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Il candidato sindaco a Molfetta per il Pdl, Antonio Azzollini: siamo tanti per davvero Presentato il programma della coalizione di centrodestra, con un bilancio del lavoro fatto in questi due anni al governo della città
26 marzo 2008

MOLFETTA - “Noi, tanti per davvero”. Inizia così, nella serata di apertura della campagna elettorale al teatro Odeon, il candidato sindaco della coalizione di centrodestra, Antonio Azzollini (nella foto, durante la manifestazione di ieri sera). “Noi siamo tanti per davvero: abbiamo scelto di creare una coalizione omogenea, che ha valori condivisi. In questi due anni, il consiglio comunale ha dato spettacolo di sé, con un dibattito elevato e dai toni civili. Anche la giunta, modello di coesione e rispetto, di riconoscimento delle altrui ragioni ogni volta che si andava sopra le righe, ha menomazioni irrilevanti. Toni normalmente civili e competenti, orientati per il bene pubblico: questi siamo stati noi in questo anno e mezzo. Abbiamo una presa sul territorio straordinaria, mi dispiace per l'altra coalizione”. “Pur nella separazione tra Stato e Chiesa”, aggiunge Azzollini poco più tardi “abbiamo l'identità nella cristianità in Italia e in Europa: di lì è nata la civiltà europea e italiana, di tolleranza, accoglienza e rapporto tra fede e ragione. Gli altri sono un guazzabuglio ribollito, in cui convivono alfieri del cattolicesimo e alfieri dell'anticattolicesimo”. E a proposito dell'altra coalizione, poco prima della fine del suo discorso, Azzollini afferma: “noi abbiamo pochi cerchietti e molte liste, pochi simboli e molti uomini. Abbiamo dei cavalli di razza, uomini e donne capaci, motivati, onesti. Cavalli da corsa, che sanno andare negli strati più popolari e in quelli più nobili, quelli degli intellettuali e quelli dei lavoratori, che per noi sono tutti parte attiva della società civile. Loro hanno messo insieme un'accozzaglia di persone, vogliono consegnare la città di nuovo a gente come Ancona, Visaggio, Di Gioia, De Nicolo, De Cosmo, col povero Mino Salvemini, che mi immagino come un maggiordomo che serve loro il piatto di spaghetti” E a proposito dei manifesti elettorali proprio di Mino Salvemini, uno degli altri due candidati sindaco, che definisce “un amico”, Azzollini la butta sull'ironico: “ho letto sui manifesti che Mino riceve tutti i giorni. Come il Mago Othelma, come Conte Cagliostro. Un sindaco non riceve soltanto, un sindaco lavora”. Il sindaco uscente passa poi, dopo un breve accenno a quella che è la composizione delle sue liste, ad illustrare i punti forti di quella che sarà la sua campagna elettorale: convincere gli elettori di tutto ciò che è stato fatto finora. “Capisco gli otto assessori che sono con noi, non capisco gli altri due: hanno sempre votato con noi, a parte le ultime due volte. Nella campagna elettorale ne spiegheremo i motivi. Gli otto che sono con noi, invece, hanno avuto una condotta indefettibile. Abbiamo risanato il debito, abbiamo detto di 5 milioni, ma sono di più. E risanando il bilancio, abbiamo consentito di concludere tutte le operazioni che abbiamo concluso. In questi due anni abbiamo gestito la più grande gara d'appalto nel Meridione, per una somma di 70 milioni. Nessun rappresentante della Finanza è mai salito in Comune a vedere le carte, è un motivo di orgoglio, segno di una onestà adamantina. Voglio testimoniarlo a favore dei miei assessori: abbiamo trattato per il Fashion District, abbiamo trattato con ForumInvest, noi potevamo essere disonesti, ma non lo siamo stati. Siamo stati unici. E ora tutti vogliono fare di nuovo questa esperienza di governo: sanno che stiamo dando origine all'embrione di una classe dirigente nuova”. E, ancora una volta, il confronto con la controparte, il PD: “dall'altra parte, invece, ci sono importanti defezioni. Hanno ritenuto (Azzollini si riferisce soprattutto a Mimmo Favuzzi e Mauro Panunzio, che alla vigilia delle elezioni si sono chiamati fuori per incompatibilità con alcuni esponenti della lista, ndr) fosse una guazzabuglio per il quale non valesse la pena esporsi. E' stato un dissenso pubblico, e io so che significa in quei partiti, che conservano ancora la matrice comunista. Da noi, le rotture non ci sono, e non per diplomazia. Noi non siamo come loro”, aggiungerà in seguito, “per cui qualcuno prima è buono, poi è cattivo, per quella doppiezza togliattiana per cui si è onesti quando si è con loro, disonesti quando si è contro di loro, un moralismo d'accatto. Poi c'è chi, per un mistero trinitario, nel volgere di una serata sta in tre partiti diversi”. Il sindaco uscente risponde poi alle accuse relative alle sue dimissioni da Palazzo Giovene: “non porto io i molfettesi al voto, li porta Romano Prodi: la giunta comunale, invece, ha conservato la maggioranza, una maggioranza imbarazzante, per la programmazione inesistente della sinistra”. Successivamente Azzollini riserverà un'altra battuta a Prodi: “perde il pelo ma non il vizio. Con l'Alitalia Prodi si conferma come il più grande svenditore d'Italia. Se avete qualcosa da svendere, sapete a chi rivolgervi. Una iattura per l'Italia”. La seconda parte riguarda più strettamente il programma, che anch'esso trova il punto di partenza nei risultati già raggiunti: “hanno detto che non partecipiamo al piano strategico per il porto commerciale. Non è vero. Oltre al porto commerciale, e a quello turistico, ci sono gli spazi verdi. Abbiamo tolto le antenne, cosa per la quale l'assessore Magarelli si è impegnato straordinariamente, abbiamo interrato i tralicci da 150mila volts, che erano lì da più di trent'anni, quasi con una angioplastica della pietra. Abbiamo riaperto le piazze, non limitandoci ai progetti approvati, ma mettendoci nuovi quattrini. Stiamo risistemando le villette antistanti la stazione. Abbiamo aperto il Parco intitolato al fondatore degli scout, Lord Baden Powell, già dal nome un monumento al rispetto della natura. Vogliamo proseguire nel piano per una città più pulita: con l'Asm stiamo valutando l'interramento dei cassonetti”. A proposito della pulizia e dello smaltimento rifiuti, Azzollini ha fatto anche alcune rivelazioni sul caso-Mazzitelli: “fu firmata una convenzione devastante, con la clausola di una penale a carico anche del Comune. Una norma folle. La nostra transazione non è costata 300.000 euro, ma 2.500, per un nuovo contratto del valore di milioni. Un altro esempio di moralità, per cui ringrazio i diversi professionisti che nella scorsa amministrazione hanno lavorato a prezzi d'affetto. La nostra transazione eliminava quella clausola; notizie fondate dicono che abbiamo vinto, la questione si risolverà, e studieremo come quell'impianto potrà essere utilizzato nel bacino dei rifiuti”. Dopo la digressione, il candidato sindaco del centrodestra ricomincia ad illustrare traguardi raggiunti ed obiettivi futuri, tirando qualche frecciata ad intermittenza: “l'assessorato ai servizi sociali ha funzionato. Il Filo d'Oro è lì, la Regione non lo fa partire. La Regione è contro questa città, ma questo sindaco ha provveduto a tutto per far partire l'attività. La Regione ci deve dare questa convenzione, così come quella per gli hospice. Abbiamo fatto e faremo molto per la socialità. Riguardo alla cultura, grazie agli introiti di Molfetta Outlet Fashion District e ForumInvest (Mongolfiera), abbiamo destinato molti fondi a iniziative culturali, tenendo conto di tutti gli strati di cittadini, dai musicisti locali ai grandi pianisti: con Rea ed Einaudi, ad aprile saranno venuti a Molfetta, dopo Bollati e Allevi, tutti i quattro più grandi pianisti d'Italia. Grazie a noi l'Odeon ospita una delle più grandi stagioni teatrali, ne parlano in Italia. Abbiamo commemorato Gaetano Salvemini con le posizioni più diverse, da quelle estreme della sinistra, e quelle più moderate”. La chiusura, destinata ai progetti in divenire: “oltre al porto, grazie alle conoscenze da senatore, il Palazzo della Dogana, chiuso per anni, con problemi statici, diverrà una struttura alberghiera. Abbiamo avviato il progetto Cittadella dello Sport, in un settore nel quale da 30 anni un consiglio comunale non deliberava. Sarà una struttura che, tolta la gestione della Piscina al Coni, partirà da lì e, attraverso il Park Club che diventerà uno spazio di passeggiata simile all'Acqua Acetosa, e il Paolo Poli, includerà la Prima Cala, un punto per la pratica degli sport marini come il canottaggio, e un'ala dell'Ipssar (Alberghiero), destinata alla residenza degli atleti durante le manifestazioni. Noi abbiamo una precisa idea dello sviluppo della città, gli altri no”. Alla fine, Azzollini punta tutto cercando di trasformare il punto di debolezza, quella contestatissima doppia carica sindaco-senatore, in un punto di forza: “la solità banalità del sindaco-senatore è una opportunità. Anche a Brescia il sindaco è un senatore. C'è bisogno di risorse: se non faccio il senatore, la storia diventa molto più difficile, è questa la verità. Siamo orgogliosi di quello che abbiamo fatto, e di quanto il Parlamento ci ha dato”. “E le provvigioni per Molfetta”, conclude Antonio Azzollini, “continueranno ad arrivare”. E, sempre a proposito di quei manifesti su cui il sindaco Mino riceve, “noi non dobbiamo ricevere: dobbiamo lavorare”.
Autore: Vincenzo Azzollini
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Abbiamo avuto un Sindaco che ha guidato un'amministrazione efficientissima in una città fiorente, pulita, bella, ordinata, dove il traffico scorre, l'asfalto è perfetto, dove non ci sono buche sui marciapiedi e voragini per strada. Il corso di Molfetta è un salotto e di volgari speculazioni affaristiche non c'è nemmeno l'ombra. Ci sono i parchi ben tenuti dove passeggiare ed una villa inaugurata da poco dove i bambini giocano tranquilli senza fare ressa sui numerosi giochi ed è stato inaugurato un nuovo parco( dove????) Una città, insomma, dove i soldi arrivati e quelli dei cittadini sono stati spesi nel migliore dei modi. Se è questa è la realtà che vede Azzollini, gli consiglierei una visita medica urgente. Io non ho la vocazione della cabarettista, sono una persona seria che vive in città e che ha deciso di rispondere perché ha rispetto di se stessa e dei suoi concittadini. Per capire in che stato è Molfetta basta fare un giro per la città. Mi permetto, a questo punto di darle un consiglio, tenga conto di un dato:la gente prende coscienza dello sfascio e del malgoverno in cui è costretta a vivere e comincerà a reagire. La sua forza in questa bagarre è solo una: a sinistra c'è il vuoto, come ha detto lei un'accozzaglia che però in un non lontano passato ha sostenuto la sua amministrazione ed ha votato i suoi provvedimenti. Pertanto se il sindaco in futuro sarà lei si faccia tutore della tutela della legalità, della dignità e dello sviluppo, cercando di assicurare un futuro “normale” Molfetta.

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