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Il “Percorso” non si è sciolto INTERVENTO
15 ottobre 1999

Il Movimento del “Percorso per l’Ulivo”, sin dal mese di marzo è stato ampiamente coinvolto in un dibattito interno sulla opportunità di sciogliersi e convergere nei “Democratici” di Prodi, all’indomani della loro costituzione a Molfetta. E’ subito apparso che le posizioni, al nostro interno, erano due. C’era chi proponeva di sciogliere il “Percorso” e di convergere in toto nei “Democratici”, giacché i due progetti politici presentavano posizioni comuni. C’era chi proponeva di coesistere, nella collaborazione reciproca, stante il ruolo positivo che ancora possono svolgere i movimenti locali che, liberi da ingerenze nazionali, regionali e provinciali e segreterie di partito, “costituiscono una salutare e capillare rete alternativa di sicuro presidio democratico e sociale”. Vedi documento del “Percorso”, luglio ’98. Essi, infatti, meno legati a schieramenti decisi dall’alto, perseguono obiettivi politici partendo dai bisogni ed agli interessi reali della propria città. Una mancata informazione, legata anche al momento politico che stavamo vivendo (le elezioni provinciali) ha creato degli equivoci. Costituendosi i “Democratici” a Molfetta, infatti, alcuni aderenti del “Percorso” vi si sono iscritti, lasciando il “Percorso”, altri hanno votato in libertà e coscienza. L’adesione di alcuni del Percorso ai Democratici ha fatto credere che il Percorso si fosse sciolto per convergere nei Democratici. Ciò non è avvenuto. Personalmente già dal 10 maggio avevo comunicato per iscritto al coordinamento del Percorso, ancora esistente, che volevo continuare a rappresentare in Consiglio Comunale, il movimento che mi aveva eletta, convinta di poter meglio mantenere viva la sua prassi e la sua linea politica. Non ho infatti condiviso le evoluzioni e i cambiamenti di raggruppamenti politici che si erano realizzati in poco tempo, determinati, a mio parere, più da scelte di pochi che da un’ampia e appassionata partecipazione di base come sperimentato e realizzato dal Percorso, movimento di cui ho fatto parte sin dalla sua felice intuizione. Non sono pertanto iscritta ai Democratici né faccio parte del loro gruppo consiliare. Il 13 luglio in un’ultima riunione degli iscritti del Percorso, che avevano rinnovato l’adesione, ad esso, nell’ottobre del’98, è emersa la volontà di un gruppo di non sciogliere il Movimento ma di essere ancora presenti nella città per continuare a dare il proprio contributo alla realizzazione di esperienze autenticamente democratiche in grado di elevare il livello di partecipazione, evitando che si torni a fare politica nelle segreterie di partito o nelle stanze del palazzo. Rischio già presente, giacché la città pare abbia perso il gusto di essere presente (vedi il calo dei votanti alle ultime elezioni… il voto è l’atto finale di un coinvolgimento precedente… e non di promesse elettorali). Occorrerebbe infatti riprendere e/o individuare forme di partecipazione dei cittadini, oltre ai partiti e ai movimenti, non ancora attuate (consigli di quartiere, di circoscrizione, consulte…) perché solo così le componenti cittadine possono anch’esse sentirsi progettuali, responsabili dei mutamenti sociali, culturali ed economici in atto e soprattutto possono padroneggiarli (Restituire la città ai cittadini!). Sto scrivendo ora, 7 ottobre, e solo a giornale pubblicato si sapranno gli esiti della crisi di maggioranza che stiamo vivendo. Il “Percorso” non solo ha avuto il merito di aver intuito, progettato, voluto e cambiato le regole della politica a Molfetta cinque anni fa, ma credo che oggi più che mai va riaffermato e diffuso il suo patrimonio di idee, regole, metodo e persone. Ci sono rischi di tornare a una politica di basso profilo: all’interesse spicciolo e di parte, a contare per valersi, a proporsi e non a farsi scegliere, a dimenticare che la città ha bisogno di persone competenti, credibili, non compromesse che hanno da sempre testimoniato e testimoniano, con l’impegno politico, socio-culturale, professionale, la loro adesione ai valori fondamentali della democrazia, della giustizia sociale, della dignità umana. Bisogna tornare a scegliere di impegnarsi e non restare a guardare (dall’appello del ’94). E’ un invito caldo, pieno di speranza, perché molto è nelle mani dei “cittadini veri” che hanno a cuore il bene della propria città, della sua crescita economica, culturale e sociale che rischia di divenire un interesse secondario. Siamo disposti io e gli altri aderenti del “Percorso” a rimettersi in gioco: come, quando, dove lo decideremo insieme presto. Franca Carlucci Consigliere comunale del “Percorso per l’Ulivo”
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