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Gli alunni dell'Alberghiero cucinano per i terremotati del Molise Grande gesto di solidarietà e scuola di vita per tutti i ragazzi. Diario del campo
15 dicembre 2002

Quella mattina alla partenza si registrava lo stesso clima che si registra quando si parte per una gita scolastica. Eravamo tutti euforici, pensavamo ad una nuova esperienza di lavoro, lontani da casa, liberi di muoverci e divertirci tutti insieme. Non avevamo capito che non sarebbe stato così. Infatti, quando siamo arrivati a Campo Larino, appena messo piede nella tenda, ci siamo guardati e disorientati abbiamo tutti pensato che sarebbe stato meglio tornare in dietro. Che ci facevamo noi lì, tra quel silenzio e quella desolazione, quella tristezza? Il nostro entusiasmo, la nostra voglia di vivere si era all'improvviso spenta di fronte ad una realtà terribile, che non avevamo neppure lontanamente immaginato. Quando la signorina Carmen Cicotelli responsabile del campo, cominciò a parlare per darci il benvenuto e precisare il nostro ruolo, pensammo che poteva risparmiarci una predica perché, di lì a poco, saremmo andati via. E invece, siamo rimasti 15 giorni, che sono trascorsi velocemente e ci hanno lasciato dentro tante emozioni, tanta voglia di fare, che durante le vacanze di Natale, saremo ancora lì con quegli amici sfortunati che hanno tanto bisogno di noi. Come sia avvenuto questo cambiamento è difficile spiegarlo, ma nelle parole di Carmen c'era tanto entusiasmo, tanta gioia di donare agli altri, che ne siamo rimasti contagiati. Il nostro lavoro non è stato facile, avevamo una cucina da campo molto semplice, quella che di solito è montata su un furgone attrezzato, eppure abbiamo preparato pasti per 1.200 persone al giorno, quasi un miracolo. In accordo con i responsabili della cucina, che a turno ci hanno guidato, abbiamo preparato focacce, biscotti, torte, tutto per rendere meno triste il momento del pranzo, per dare un po' di gioia ai bambini che non riuscivano ad allontanarsi un momento dalle loro mamme e quando lo facevano le cercavano con gli occhi. Il piccolo Giovanni, era diventato la nostra mascotte, perché il giorno in cui le scosse di assestamento si erano avvertite più forti, spaventato per essersi trovato solo, era corso a cercare rifugio fra noi. Si era stretto alle gambe di Biagio ed era scoppiato a piangere spaventato. Siamo riusciti a dargli coraggio e a farlo anche ridere. Che grande emozione! Come si possono dimenticare quegli occhi? Quella notte ci fu una scossa del 6° grado della scala Mercalli. Il campo si animò; la gente non sapeva cosa fare, era atterrita. Il capitano Lancetti, responsabile della Croce Rossa, ci allertò e ci chiese di preparare bevande calde per tutti. E stata una lunga notte durante la quale ci siamo confusi tra la gente e abbiamo raccolto le loro ansie, abbiamo condiviso la disperazione di chi ha perduto tutto. Siamo stati vicini a quella gente che ci ha sentiti amici, non più estranei come nei primi giorni. Da quel momento il nostro ruolo non è stato più solo quello di cucinare, apparecchiare, preparare, predisporre, servire, ma quello di essere vicino a quelle famiglie. Ci siamo uniti agli altri volontari per organizzare serate in allegria, nel tentativo, per la maggior parte riuscito, di far dimenticare, per qualche ora, l'emergenza, il disagio, la solitudine e la paura. Il giorno prima della partenza abbiamo organizzato una serata speciale, durante la quale ci sono stati consegnati gli attestati relativi allo stage. Eravamo tutti tristi, qualcuno ha anche pianto, e quelle lacrime sono state la testimonianza del riconoscimento del nostro lavoro, ma anche dell'affetto che sentivano per noi, per un gruppo di pazzi ragazzi che in quei 15 giorni erano riusciti con la loro allegria, il loro impegno, la loro voglia di fare a trasmettere un po' di “normalità” in tanta emergenza. Abbiamo ripreso il nostro pullman per fare ritorno a casa, a scuola, ma il nostro pensiero è ancora lì e torneremo a Natale perché quegli amici hanno bisogno di noi. La V F Ipssar Studenti: Claudio Catino, Francesco Del Mastro, Fabio Di Gregorio, Gaetano Di Liddo, Pietro Gisondi nel campo di Castellino del Biferno. Antonio Di Dio, Mauro Di Terlizzi, Daniele Losapio, nel campo di Larino. Felice Di Vittorio, Daniele Laraia nel campo Ururi. Giacomo Masellis, Biagio Raffaele, Giancarlo Tedesco nel campo di Monacilioni. Docenti tutor: Michele De Astis, Michelangelo Bellini, Roberto Pagano, Giovanni Molinari. SCHEDA Un manifesto per ringraziarci Riproduciamo il testo di un manifesto scritto dalla gente per ringraziarci del lavoro fatto per loro GRAZIE di essere state le personne sensibili, disponibili, sorridenti, simpatiche, volenterose… speciali … che siete!!! GRAZIE delle bellissime serate passate insieme tra vino e musica, dove ogni sorriso era un passo in puù verso la fantastica amicizia che abbiamo creato. GRAZIE a tutti i bambini che con la loro allegria mi hanno insegnato molto più di quanto tutti voi possiate credere, la loro purezza e spensieratezza è stato per me un dono speciale. GRAZIE a questo posto e a tutti gli abitanti di Castellino che ho imparato a conoscere, giorno dopo giorno, affezionandomi alle loro famiglie, alla loro vita, al loro dialetto … a loro. GRAZIE a tutti i volontari, ai cuochi, agli aiutocuochi, alla Croce Rossa che hanno fatto un ottimo servizio rendendo la mensa luogo di ristoro e di festa ed infine GRAZIE MILLE a tutti voi che mi avete regalato esperienze di vita, ho passato questa settimana lontano dalla mia famiglia ma trovando qui una grande e numerosa famiglia che ha sempre tanyta voglia di sorridere llavorando e che mi lascerà nel cuore il ricordo di tutti voi … ricordate … siete i migliori!!! Vi voglio bene Mary Dirvi GRAZIE non eguaglierebbe il bene che ci avete portato. È incredibile quello che avete fatto per noi. È più grande del vostro mare e il vostro cuore immenso più del vostro cielo. GRAZIE a tutti Nicoletta. Avete abbandonato le nostre tende ma avete lasciato nel mio cuore il vostro ricordo nonvi dimenticherò mai. Siete delle persone davvero speciali!!! Un bacione Concetta.
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