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Gli studenti: pretendiamo ascolto e intervento, diamo a Molfetta voce al diritto allo studio Sotto accusa dal gruppo "Voce allo studio" e dall'Associazione culturale Tesla, l’assessore alle politiche del lavoro, Gabriella Azzollini
Foto di Davide Pischettola
03 settembre 2020

 MOLFETTA – Gli studenti del gruppo “Voce allo studio” e dell’Associazione culturale Tesla di Molfetta, mettono sotto accusa l’assessore alle politiche del lavoro, Gabriella Azzollini: «Con una nota a mezzo stampa del 1° luglio 2020 l'Assessore alle Politiche del lavoro, Politiche e Finanziamenti regionali ed europei Gabriella Azzollini e i Giovani Democratici di Molfetta hanno annunciato l'apertura in data 3 luglio dell'aula studio presso l'ex Palazzo Tributi, in attesa dell'effettiva riapertura della Biblioteca comunale "Giovanni Panunzio", sita presso il Complesso di San Domenico e chiusa per ristrutturazione. 

I posti messi a disposizione degli studenti, nel rispetto delle misure di distanziamento sociale e di igiene anti-Covid predisposte dalle normative di Governo e Regione, di numero 14, sono stati ritenuti insufficienti da parte degli studenti molfettesi, riuniti oggi sotto il nome di "Comitato Voce Allo Studio", visto e considerato il rapporto iniquo rispetto: 

  • al numero (60.000 circa) di abitanti della città; 
  • al numero (11) di istituti di scuola secondaria superiore; 
  • agli studenti universitari presenti sul territorio; 
  • all'elevato livello medio di utenza dell'aula studio nei periodi pre-Covid, con conseguente eccedenza della domanda di postazioni rispetto alla capienza massima offerta pari a 30 postazioni; 
A evento - dibattito in piazza ufficializzato, l'Assessore Azzollini ha dapprima richiesto agli organizzatori per vie traverse l'annullamento dell'evento pubblico e successivamente emesso un comunicato stampa sul sito del Comune di Molfetta, additando l'appuntamento contro le disposizioni antiCovid anziché pro diritto allo studio, cosa falsa e figlio di una paura insensata e immotivata rispetto a un dissenso legittimo per le richieste e i metodi utilizzati. 

 Per queste ragioni, in data 9 luglio 2020, attraverso un sit- in in Piazza Mazzini, gli studenti della città di Molfetta dimostravano il loro pubblico dissenso, in merito a: 

  1. privazione del pieno esercizio del diritto allo studio e dell'accesso ad un servizio pubblico essenziale ridotto ai minimi termini; 
  2. assenza di ogni forma di inclusione e interlocuzione da parte dell'Amministrazione comunale nei confronti dell'utenza della biblioteca al fine di ristrutturare efficacemente il servizio pubblico in relazione ai bisogni reali dei beneficiari; 
  3. assenza di una programmazione efficace in grado di garantire il diritto allo studio sopperendo alla mancanza di fruibilità della Biblioteca comunale, in corso di restauro; 
  4. assenza di spazi studio pubblici equamente distribuiti sul territorio in modo tale da garantire il servizio a studenti e cittadini residenti nelle nuove aree residenziali periferiche della città, in continua espansione; 
  5. assenza di un canale istituzionale che permetta un continuo contatto ed una permanente e tempestiva divulgazione di informazioni e novità sulle attività della Biblioteca comunale tra Amministrazione comunale, Biblioteca Comunale, personale dipendente, studenti e cittadini. 
Dopo il suddetto incontro pubblico, alcuna è stata la risposta da parte dell'Amministrazione comunale, lasciandoci il timore che l'assenza di feedback debba tradursi nel fatto che l'offerta di spazi studio di pubblica utilità e i bisogni degli studenti non siano sentiti come problemi centrali nell'agenda dell'Amministrazione e della compagine politica generale o che vi sia l'impossibilità di un intervento strutturale e strategico a causa della mancanza di capitale finanziario, sociale e umano.  

Dopo un mese dal nostro sit-in nulla è stato fatto, sia in termini di confronto cittadino che di intervento. Abbiamo inviato un documento protocollato al Sindaco Tommaso Minervini, al fine di sottoporre all'attenzione dell'Amministrazione la questione e avanzare delle proposte in merito: 

  • predisporre un intervento strutturale sul servizio pubblico attraverso l'allocazione di una o più location, siano esse di natura pubblica o privata convenzionate con il Comune, che possano permettere l'accesso di almeno n 50 posti studio; 
  • ampliare gli orari di utilizzo delle aule studio sia mattutini che pomeridiani; a titolo di esempio: 9.00 - 14.00 / 15.00 - 20.00; 
  • Divisione per fasce orarie della prenotazione del posto studio; 
  • Creazione di un canale istituzionale che consenta all'Amministrazione di avere un contatto diretto con l'utenza del servizio e agli studenti e cittadini di avanzare nell'ottica di un continuo dialogo costruttivo istanze, richieste, suggerimenti e feedback. 
L'incontro con gli studenti avvenuto il 9 luglio c.a. ha permesso anche di individuare possibili location adibite ad aula studio in via straordinaria, ritenute da noi ottimali sia al rispetto delle norme Anticovid e sia al rispetto delle necessità degli studenti. 

Esse potrebbero essere: 

  • La Cittadella degli artisti 
  • Palazzo del Municipio 
  • Sala Turtur 
 Purtroppo, ad oggi la nostra sollecitazione non ha ottenuto alcuna risposta. 

Riteniamo questa situazione preoccupante. Con la ripresa dell'università e la possibilità concreta di una seconda ondata di Covid-19 crediamo che sia necessario per garantire il diritto allo studio che l'Amministrazione predisponga un piano efficace per affrontare l'emergenza. 

Un secondo lockdown degli spazi pubblici di studio non possiamo permettercelo. 

 Sappiamo che le norme anti-Covid rendono più impegnativa e difficile la gestione oltre che la predisposizione di una sala studio ma crediamo che queste motivazioni non siano abbastanza per poter impedire che il diritto allo studio venga esercitato nella sua interezza nella nostra città. 

 Crediamo che questa fase rappresenti un'opportunità irripetibile per intervenire al fine di migliorare i servizi pubblici, sia in un'ottica di gestione del rischio emergenziale, sia soprattutto nell'ottica di una programmazione a lungo termine che possa superare i limiti e le carenze intrinseche nell'offerta pubblica preesistente». 

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