Corrado di 16 anni e la sorella Serafi na di 11 anni. Anche il Corriere delle Puglie del 14 dicembre 1891 riportò la triste notizia: l’altro ieri aff ondò il piroscafo Calabria della Compagnia NGI, partito da Livorno per Civitavecchia e Napoli vicino a Boccadasse saltò in aria per lo scoppio di una caldaia i naufraghi salvati dal pf. Giava della NGI. E il 16 dicembre riporta: a bordo del pf. Calabria c’erano i molfettesi Poli Ignazio marinaio salvo, Corrado Azzarita marinaio morto, Silvestri Tedeschi mozzo morto, Sciancalepore fuochista morto, Giovanni Argenti mozzo morto. Il 4 gennaio 1892 i relativi verbali di morte, rilasciati dalla Capitaneria di Genova, furono trascritti nello stato civile di Molfetta. La società Navigazione Generale Italiana di Genova nel 1893 liquidò agli aventi diritto dei marinai Azzariti, Augenti, Sciancalepore e Tedeschi un indennizzo e gli stessi eredi poi il 1 maggio e il 7 giugno 1893, con due atti del notaio Vincenzo Raff aele Massari, rilasciarono una quietanza all’avv. Francesco de Nichilo di Trani loro patrocinatore2. Il pf. CALABRIA ex WELLESLEY fu costruito e varato a Newcastle nel 1870 nel cantiere navale Palmer e C.; lo scafo di ferro, lungo 70,50 m, largo 9,25 m e alto 5,80 m, aveva una stazza lorda di 1204 t e netta di 781 t; a un’elica, era munito di caldaie e di una motrice a vapore di 185 hp. Nel 1882 fu poi della società Navigazione Generale Italiana (NGI) con sede a Genova; il piroscafo fu iscritto nelle matricole del Compartimento Marittimo di Palermo al n.15, essendo Palermo sede della fi liale della NGI3. L’unico marinaio molfettese superstite del naufragio fu Ignazio Rodolfo Poli nato nel 1865, iscritto nelle matricole della Gente di mare di I cat. di Bari al n.7457. Iniziò a navigare nel 1883. Il 14 maggio del 1890 a Genova si imbarcò da marinaio sul pf. CALABRIA al comando del capitano Giuseppe Quartino. Il piroscafo con 21 uomini di equipaggio e 5 passeggeri era partito da Genova ed era diretto a Napoli toccando Livorno, ma alle 7,30 del 12 dicembre 1891 per lo scoppio della caldaia naufragò a 4 miglia da Sturla. Scomparve in pochi minuti, trascinando con sè 21 marinai e 2 passeggeri4. Il Poli, trovandosi in coperta, fu sbalzato in mare ferendosi leggermente al capo; i superstiti furono subito raccolti dal pf. Giava della stessa società che viaggiava a poca distanza e sbarcati a Genova. A causa del naufragio il Poli perse il proprio libretto di navigazione ed ebbe un duplicato. Successivamente si imbarcò sui pf. REGINA MARGHERITA, CAMILLA e SICILIA fi no al mese di agosto 1893; poi trovò imbarco su alcuni velieri di Molfetta: goletta FEDERICO M. di stl. 98 al comando del capitano Felice de Candia con viaggi a S. Maura, Sebenico e Mola e sul trabaccolo LAURA di stl. 31 al comando di Angelo Pignatelli, navigando fi no al 1899. Optò poi per un’occupazione a terra, svolgendo un lavoro impiegatizio come commerciante a Sannicandro e poi come commesso farmacista presso l’ex farmacia di Giovanni Poli situata a Via Annunziata; morì nel 1942.
Autore: Corrado Pappagallo