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Il Fatto Quotidiano riconosce l'errore: infondate le accuse al magistrato Roberto Garofoli di Molfetta
Roberto Garofoli
30 marzo 2020

MOLFETTA - L’edizione di ieri, 29 marzo 2020, de Il Fatto quotidiano ha preso atto che il magistrato Roberto Garofoli, di Molfetta, presidente di sezione del Consiglio di Stato e già capo gabinetto del ministro dell’economia, fu vittima di numerosi articoli inesatti da parte dello stesso giornale, in merito ai contributi per la Croce Rossa inseriti nella legge Finanziaria del 2019. Il giornale di Marco Travaglio riconosce l'errore.

«In relazione ai numerosi articoli pubblicati da II Fatto Quotidiano a partire dall'ottobre 2018 sul Presidente Roberto Garofoli, con riferimento alla vicenda dei contributi alla Croce Rossa Italiana II Fatto Quotidiano, prende atto che — come emerso dalla articolata spiegazione fornita dal Ministro dell'economia e delle finanze il 16 ottobre 2018 - l'erogazione a favore della Croce Rossa Italiana prevista dalla bozza di legge finanziaria per il 2019 fu proposta nell'ottobre 2018 nell'ambito di una somma stanziata in favore della stessa Croce Rossa sin dalla legge del 2012 e, a tal fine, specificamente già accantonata in un decreto precedentemente adottato dallo stesso Ministro dell'economia, risalente al 14 settembre del 2019.
Prende atto, in particolare, del carteggio tra Ufficio legislativo del Ministero della sanità e Ragioneria generale dello Stato da cui emerge che la destinazione delle somme al TFR fu ufficialmente chiesta, già nel mese di luglio, dal Ministero della Sanità nell'ambito dello stanziamento previsto dalla legge con conseguente accantonamento delle stesse con decreto del Ministro dell'economia in attesa di un chiarimento legislativo, dichiaratamente reputato necessario dalla Ragioneria generale dello Stato. Prende conseguentemente atto come affermato dal Pres. Garofoli che la proposta di emendamento prevista dalla bozza di legge finanziaria proposta nell'ottobre 2018 fu formulata a seguito e in stessa conseguenza di quella corrispondenza tra Uffici e di quell'accantonamento, su iniziativa degli uffici del Ministero, senza alcun intervento da parte sua.
Sicché, come affermato dal Pres. Garofoli non poteva esservi alcun nesso neanche lontanamente temporale con la conclusione transattiva (circa un anno prima) di una modesta controversia decennale tra il Pres. Garofoli e la stessa Croce Rossa su porzione di immobile indiviso, peraltro intervenuta sulla base dei pareri di tutti gli organi competenti. Parimenti, quanto al pagamento di un collaboratore della casa editrice "Nel diritto" (nella cui proprietà e gestione il Pres. Garofoli non ha alcun ruolo), cui si è fatto riferimento in numerosi articoli della Testata, II Fatto Quotidiano, prende atto della contabilità fornita dalla casa editrice relativa al regolare pagamento del collaboratore stesso».

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