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Guerra civile per Berlusconi?
05 agosto 2013

La “Guerra civile” sembra incombere sulla nostra sfortunata Nazione e su di noi, non allineati Cittadini.

Chi la evoca, nemmeno tanto a bassa voce, sono alcuni dei Parlamentari (di primo piano), uno in particolare, del Popolo della Libertà, dopo la condanna definitiva del loro “capo”, il Senatore Silvio Berlusconi, leader del partito e proprietario delle Aziende, per alcune delle quali si è – si, si è – consumato l’atto di evasione fiscale condannato definitivamente dalla Corte di Cassazione, con sentenza definitiva. 
 
I benpensanti osserveranno: “ma sono queste, ‘parole dal sen fuggite’”, e: “si dicono queste cose per far pesare il disagio che i ‘credenti’ avvertono per un atto che viene definito oltraggioso ed ingiustificato, nonostante tutte le evidenze” (la condanna del sig. Berlusconi), ed ancora: “noi Italiani siamo essenzialmente un Popolo di brave persone, equilibrate, pacifiche; mai ci sogneremmo di impugnare le armi per casi come questo”. Tutto vero?
 
Noi non crediamo ed ecco perché:
- Le famose “parole dal sen fuggite” sarebbero tali se pronunciate in un contesto di ira, disorientamento ed a caldo. Così non è! Ancora oggi i media registrano la reiterazione della scellerata minaccia e la protervia di alcuni (uno, in particolare, l'on. Bondi, nella foto) che la evocano; a chi fa notare l’irritazione preoccupata con la quale il Quirinale ha liquidato la faccenda, e  nei confronti del Capo dello Stato che, nella sua saggezza, ha messo in guardia chi evoca scenari foschi e pericolosissimi per la democrazia, a moderarsi, addirittura si risponde, all’invito alla moderazione, con frasi sprezzanti del tipo …”non ci facciamo intimidire dal Presidente delle Repubblica!”.
- Che il “disagio” dei sostenitori del Partito e del suo leader sia grande, è vero, è credibile, anche con una certa dose di onestà intellettuale. Ma, detto ciò, si deve tener conto anche della stragrande maggioranza di Cittadini (pusillanimi? Non crediamo), molti, anche sicuramente simpatizzanti della “parte politica”, che non la pensano come loro e che, probabilmente vedono la condanna come la giusta punizione per i reati che tre gradi di giudizio hanno qualificato come reati gravi. Il sig. Berlusconi è stato condannato da una Corte di Giustizia italiana, per reati commessi in Italia. Negare questa evidenza è assurdo.
- Gli Italiani: Popolo di brave persone rispettose delle leggi. In maggioranza lo siamo, ma! Che cosa possiamo dire di altri nostri Concittadini, più veementi, meno equilibrati, più spinti verso la risoluzione di conflitti, ancorché inesistenti, ma fortemente evocati e dipinti con tinte fosche, con le maniere forti?
Ci piace pensare che l’”equilibrio”,  la pacatezza, il senso di responsabilità, l’autocontrollo, il senso dello Stato del leader e di coloro che, certamente anche nel Partito, non condividono queste posizioni così forti e con gravi connotazioni di violenza latente, prevarrà sul pensiero di questi facinorosi.
 
Perché, se così non fosse, se si continuasse a fomentare violenza, ad accendere gli animi, a separare gli Italiani fra “guerrafondai” – per guerra civile - ma sempre guerrafondai e Italiani Cittadini di una Democrazia matura con valori consolidati, allora vorremmo chiedere ai primi: Noi Cittadini non allineati ovvero che non la pensiamo come coloro che evocano il “il tintinnar di spade”, come dovremmo comportarci, sin da subito?
 
Vediamo gli scenari:
- Nessuna modifica al dispositivo giuridico di condanna per evasione fiscale (impossibile). Nessun provvedimento di grazia nei confronti del pregiudicato Silvio Berlusconi (non possibile/opportuno!). La Corte d’Appello di Milano, dopo il riesame della pena accessoria di interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, commina al pregiudicato Silvio Berlusconi una pena accessoria di, ad esempio due anni di interdizione (possibilità concreta). Il pregiudicato Silvio Berlusconi viene convitto agli arresti domiciliari e gli è espressamente vietata (in forza delle sentenze in giudicato) l’attività politica.
- Allora i simpatizzanti del P.d.L. (quelli da noi arbitrariamente definiti “guerrafondai”) organizzano delle brigate armate, per muovere contro le Procure, i Tribunali, le stazioni radiotelevisive, i giornali ed i giornalisti …ostili, le Istituzioni che hanno condannato il loro leader (perché, tale è lo stato d’animo di alcuni di questi sobillatori: capovolgono le realtà per dimostrare che non c’è stata evasione fiscale, malgrado le prove che hanno convinto ben tre collegi giudicanti – tutti comunisti?) snidare i responsabili e far subire loro un processo sommario e quindi somministrare loro una condanna esemplare (in una guerra civile, verrebbe riesumata la pena di morte?). 
- E se qualcuno si opponesse a queste attività demenziali, che cosa succede?
- Scontri armati? Guerra porta a porta?
- Se una parte della Popolazione che …non la pensa allo stesso loro modo, reagisce, anche in modo non violento, cosa succede a costoro? Vengono deportati? Vengono imprigionati? Viene adottato il coprifuoco, per evitare che alcuni facinorosi si organizzino, a loro volta, per contrastare la “pulizia delle Procure e dei Tribunali”?
 
Noi, ed immaginiamo di non essere i soli, non accettiamo che si stravolga l’ordine pubblico per queste ragioni. Allora, che cosa dovremmo fare? Incominciare ad aggiotare provviste alimentari, medicinali, ritirare gli eventuali magri (data la crisi profonda in atto) risparmi e tenerli pronti per i mala tempora che verranno? Rinforzare gli accessi delle nostre case? Armarci anche noi? No, perché in queste circostanze, nove volte su dieci, oltre alle “formazioni paramilitari” che assedierebbero i Tribunali e le altre Istituzioni colpevoli, nascono anche bande di facinorosi, con la filosofia del “nel torbido si pesca meglio” e quindi con l’intento di approfittare della più o meno estesa guerra civile, per farsi una posizione migliore di quella che hanno.
 
Le situazioni, al limite del fantascientifico, evocate, possono anche essere percepite come delle caricature. Le chiose convinte del “generale” (sarebbe meglio affibbiargli il grado di colonnello: sono loro, nella tradizione dei romanzi d’appendice, ad organizzare colpi di stato e/o guerre civili!) possono essere anche percepite come dei colpi di calore – le condizioni meteo potrebbero giustificare la diagnosi. 
Però, noi siamo preoccupati, nella misura in cui nessuno dei Dirigenti, se non addirittura il LEADER medesimo, ha proferito una parola di smentita degli scenari descritti. Potrebbe anche trattarsi di una “tattica” del “vai avanti tu …”, salvo poi intervenire con un atto di teatrale magnanimità con uno stop deciso ad ipotesi del genere.
 
Bene, fin a quando questo non avverrà: il sig. Bondi (oddio, sembrava una persona equilibrata e razionale) continua a far preoccupare!   
 
 
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Storia futura prossima? - ...."non pareva davvero una notte da rivoluzioni. Alle sei del pomeriggio veniva giù fitta la pioggia che la sferza del vento spingeva dal Tirreno all'Adriatico fino in Sicilia, inzuppando gli uomini coperti da mantelle nere, accovacciati sulla paglia vicino a fuochi tremolanti. Ciò nonostante, in quella notte d'ottobre del 2013, oltre le colline che abbracciano Roma, circa centomila uomini attendevano la resa della città. I loro propositi erano pirateschi quanto i loro gagliardetti, fregiati da un teschio e due ossa incrociate: schiacciare i comunisti e prendere di forza le redini del governo. All'alba del 28 ottobre le camicie azzurre comparivano improvvisamente, con aggressività scoperta, nel cuore di un centinaia di città, pronte a occupare in silenzio e di sorpresa gli uffici postali, le prefetture, le stazioni ferroviarie, le caserme. In poche ore avrebbero avuto il pieno controllo di tutta l'Italia e avrebbero circondato la città eterna. A circa centocinquanta chilometri di distanza, a Genova il cielo aveva il colore del peltro. Sotto un vento di levante che spingeva le nuvole, ondate bianche di schiuma sferzavano il molo. Gli italiani dormivano tutti, a Nord, Centro e Sud. Erano le dieci e quarantacinque, l'ora stabilita. All'improvviso giunse il rumore del tumulto e un'eco si sparse per tutta la Penisola Italiana: “Qui parla il Capo. Abbiamo liberata l'Italia dai comunisti. Giustizia è fatta. Da Sud, a Centro e a Nord, un grido si leva: FORZA ITALIA.” Storia prossima futura?




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