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Il Comitato dei Garanti rinvia la proclamazione del candidato sindaco del centrosinistra
06 dicembre 2005

MOLFETTA - 6.12.2005 La riunione del Comitato dei Garanti, prevista per questa sera al fine di proclamare il vincitore delle consultazioni primarie dello scorso 4 dicembre e per “incoronare” Lillino Di Gioia (nella foto) come candidato sindaco del centrosinistra, non si terrà. La notizia non ha ancora trovato un riscontro ufficiale ma a questo punto appare scontata e sembra sia dovuta alla richiesta, avanzata da alcune forze politiche, di approfondire i significati politici del risultato emerso dalle urne domenica sera. Sul piano formale, al momento, nessuno contesta i numeri ottenuti dai quattro contendenti ma dagli ambienti vicini ai due candidati dell'Unione persistono forti perplessità sulle modalità grazie alle quali Lillino Di Gioia ha ottenuto questa netta vittoria che ha di fatto sbaragliato la concorrenza. Non è un mistero infatti, che più di qualcuno continua a sostenere che a favore del candidato sostenuto dalla “Primavera Pugliese” e dai movimenti centristi locali, siano intervenuti importanti spezzoni di ceto politico legato al centrodestra ed all'attuale amministrazione per favorirne la vittoria. “Tutte sciocchezze” le ha definite Lillino Di Gioia che di certo non si aspettava di dover affrontare questa freddezza e questo clima ostile dopo quella che egli stesso ha definito “una grande festa della democrazia, testimoniata da una partecipazione popolare straordinaria”. Di certo questa mattina grande scalpore hanno suscitato negli ambienti della politica locale le dichiarazioni dell'assessore regionale Guglielmo Minervini, indicato da molti come il vero sconfitto di questa vicenda: “Il dato che emerge – ha dichiarato l'ex sindaco della città al cronista della “Repubblica – Bari” che l'ha intervistato – è che di fatto c'è stata la partecipazione al voto del centrodestra che aveva dichiarato già in alcune occasioni di voler condizionare il voto. Vedremo a questo punto gli elenchi di chi ha votato, le primarie sono valide solo se si rispetta il dato di lealtà”. Ma ancora più esplicito è stato Minervini nell'intervista pubblicata dal “Corriere del Mezzogiorno”: “Vi è stato un apparato di elettori di centrodestra tale che potrebbe aver condizionato il risultato. In coda c'erano consiglieri ed esponenti di spicco dell'attuale maggioranza che non risulta si siano disimpegnati dallo schieramento di centrodestra. Non dico che il risultato sia stato inquinato di sicuro, ma pongo un problema su cui è necessario riflettere”. Cosa possa succedere ora è difficile da prevedere. Qualcuno ipotizza già una candidatura espressione della società civile (a questo proposito circola con insistenza il nome di Matteo D'Ingeo, già consigliere comunale, dichiaratosi disponibile a scendere in campo direttamente se qualcuno glielo proponesse), che si ponga al di fuori dell'Unione ma che consentirebbe di intercettare quel voto di dissenso verso il risultato scaturito dalle primarie che sta montando in maniera poderosa tra gli elettori della coalizione di centrosinistra (come dimostra anche il dibattito apertosi sulle pagine del nostro sito). Ma è anche un'altra l'ipotesi che si potrebbe aprire: i partiti di centrosinistra potrebbero decidere di non riconoscere la vittoria di Lillino Di Gioia per una presunta violazione del dovere di lealtà (tutta da dimostrare nei fatti e con dati concreti), trovando poi l'unità sul nome di Mino Salvemini, candidato della sinistra, risultato il più suffragato nelle consultazioni primarie dopo Di Gioia. Difficile dire ora quali conseguenze una scelta del genere potrebbe determinare. Giulio Calvani
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Certo è dura, per gli elettori di sinistra, accettare un candidato di centro. Ma è il prezzo del bipolarismo. Quando si restituisce una parte del potere agli elettori si corre un rischio: che il candidato non sia un compromesso! Ma questo è un arricchimento, che si chiami nichi o si chiami lillino. Di che stiamo parlando? Non si possono spostare più di mille voti solo per disturbo, lo sappiamo, e non si può biasimare chi si allontana da un'amministrazione travolta dalle inchieste giudiziarie. Lillino non è di sinistra? L'Unione stessa non lo è! Prodi, non lo è! La maggior parte degli elettori non lo sono! Volete sapere cosa è sicuramente di sinistra: il bene comune! Il sacrificio personale per un ideale più alto! La difesa del più debole e del diverso! Il rispetto delle regole! Questo è quello che accomuna la sinistra con l'unione, con le sue diverse anime, con i suoi elettori. Non è facile, ma oggi siamo chiamati a dimostrare di credere in questi valori, siamo chiamati a dare una lezione politica, noi tutti, a quelli che ancora sono nelle stanze del potere a contendersi gli ultimi pezzi della città, che ci guardano tremanti, per la paura che questa alleanza si compia, che queste forze si incontrino, si accettino e li mandino a casa. Credo che alcuni dovrebbero fare un po' di autocritica. Credo che altri cerchino solo visibilità. Credo non si debbano accettare passivamente le decisioni di partito ma credo anche che ci sia un obbligo morale ed intellettuale di giudicare Lillino dopo averlo conosciuto, dopo aver ascoltato come pensa di rappresentare anche la sinistra e non giudicarlo solo per la sua passata militanza nella d.c. Voglio un centrosinistra serio, stabile e che migliori la comunità. Riflettiamo sullo spettacolo che stiamo dando DOPO le primarie. Questo non è da noi.






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