Il fascino particolare della vecchia Polonia
Erasmus, esperienza di un giovane studente molfettese
Stanno svellendo a gran ritmo il pavè, il vecchio manto stradale, per far spazio all'asfalto. Qualche intralcio per auto e pedoni, il tram che devia dal suo solito percorso, i lavori che proseguono anche di notte.
Wroclaw, Polonia. Fascino particolare, l'Odra l'attraversa e ghiaccia quando il termometro segna meno 20. Povere paperelle.
C'e' ancora l'omino che accende i lampioni a gas con l'asticella; un vecchietto solo soletto suona il flauto vicino la cattedrale: una melodia semplice, lenta, trista.
Le giornate sono gelide, il vento, quando soffia, taglia la pelle. Ma qui sono abituati, temprati. Usano bere vodka pura per riscaldarsi; preferiscono la birra polacca ad ogni altra.
Molto cortesi, ad ogni livello: dalla donnucola che prepara la "pita" a Basia, la segretaria. I professori universitari non sembrano inavvicinabili. Non lo sono.
Lo straniero non solo "passa" ma viene anche invitato a trattenersi il più possibile. Tengono molto acchè si parli la loro lingua, l'inglese è conosciuto solo dai giovani. Ringrazi alla loro maniera e ti sorridono, forse perché hai storpiato qualche lettera. "Prosze", prego.
La radio alterna musica polacca alle canzonette angloamericane: sono frequenti le news, una disdetta per chi, non capendo un'acca, cerca sollucchero nella musica.
I tram blu sono puntuali ma le obliteratrici al loro interno hanno un congegno "a mano" che ai più tecnologici sfugge, e bisogna spiare qualcuno per superare l'ostacolo. Il rischio, altrimenti, e' di incappare nel severo controllore, duro mai quanto la "policja": una sgommata, una frenata brusca e due teppistelli che con l'auto scorrazzavano imprudenti vengono "invitati" a scendere dalla giostra per una perquisizione.
Il centro, la vita e' nel "Rynek".
Eugenio Tatulli