I politici scoprono solo ora i problemi dell'ospedale
Dopo averne fatto un uso clientelare ed elettorale per anni a danno della qualità e dell'efficienza
C'è già chi parla di una grande clinica privata. Un'importante famiglia molfettese disposta a investire milioni (di euro) in un grande business del futuro: la sanità per pochi. Le ragioni dell'investimento stanno nel piano di riordino ospedaliero regionale: smantellati quasi tutti i reparti dell'ospedale di Molfetta con possibilità di degenza, è naturale che qualche illustre personaggio della finanza molfettese sull'affare ospedale ci faccia un pensierino. Magari fingendo di piangere sullo schiaffo morale che la Regione avrebbe dato a una delle più popolose città della Puglia.
Ma questo è solo uno dei retroscena che si stanno consumando dietro le quinte della débâcle di un ospedale. Al di sopra di tutti i cittadini. Difensori e non dell'ospedale di Molfetta. An contro Forza Italia, il sen. Antonio Azzollini contro l'on. Francesco Amoruso, Fitto contro tutti: accuse incrociate, battibecchi nell'aula consiliare, ferite dentro la maggioranza a colpi di manifesti e polemiche a distanza. Ma non è questo il vero problema. Non è questo quello che sorprende e sconcerta. Meraviglia il fatto che dell'ospedale di Molfetta, in quanto struttura sanitaria e non semplicemente come trampolino di lancio per qualche politico esordiente o come punto di arrivo per qualche professionista "ben agganciato", si parli soltanto adesso. Meraviglia che soltanto adesso ci si renda conto di come "razionalizzare" spesso sia un comodo eufemismo per "tagliare" o, più prosasticamente, "fare fuori" qualcosa o qualcuno. Addolora prendere atto che la scure ottusa e difficilmente imparziale dei decimali governi un settore che non di bilanci dovrebbe occuparsi, ma della salute delle persone.
Dopo il dolore e l'amarezza, resta ancora però qualche dubbio. In nome della necessità di far quadrare i bilanci e della nuova impostazione manageriale data alla sanità pubblica, arriverà mai il momento in cui, accanto ai contribuenti, qualche responsabile "pagherà il pegno" delle inefficienze di gestione?
Quanto all'urgenza di eliminare i rami secchi e "razionalizzare" le spese, si è mai chiesto qualcuno perché l'ospedale di Molfetta è l'unico della Ausl Ba2 a non essere munito di un'apparecchiatura per la Tac? E perché, anziché dotarsene, ha speso e continua a spendere cospicue somme di denaro per effettuare il servizio altrove (negli ospedali limitrofi o nelle strutture private convenzionate)? Risposta: perché tutti i manager - compresi quelli della sanità pubblica e privata - fanno cartello. Anche a Molfetta.
Tiziana Ragno