“I pini potevano essere salvati, il sindaco contro i cittadini”
Nella città del cemento, gli alberi si potevano salvare con soluzioni alternative
Molfetta “SMART” dallo scorso anno ha deciso di intraprendere la via della “Rigenerazione urbana” per intercettare i Fondi del PNRR ma lo ha fatto, al solito, in stile nostrano. Infatti, la “Rigenerazione” è un grande obiettivo Comunitario che deve contrastare il “degrado urbano” soprattutto nelle “periferie più degradate”, deve garantire ai cittadini una maggiore qualità di vita e dell’abitare; per questo, grazie alla più ampia partecipazione sociale, deve prevedere opportune sistemazioni ambientali nei quartieri. L’applicazione di questi principi sacrosanti, a Molfetta ha determinato alcune scelte molto discutibili: ha individuato come “area degradata” da rigenerare il quartiere di Levante caratterizzato positivamente da una rilevante presenza di verde e, in esso, una strada che definirei una grande “cintura verde” qual è via don Minzoni; ha superato la necessità di sentire i cittadini a queste scelte in fase di progettazione, consultandoli solo a fatto compiuto (vedi l’incontro tra assessori e cittadini del 28 febbraio 2024) presentando progetti già assegnati e decretando l’eliminazione di quanto di più prezioso ci sia per la sostenibilità ambientale, ovvero i suoi 70 alberi di 50 anni di età che, per gran parte, godono ottima salute fornendo al quartiere grandi quantità di ossigeno e tanta ombra. Una scelta che per contropartita ha la piantumazione di tigli (alberi a lento accrescimento), la sistemazione di strada e marciapiedi e la realizzazione di una pista ciclabile. I Pini esistenti e i lavori da fare, da questa amministrazione sono sempre stati considerati alternativi e incompatibili; scelte che altri tecnici urbanisti e altre amministrazioni locali (vedi Udine) hanno invece ritenuto possibili partendo dalla convinzione che il patrimonio vegetale di alberi ad alto fusto possa, anzi debba, essere preservato specialmente in una strada di grandi dimensioni com’è via don Minzoni. UDINE: PISTA CICLABILE RIALZATA CONTRO IL PERICOLO-RADICI In viale Cadore, dove il Comune ha rimosso porfido e asfalto. L’assessore Pizza: «Abbiamo usato un materiale che dà respiro alle piante». Alcuni consiglieri comunali, anche su sollecitazione dei cittadini residenti nel quartiere, a febbraio scorso hanno inviato al Sindaco una richiesta di accesso agli atti del progetto PINQUA – Lavori di riqualificazione urbana relativi a via don Minzoni – Lotto n. 2 alla quale, dopo un mese è arrivata la documentazione da parte degli uffici competenti. Dalla documentazione, acquisita dopo un mese, è emerso che questa eliminazione di circa 70 alberi di Pinus pinea è stata resa possibile grazie ad una certificazione agronomica- botanica basata su una metodologia di “Livello II – Valutazione Ordinaria” (metodo V.T.A. Visual Tree Asssment) che, come indicato a pagina 10 della stessa, è una tecnica che ha una principale limitazione ovvero di essere una valutazione di stabilità “che include solo condizioni che possono essere individuate mediante una ispezione da terra… senza il ricorso di strumentazione” e poi “i fattori interni all’albero, al di sotto del piano campagna, o in quota, nella porzione superiore della chioma, possono non essere visibili o di difficile valutazione e quindi possono rimanere sconosciuti”. Questa metodologia confligge chiaramente con le norme in essere: Con la sentenza n. 9178/2022 del Consiglio di Stato che segna una tappa storica nella tutela e salvaguardia degli alberi in generale. Il massimo organo di giustizia amministrativa nel nostro paese evidenzia come sia fondamentale una seria motivazione di abbattimento di un albero, legata a effettive problematiche fitosanitarie e di stabilità dell’esemplare che siano ampiamente documentate da una serie di perizie tecniche strumentali e non solo attraverso la valutazione visiva. Si tratta, quindi, di un provvedimento molto importante nella gestione del verde urbano perché evita l’abbattimento di un albero in piena salute se non si ha la certezza scientifica e l’esistenza di un rischio potenziale per la pubblica incolumità. Con gli articoli 15 e 18 del “Regolamento Comunale per la gestione e tutela del verde pubblico e privato” approvato con Delibera del Consiglio Comunale n. 08 del 13/03/2015. Quindi a fine marzo 2024 alcuni consiglieri comunali hanno inviato una diffida nei confronti del Sindaco, dell’Assessore ai lavori Pubblici e del Presidente del Consiglio Comunale in cui si chiedeva che a seguito di evidenti carenze nelle carte progettuali del progetto esecutivo PINQUA – Lavori di riqualificazione urbana relativi a via don Minzoni – Lotto n. 2 – si sospendessero i lavori; ma l’unica risposta che è stata data è l’abbattimento definitivo dei primi 28 pini di oltre 50 anni presenti nella Isola D. Molti cittadini hanno coinvolto la stampa locale perché le soluzioni tecniche e gli abbattimenti in corso destano profondo sconcerto per una serie di motivi: La perdita improvvisa di un patrimonio in verde urbano che, nella migliore delle ipotesi, impiegherà almeno vent’anni per ricostituire il 50% delle sue potenzialità; anni in cui non potremo contrastare il riscaldamento globale che negli anni a venire ci darà temperature sempre più alte; La tradizionale scarsa manutenzione del nuovo verde urbano che spesso è lasciato a se stesso e ad un destino disastroso; La creazione di un altro tratto di pista ciclabile che, come tanti altri spezzoni interrotti, mai completati o mal manutenuti, costituisce spesso un pericolo per chi va in bicicletta. Cementificazione da una parte e distruzione del verde urbano dall’altra ci stanno restituendo una città degradata e invivibile! Sindaco e Assessori, fermate gli abbattimenti degli alberi e fate una VARIANTE progettuale! © Riproduzione riservata