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Il molo di Molfetta ormai se lo puliscono i pescatori Ma a chi compete la pulizia della zona?
15 settembre 2008

MOLFETTA - Ecco l'ennesima notizia del proliferare della sporcizia in città. Ci ha contattati un pescatore che durante il tempo libero si reca sul molo per cimentarsi nel tanto amato hobby, quello della pesca. Il signore ha voluto segnalarci come quella zona sia ormai terra di nessuno anzi no, terra di inciviltà. Tutti gettano a terra cartacce e bottiglie di birra e guai a non romperle prima di abbandonarle. C'è chi improvvisa un improbabile sorta di bowling con birilli delle Peroni e chi invece prova a lanciarle in mare dimenticandosi però di inserirci dentro il messaggio. Bisognerebbe inserirci un messaggio d'aiuto. Ma a chi? Chi deve pattugliare sulla zona e chi deve pulirla? Secondo indiscrezioni non confermate la pulizia del molo sarebbe di competenza della Regione Puglia ma comunque il Comune di Molfetta potrebbe intervenire. Quindici gira l'interrogativo alle autorità comunali per far luce sulla questione. E' un'assurdità vedere morire una zona che ormai è praticamente consegnata all'incuria. I rifiuti si ammassano in ogni dove, persino un motorino abbandonato fra gli scogli (foto), e si fa fatica a camminare dovendo anche evitare bisogni di natura umana in terra. Intanto molti pescatori puliscono la zona in cui pescano e a fine serata trasportano le buste riempite sino al primo cassonetto utile nei pressi del Duomo. Della serie ognuno bada a se stesso ma chi bada a noi? Sarebbe ora di aggiungere qualche contenitore di rifiuti che verrà sicuramente utilizzato da chi ha un po' più di coscienza, ma servirebbero anche maggiori controlli perché le teste calde non si raffredderanno mai con 2 o 3 cestini in più. Oppure basterebbe attendere l'aiuto della natura perché con il sopraggiungere dell'autunno la zona del molo comincerà ad essere sempre meno frequentata e l'unico abitante sarà il vento che comincerà a soffiare incontrastato fra i blocchi di cemento e le onde che si infrangeranno continuamente sulla terraferma. Ma c'è proprio bisogno di scomodare Madre Natura?
Autore: Francesco Tempesta
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