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Gramsci, il pensiero lucido una rassegna per capire la storia L'uomo, le idee, la storia a settant'anni dalla morte
15 maggio 2007

La Casa dei Popoli, col patrocinio dell'Assessorato alla Cultura della Provincia di Bari e la collaborazione dell'Archivio di Stato di Bari, ha dedicato la IV edizione di “Senza memoria non c'è futuro”, progetto finalizzato ad attualizzare i valori espressi dalla Resistenza italiana, alla figura Antonio Gramsci a settant'anni dalla sua morte. La Fabbrica S. Domenico ha ospitato una mostra documentaria e fotografica di grandissimo interesse; la manifestazione però è di più ampio respiro, dal momento che prevede una serie di appuntamenti a latere: un convegno che, inaugurato in occasione dell'apertura della mostra con la prolusione del prof. Pasquale Voza dell'Università di Bari, direttore del Centro interuniversitario di studi gramsciani, su 'Intellettuali e rivoluzione passiva', e la partecipazione di altri docenti quali Isidoro Mortellaro e Lea Durante; proiezioni cinematografiche sul tema e drammatizzazioni. “Antonio Gramsci: grande uomo, grande politico, grande intellettuale, al quale la città di Molfetta si pregia di rendere omaggio”. Con queste parole, il sindaco Antonio Azzollini ha voluto salutare l'apertura della mostra e gli ospiti convenuti per ascoltare gli interventi di Vittorino Curci, assessore alla Cultura della Provincia di Bari, e del professor Pasquale Voza: interventi appassionati e supportati dalla lettura delle Lettere e dei Quaderni dal carcere, opere gramsciane paradigmatiche, composte durante la permanenza dell'intellettuale nel carcere di Turi. La mostra, dal canto suo, ha proposto un taglio didascalico e storico nel suo senso più genuino: la storia si fa con i documenti e i 10 pannelli in esposizione sono stati una mirabile sintesi documentaria e fotografica messa in atto da Giuseppe Spadavecchia e realizzata grazie alla collaborazione con l'Archivio di Stato – nella persona della dottoressa Mariolina Pansini – che ha permesso di consultare il 'fascicolo Gramsci' conservato nello Schedario politico provinciale della questura di Bari e le carte provenienti dall'Archivio di Gabinetto della Prefettura di Bari relative alla vigilanza sul partito comunista. Il Gramsci “schedato” rivela così particolari interessantissimi dell'uomo e dell'intellettuale, della sua salute cagionevole, dell'attaccamento agli affetti, della lucidità del suo pensiero politico e civile, della capacità di baipassare con la sua lucida mente anche le mura anguste della sua cella. La mostra è tutto questo, e la volontà che diventi itinerante e possa soprattutto diventare meta di scolaresche alle quali queste tematiche risultano spesso indigeste, è una prospettiva importantissima e un obiettivo che gli organizzatori si propongono tra le priorità del progetto. Tra i documenti esposti, colpisce in particolare il rapporto del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Molfetta, che risponde alla messa in allerta giunta da Roma e filtrata dalla Questura di Bari in merito alla possibilità di manifestazioni di gruppi antifascisti per la liberazione di Gramsci detenuto a Turi. Come “eco divertente” all'intento didattico della mostra al quale abbiamo fatto appena riferimento, riportiamo quello che possiamo leggere sul rapporto del Commissario della nostra città datato 25 giugno 1933: «Dagli accertamenti eseguiti si esclude che possano qui avere luogo delle manifestazioni per la liberazione di Gramsci Antonio, attualmente detenuto nella casa di pena di Turi. Il medesimo è del tutto qui sconosciuto, e non si sa neppure chi sia, quali i suoi precedenti e la ragione della sua detenzione ». Perché la nostra città e le cosiddette nuove generazioni, così come tutte le altre città e con i loro giovani, non rimangano ancora oggi preda di questa inconcepibile “ignoranza”, auspichiamo che di iniziative come questa ce ne siano e che diventino paradigmatiche per il rifiorire di una coscienza politica e civile di cui, francamente, se ne sente davvero il bisogno.
Autore: Francesca Lunanova
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