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"Il confine del mio corpo è il confine del mio mondo", mostra a Roma dell'artista Michele Zaza di Molfetta
03 dicembre 2014
ROMA
- "Il confine del mio corpo è il confine del mio mondo" è il titolo della nuova mostra che
Michele Zaza,
noto artista di Molfetta, inaugurerà venerdì 5 dicembre, alle ore 18, nella Galleria nazionale d’arte moderna di Roma (viale delle Belle Arti 131) a cura di
Angelandreina Rorro
. La mostra, che resterà aperta fino al 15 febbraio 2015, propone 24 lavori che consentono di ricostruire l'intero percorso dell’artista, dalle immagini delle performance del 1970 alle opere fotografiche, dai dipinti ai progetti e alle installazioni degli ultimi anni.
Sono presenti anche alcune opere inedite e il primo video del 1985, mai proiettato in Italia. Zaza (Molfetta 1948) si è sempre mosso tra pittura, scultura, video e fotografia.
L'ARTISTA
Michele Zaza
(
Molfetta,
1948) si è diplomato in scultura con
Marino Marini
all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano nel 1971, ma è difficile definire i confini della sua arte che è pittura, scultura video e fotografia. Negli anni della formazione accademica
Zaza
entra in contatto con l'ambiente artistico milanese interessandosi agli sviluppi dell'arte cinetica e minimal. Comincia a utilizzare la fotografia già nel 1970 per registrare le azioni provocatorie messe in atto nel suo paese e la sua prima personale nel 1972 alla Galleria
Il Diaframma
di Milano,
Cristologia
, è fatta di immagini fotografiche. Il suo lavoro però non si limita allo scatto o all'inquadratura: parte dall'idea, alla quale segue spesso un progetto, poi la costruzione di un set e infine l'esecuzione della foto che, sin dall'inizio, era scattata dall'artista, da un familiare o da un amico fotografo. Questo ruolo era ed è tutt'ora interscambiabile. Nel 1973, nella personale alla Galleria
Marilena Bonomo
di Bari, nell'opera
Dissidenza ignota,
i genitori per la prima volta diventano soggetti delle sue immagini e lui stesso è presente come attore o regista. Nei lavori successivi trovano posto gli altri affetti quotidiani, come sua moglie o sua figlia, ma si vedono anche alcuni oggetti (la pistola, la televisione, le lampadine) o dei materiali in forma di piccole sculture (il pane, l'ovatta, la carta) che diventano - tutti - elementi significativi di un linguaggio scelto e codificato con rigore per trasfigurare la quotidianità. La ricerca di
Zaza
parte dall'idea che "
l'arte non offre possibilità alternative alla condizione umana, ma è al contrario la risultante di questa condizione
". Quindi i corpi immobili e ieratici, in piedi, capovolti o seduti diventano il materiale plastico attraverso cui percepire e rendere esistente il mondo. Ma è il volto il luogo delle rivelazione assoluta. Frontale, di profilo, dipinto di bianco nero o blu catalizza l'attenzione dello spettatore nelle installazioni più recenti dell'artista che si arricchiscono del rapporto con la scultura e con lo spazio. Tutto il lavoro di
Zaza
ha una radice antropologica e una suggestione metafisica e si distingue tra le ricerche degli ultimi 50 anni per la sua singolare coerenza. Tra le numerose mostre collettive
Zaza
ha partecipato alla Biennale dei giovani di Parigi nel 1975, alla Biennale di san Paolo e Documenta di Kassel nel 1977 e alla Biennale di Venezia nel 1980 con una sala personale. Ha lavorato con gallerie italiane e straniere da Luciano
Inga Pin
a Milano,
Ugo Ferranti
a Roma,
Lucio Amelio
a Napoli,
Marilena Bonomo
a Bari a
Yvon Lambert
a Parigi, Annamarie Verna a Zurigo, Leo Castelli a New York, e più recentemente con Persano a Torino e Bianconi a Milano. Dopo il 2000 ha esposto il suo lavoro al
Museo Laboratorio d'Arte Contemporanea
di Roma e al
MAMCO Musée d'Art Moderne et Contemporain
di Ginevra. Le sue opere sono conservate presso varie collezioni pubbliche, tra cui:
Fondation Emanuel Hoffmann
,
Öffentliche Kunstsammlung
(Basilea);
Hamburger Bahnhof-Museum für Gegenwart
(Berlino);
Walker Art Center
(Minneapolis);
Centre Georges Pompidou Musée national d'art moderne
(Parigi);
Musée d'art moderne de la Ville de Paris
(Parigi);
Staatsgalerie
(Stoccarda);
Museum of contemporary art
(Téhéran);
Kunsthaus
(Zurigo). © Riproduzione riservata
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