I vigili? Chi li ha visti? La città dei semafori inutili
Caos su via Giovinazzo, lungomare terra di nessuno
Trovare un parcheggio è quasi impossibile, anche a pagamento: pochi spazi disponibili e tutti occupati da residenti e commercianti. Chi viene da fuori deve rassegnarsi e tornare indietro (e i commercianti ci rimettono), oppure parcheggiare dove capita, ma in questo caso i vigili che non vedi in città, misteriosamente compaiono, anzi magari appare il fatidico foglietto con la sanzione, ma di loro non c'è traccia.
Se li cerchi ne trovi, incredibilmente 4 nella zona pedonale di Corso Umberto (dove non serve), ma non al lungomare, ormai terra di nessuno fuori dell'area pedonale o al porto dove c'è il caos completo: macchine in tripla fila come al lungomare e transitare è quasi impossibile.
Circolare in città è ancora più difficile: macchine in doppia fila, in sosta vietata agli angoli delle strade, lunghe code anche perché l'amministrazione dell'Asm continua a ostinarsi a voler fare la raccolta dei rifiuti e lo svuotamento dei cassonetti nelle ore di punta. E il traffico? E la gente in attesa e le paralisi della circolazione? Chi se ne importa sembra dire il presidente dell'Azienda servizi municipalizzati. Così c'è chi nell'attesa si legge il giornale, costringendo gli altri a strombazzare, anche perché chi sta dietro non sa che la strada è bloccata dall'automezzo della nettezza urbana.
Nelle città con amministrazioni più intelligenti, il servizio viene svolto di notte. Perché a Molfetta non si può fare? Mistero. Costa troppo? Con tanti soldi che si spendono per assessorati inutili, questa spesa che migliorerebbe la qualità della vita, non sarebbe né inutile, né eccessiva.
Che dire poi dei semafori? Ne hanno messi anche nei punti più inutili e hanno riacceso anche quelli che si erano rivelati inutili anche in passato: sembra una mania quella del semaforo. Il risultato: la gente si stanca di aspettare e passa col rosso, oppure quando c'è il verde si sentono tutti piloti alla partenza della Formula 1. E qui le multe chi le fa? Nessuno. I vigili sono pochi, sono tutti graduati (abbiamo più marescialli a Molfetta che …nell'esercito italiano) e nessuno vuole stare lì per strada, meglio l'ufficio o altre incombenze meno “scomode”.
Un esempio? Via Giovinazzo. Hanno piazzato un semaforo a distanza di 100 metri da un altro e per giunta all'uscita di un supermercato. Risultato? Caos totale e rischio continuo di incidenti. Ma questo non interessa allo stratega del traffico cittadino (chi è? Il nuovo comandante dei vigili in pectore? L'assessore alla Polizia urbana? O altri? Ci piacerebbe conoscerlo). Così la gente non riesce ad entrare e uscire dal parcheggio del supermercato o per farlo deve ricorrere allo sprint tra una macchina e l'altra e tra un verde e l'altro.
A complicare le cose in questo periodo ci si mettono anche i lavori per la realizzazione di box interrati accanto allo stesso supermercato. Gli operai si improvvisano vigili e cercano di dirigere il traffico, quando c'è qualche camion che deve scaricare. E così altro caos. Infine, ultima ciliegina sulla torta, la presenza di un'autofficina (della quale “Quindici” si è già occupata, ma il comandante dei vigili inspiegabilmente ha ignorato la cosa, limitandosi a dire a un agente motociclista: passa ogni tanto di là) che occupa tutti gli spazi disponibili con le macchine dei clienti, togliendo ogni visibilità a via don Cosmo Azzollini. Immettersi da questa strada su via Giovinazzo sarebbe praticamente impossibile, collocata com'è fra due semafori e con vetture sempre ferme sulla destra fino all'incrocio (e qui le multe stranamente non vengono mai fatte) e nessuna visibilità da sinistra per le auto in riparazione. Unica alternativa: violare il codice e immettersi “a tuffo” tra una macchina e l'altra, tra le bestemmie dei malcapitati. Se ti va bene ti inserisci nel flusso, se ti va male è contento il carrozziere (sperando di non ricorrere anche al pronto soccorso).
Ci piacerebbe sapere chi ha studiato questo “manicomio” (per il quale abbiamo ricevuto decine di telefonate di protesta) e soprattutto come lo giustifica. Se possiamo suggerire delle soluzioni, potremmo consigliare di spegnere il semaforo vicino al supermercato o lasciarlo lampeggiante (se lo si fa definitivamente è meglio, ma lo si dovrebbe fare con almeno temporaneamente finché durano i lavori dei box) e poi rendere più visibile l'incrocio tra via Giovinazzo e via don Cosmo Azzollini.
Il comandante dei vigili farebbe bene a restare meno in ufficio e ad andare più in giro per la città per vedere direttamente le situazioni caotiche e a rischio.
Alcuni lettori si sono lamentati per l'accanimento con cui vengono fatte le multe in alcune zone, mentre ci sarebbe tolleranza per consiglieri comunali e assessori (che abbiamo visto personalmente guidare controsenso e senza casco). “A me hanno fatto la multa – ci dice una signora - perché avevo parcheggiato in prossimità dell'incrocio (per andare a prendere i bambini) e perfino perché avevo sbagliato a cancellare la data sul grattino: l'ho fatto con la penna e non con l'unghia, mentre un signore che conosco, da quando è diventato consigliere comunale sosta nella strada dove abito sempre in doppia fila e non viene multato”. Questa è solo una delle lamentele pervenuteci. Non crediamo che i vigili urbani facciano due pesi e due misure, né che favoriscano gli amministratori, né tantomeno che il sindaco per rimpinguare le casse comunali penalizzate da troppe spese (per consulenti e assessori) abbia chiesto ai vigili più severità nelle multe, come dice qualcuno. Ma che nella gestione del traffico e delle multe ci sia qualcosa che non funziona, è un fatto. Provate a chiedere in giro ai cittadini di Molfetta: o sono tutti impazziti o qualcosa non va.
E' così difficile rendere questa città più a misura d'uomo o la città a rete che intende il sindaco è quella che avvolge tutto e nella quale i cittadini si attorcigliano come matti o come pesci nella rete dei pescatori?
Siamo sicuri che non avremo risposta, come è avvenuto altre volte. Ma noi non scriviamo per il Palazzo, ma per i cittadini soprattutto di quelli che non hanno voce nel Palazzo.
Michele de Sanctis jr.