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I Giovani Democratici di Molfetta sulla bocciatura del lodo Alfano: ringraziamo la Costituzione
08 ottobre 2009

MOLFETTA - I Giovani Democratici di Molfetta hanno diffuso un comunicato sulla bocciatura del lodo Alfano da parte della Corte Costituzionale. Ecco il testo: «Articolo 3 della Costituzione: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Articolo 138 della Costituzione: Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione. Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum non è promulgata, se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi. Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti. Come Giovani Democratici chiediamo ai cittadini semplicemente di leggere attentamente questi due articoli della Costituzione Italiana e riflettere sulle affermazioni di Berlusconi: “la Corte Costituzionale è di sinistra”, Napolitano sapete da che parte sta e non mi interessa quello che dice – mi sento preso in giro”, “governerò per tutto il mandato anche se perderò del tempo a seguire evanescenti processi”. Non vogliamo le dimissioni di Berlusconi ma almeno oggi possiamo dire che la legge è uguale per tutti: come è legittimo per un libero cittadino governare dopo aver partecipato e vinto delle libere e democratiche elezioni, è altrettanto legittimo che tutti i cittadini rispettino la legge e accettino ogni suo verdetto. Oggi 7 ottobre 2009 è una data storica per la democrazia. L'incostituzionalità del Lodo Alfano è la dimostrazione che questo nostro Paese è ancora vivo, c'è una Costituzione che ci rende tutti uguali. Non finiremo mai di ringraziare i Padri Costituenti, che uscendo da periodi terribili, ci hanno regalato una splendida Carta Costituzionale; grazie al loro lavoro nel 2009 possiamo ancora avere qualche margine di speranza. A Berlusconi chiediamo solo più rispetto per l'Italia e gli italiani, ci sono altri gravi problemi da affrontare. Siamo stufi delle sue vicende personali: prima le sue partecipazioni ai compleanni delle diciottenni, la separazione dalla moglie, poi le escort a Palazzo Grazioli, ora le sue vicende giudiziarie. Intanto i morti di Messina sono finiti in ultima pagina».
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"Democrazia malata" - Pubblicato da Piave in data Venerdì,15 Dicembre 2006. Diamo incarichi pubblici solo a uomini che nella vita professionale abbiano dimostrato talento e capacità; ci salveremo così da correnti, sottocorrenti e caporioni. Si può ancora pensare che in Italia si viva in democrazia? Che il nostro paese sia democratico e non invece partitocratico, eleptocratico,arrogantocratico prepoten­tocratico? A essere buoni si può parlare solo di una facciata, del resto corrosa e sbia­dita, di formula democratica. Ma i cittadini devono invece subire una serie di imposi­zioni, vessazioni, prepotenze da parte di chi ci governa, a metà tra l' ignoranza e l'inva­denza più sfacciata, in un regime più soffo­cante,dove il dettato costituzionale viene violentato ogni giorno e i diritti dei cittadini calpestati senza ritegno. Dai vertici del potere ai substrati della burocrazia, sino agli uffici periferici amministrativi, il cittadino ha a che fare con per­sone che violentano ogni suo diritto, che gli negano il dovuto e che lo fanno con strafottenza e prepotenza. Perchè gli uomini pubblici, ormai, dai ministeri sino all' ultimo usciere eall'ultimo fattorino, non sono al servizio dello Stato e del cittadino, ma dei politicanti e dei loro portaborse. A loro debbono rispondere e non agli organi preposti dallo Stato, che sono stati svuotati di ogni valore e occupati da un'orda di portaborse dei politici di professione. Perchè in Italia, al contrario di quanto avviene nei Paesi veramente democratici, i politicanti si allevano nelle segreterie dei partiti come polli in batteria e vengono poi lanciati sul campo, a difendere, con l' arroganza e la prepotenza, non solo i vergognosi appetiti dei partiti, ma anche delle correnti, delle sottocorrenti e dei loro caporioni. Non debbono esistere, da noi, politicanti di professione, cioè personaggi senza spina dorsale e schiavizzati dai partiti, i quali, vivono di politica e del sottobosco economico e partitocratico, e debbono restare a galla ad ogni costo,perchè non sanno fare niente altro. In pratica, sono dei falliti, e la nostra classe politica, fatte salve rare eccezioni, è formata da incapaci. II laticlavio, l'incarico politico, soprattutto se di governo o di re­sponsabilità nella pubblica amministrazione a ogni livello, non deve essere, com'è oggi, un mestiere, ma un premio a chi, nella vita professionale, ha già dimostrato autentiche capacità. Solo uomini che abbiano dato prova del loro talento e della loro capacità, dovrebbero essere chiamati nella politica e nella cosa pubblica. Avremmo cosi dei competenti al posto giusto, che non dovranno nulla al partito, ma viceversa, perchè con la loro presenza al partito danno lustro e credibilità.­ Una volta che questi uomini dovessero non più essere eletti o si ritirassero dalla politica,avrebbero la loro professione di successo e nessun desiderio di restare aggrappati alla greppia pubblica in mano ai partiti. Per questo ritengo che l'attuale formula elettorale sia sbagliata e che sia necessario instaurare il collegio elettorale uninormale, dove il cittadino vota la persona che stima e alla quale può chiedere conto di ogni suo comportamento nella vita pubblica. Perchè l'attuale formula elettorale è di per se stessa antidemocratica. Non sono infatti i cittadini a eleggere deputati, senatori, sindaci, ma i partiti. In pratica i partiti scelgono uomini di apparato, nel formare le liste elettorali,su basi strettamente legate a giochi di potere, di protezione, di altri motivi inconfessabili. II cittadino non può quindi votare per chi vuole, ma solo scegliere tra quei candidati che i partiti hanno imposto. E, come si sa, i partiti sono anche in grado, attraverso le indicazioni di lista fatte alla massa degli iscritti, di fare eleggere i candidati voluti dai partiti e non dai cittadini. Per non parlare dei sempre numerosi brogli elettorali, con schede annullate o inventate, preferenze aggiunte dagli scrutatori dei seggi,controllo del voto attraverso metodi ricattatori che violano il segreto dell' urna e che non hanno nulla a che fare con la democrazia, ma appartengono alla camorra. Se l'Italia,abbiamo detto, può dirsi ancora una democrazia, è sicuramente una democrazia malata, e molto gravemente, dove chi detiene il potere ha tutto l'interesse a impedire serie diagnosi e vere terapie. La nostra democrazia è malata perchè in pratica è troppo debole e di conseguenza ingovernabile. Attraversiamo un periodo di confusione e contrasti tra poteri al limite dell'illegalità e anche oltre, dell'invasione di sfere di potere legate a interessi diparte in zone di potere abbandonate oppure conquistate con colpi di mano degni dell'antica Filibusta. La situazione è quella, in pratica della fine degli Anni Venti, quando le risse politiche, economiche e sociali furono tali da sfasciare lo Stato liberale, che ormai trattava i cittadini come sudditi e violava continuamente i loro diritti per il privilegio di pochi che gestivano un potere sempre più confuso. Quando,in democrazia, il potere politico arriva a queste vette di arroganza e di guerra tra bande, chi crede di detenere il potere in realtà non lo possiede, ne viene travolto, imprigionato, soffocato egli stesso. Ed è esattamente quanto accade oggi in Italia. Il potere fine a se stesso, privo di contenuti morali e lontano dai veri valori umani e sociali, è come una tigre inferocita, capace di divorare anche il proprio domatore.
"La Democrazia" un monologo di Giorgio Gaber. Dopo anni di riflessione sulle molteplici possibilità che ha uno Stato di organizzarsi sono arrivato alla conclusione che la democrazia è il sistema più democratico che ci sia. Dunque, c'è la democrazia, la dittatura… e basta. Solo due. Credevo di più. La dittatura in Italia c'è stata e chi l'ha vista sa cos'è, gli altri si devono accontentare di aver visto solo la democrazia. Io, da quando mi ricordo, sono sempre stato democratico, non per scelta, per nascita. Come uno che quando nasce è cattolico, apostolico, romano. Cattolico pazienza, apostolico non so cosa vuol dire, ma romano io?!... D'altronde, diciamolo, come si fa oggi a non essere democratici? Sul vocabolario c'è scritto che "democrazia" significa "potere al popolo". Sì, ma in che senso potere al popolo? Come si fa? Questo sul vocabolario non c 'è scritto. Però si sa che dal 1945, dopo il famoso ventennio, il popolo italiano ha acquistato finalmente il diritto al voto. È nata così la "Democrazia rappresentativa" che dopo alcune geniali modifiche fa sì che tu deleghi un partito che sceglie una coalizione che sceglie un candidato che tu non sai chi è, e che tu deleghi a rappresentarti per cinque anni, e che se lo incontri ti dice giustamente: "Lei non sa chi sono io!". Questo è il potere del popolo. Ma non è solo questo. Ci sono delle forme ancora più partecipative. Il referendum, per esempio, è una pratica di "Democrazia diretta"... non tanto pratica, attraverso la quale tutti possono esprimere il loro parere su tutto. Solo che se mia nonna deve decidere sulla Variante di Valico Barberino-Roncobilaccio, ha effettivamente qualche difficoltà. Anche perché è di Venezia. Per fortuna deve dire solo "Sì" se vuol dire no, e "No" se vuol dire sì. In ogni caso ha il 50% di probabilità di azzeccarla. Ma il referendum ha più che altro un valore folkloristico perché dopo aver discusso a lungo sul significato politico dei risultati… tutto resta come prima e chi se ne frega. Un'altra caratteristica fondamentale della democrazia è che si basa sul gioco delle maggioranze e delle minoranze. Se dalle urne viene fuori il 51 vinci, se viene fuori il 49 perdi. Dipende tutto dai numeri. Come il gioco del Lotto. Con la differenza che al gioco del Lotto, il popolo qualche volta vince, in democrazia... mai! E se viene fuori il 50 e 50? Ecco, questa è una particolarità della nostra democrazia. Non c'è mai la governabilità. È cominciato tutto nel 1948. Se si fanno bene i conti tra la Destra – DC, liberali, monarchici, missini… – e la Sinistra – comunisti, socialisti, socialdemocratici, ecc. – viene fuori un bel pareggio. Da allora è sempre stato così, per anni! Eh no, adesso no, adesso è tutto diverso. Per forza: sono spariti alcuni partiti, c'è stato un mezzo terremoto, le formazioni politiche hanno cambiato nomi e leader. Adesso… adesso non c'è più il 50% a destra e il 50% a sinistra. C'è il 50% al centro-destra e il 50% al centro-sinistra. Oppure un 50 virgola talmente poco… che basta che uno abbia la diarrea che salta il governo. Non c'è niente da fare. Sembra proprio che il popolo italiano non voglia essere governato. E ha ragione. Ha paura che se vincono troppo quelli di là, viene fuori una dittaturadi Sinistra. Se vincono troppo quegli altri, viene fuori una dittatura di Destra. La dittatura di Centro invece... quella gli va bene. Auguri!!!
La ballata del si e del no - di Davide Reondino Era lunedì, si sentì uno schianto, era la DC che stava crollando. Poi un tonfo poco più lontano, era Craxi a Milano. Io penso al dolore di tanti uomini distinti, avere un momento, un'ora e venti che brutta serata in casa Pillitteri, zitti a cena, tristi e seri e le madri che rifiutavano la mano della sua figlia, a chi ha un socialista in famiglia imbarazzante era l'argomento, un socialista non è più un investimento e io ricordo il tempo che passò mentre conto i sì, mentre conto i no e non ricordo come finì mentre conto i no, mentre conto i sì Era l'aprile del '92, si dimetteva l'uomo del piccone mentre cominciava la rivoluzione. Primavera del coraggio, Palermo della desolazione era il 23 di maggio quando ammazzarono Falcone. Palermo di Rosaria Costa, di tutti quelli che non sono stanchi, per Borsellino e per la scorta Palermo dei lenzuoli bianchi. Spadolini chiamami Scotti, tornati a Roma, tornati a Roma, Palermo non vi perdona, Craxi parlava di complotto. Chiesa in galera faceva i nomi, subito dopo scappò Larini venne l'estate degli abbandoni, l'unico saldo sembrava Intini. E non ricordo se andò così mentre conto i no, mentre conto i sì, non ti so dire dove ci portò mentre conto i sì, mentre conto i no. E non ricordo quando finì mentre conto i no, mentre conto i sì. Autunno senza le sigarette, è la stagione dei tradimenti Carlo e Diana mostrano i denti, Claudio e Bettino sono alle strette E si abbandonano Craxi e Martelli senza pudori né vergogne, uno parlava di sciacalli, l'altro: non mi occupo di carogne Dai mari caldi torna Larini, altri devono andare via, 12 febbraio di Bettino, poi Di Lorenzo, poi Goria Era un inverno senza tabacco, tempo di fughe e di ritorni, Martelli segue Ghino di Tacco, La Malfa va dopo pochi giorni E mi dispiace per il PRI mentre conto i no, mente conto i sì, mi dispiaceva finisse così mentre conto i no, mentre conto i sì Anche se forse lo meritò, mentre conto i sì, mentre conto i no. Marzo di pioggia, di sole e vento cielo che ride, cielo che piange ricordo il cappio in parlamento, i socialisti bastonati in Francia Napoli riscopre Gava e Pomicino, l'industria cerca di non restare indietro Benetton con Castro, Agnelli con Di Pietro e Caselli interroga Ciancimino Primavera dei romani, città a rischio e poi Forlani, fiori di zagare e di bergamotto, dopo Forlani c'è Andreotti Sui socialisti tramonta il sole mentre ritornano gli assassini, con l'attentato dei Parioli e col dolore dei fiorentini. Poi venne il giudice Curtò mentre conto i sì, mentre conto i no la sua moglie non lo tradì mentre conto i no, mentre conto i sì Anche se questo non gli bastò, mentre conto i sì, mentre conto i no Viene l'estate '93 coi Poggiolini degli ospedali, fotografie di ragazze morte che mi guardavano dai giornali Cagliari muore a S.Vittore e poi Gardini uscì di scena, con un coraggio che fa paura, con un coraggio che fa pena Poi le partenze dei combattenti tra gli africani recalcitranti, ed i gregari di Greganti contro i parenti della Parenti Mentre la nebbia sale su nani e ballerine, e la battaglia cresce da Napoli a Torino Mentre si levano i morti, mentre si scopron le tombe tra militari e bombe, scandali rose e trombe Mentre la nebbia sale confonde i nostri destini l'Italia perde lo sguardo di Federico Fellini Che c'insegnava a vedere la meraviglia in questo inverno duro che non ci rassomiglia Sono passati seicento giorni, non è rimasto quasi nessuno c'è molta luce se guardi intorno e molta nebbia, e molto fumo Siamo all'inizio e siamo alla fine, siamo dove non lo so, siamo in una zone di confine mentre conto i sì, mentre conto i no Siamo all'inizio e siamo alla fine siamo dove non si sa, siamo in una zona di confine mentre conto i si, mentre conto i ma.

La democrazia è semplicemente l'atto meccanico nel segnare una croce su di un simbolo il giorno delle elezioni? E' democrazia permettere al vincitore delle elezioni di sentirsi padrone della cosa pubblica? In realtà la democrazia è qalche cosa di più complesso, un sistema in cui ci sono le elezioni, regole da rispettare, divisioni di poteri con altre cariche (alcune di queste non elette dal popolo ma non per questo meno rilevanti in quanto sono sancite dalla costituzione). In questo percorso di circa 16 anni siamo arrivati a confondere la democrazia con le elezioni. Un percorso segnato dal populismo, causato dalla paura di noi cittadini ed elettori. Un sentimento che ci acceca e ci fa scegliere figure forti (o presunte tali)in modo da scaricare su di loro tutte le nostre speranze, responsabilità e frustazioni. Non è un caso che una parte politica faccia riferimento a Di pietro e Grillo mentre l'altra a Berlusconi e Bossi. Queste figure in apparenza distanti tra loro, nella sostanza hanno tutte una caratteristica comune: il populismo. Ad oggi è questa la nostra democrazia malata; un miscuglio di figure che non rispettano il loro ruolo istituzionale e quello di altri organismi democratici sanciti dalla costituzione. Però ad una comparsata (o telefonata per offendere) in televisione non rinunceranno mai. Una democrazia dove se dici "vaffanculo" come un bambino di 2 anni eccitato, gridi e insulti allora sei considerato la vera opposizione. Una democrazia malata, molto malata.



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