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Giovanni Abbattista (Pd): revocare il bando per la gestione della piscina di Molfetta
01 settembre 2009

MOLFETTA - “Il bando pubblicato dal Comune per la gestione della piscina di Molfetta è l'ennesimo esempio di quella cattiva amministrazione, contraria agli interessi pubblici, che caratterizza questa sciagurata stagione amministrativa e che andiamo denunciando da tempo”. Con queste parole Giovanni Abbattista, coordinatore locale del Partito Democratico, accende i riflettori sulla procedura ad evidenza pubblica avviata dal Comune per l'affidamento dell'impianto natatorio della nostra città: “Già avevamo avuto modo di rilevare, nelle scorse settimane, l'assoluta (e sospetta) anomalia della pubblicazione in pieno agosto di un bando così importante, finalizzato a selezionare il soggetto cui affidare per nove anni (rinnovabili) la gestione del principale impianto sportivo della nostra città, e una volta letto il capitolato d'appalto non possiamo che confermare la nostra iniziale sensazione: l'amministrazione comunale sembra aver 'confezionato' un bando in modo tale da scoraggiare chiunque possa essere in qualche maniera interessato a partecipare alla gara, con la conseguenza (assai prevedibile) che, alla data di scadenza per la presentazione delle domande (e cioè il prossimo 9 settembre), ci saranno pochissime offerte depositate. Anzi, non è da escludere che, vista la portata delle prescrizioni limitative (come quella che stabilisce il possesso del libretto per la conduzione delle caldaie di primo livello, ossia delle caldaie a vapore, forse in possesso solo di qualche “fortunato” possibile concorrente), parteciperà alla gara una sola ditta”. “D'altro canto (come la vicenda del Porto testimonia…) l'amministrazione comunale di Molfetta ha anche in altre occasioni confezionato bandi che hanno di fatto compresso la partecipazione consentendo la partecipazione ad un solo concorrente. E anche in questa circostanza sembra si sia voluto fare così”. “Entrando nel merito della questione – spiega Abbattista – occorre evidenziare come tra le condizioni dell'affidamento, disciplinate dall'art. 5 del Capitolato d'Appalto, vi è, tra l'altro, l'obbligo, per il soggetto che si aggiudicherà la gestione, di riservare gratuitamente praticamente per tutto l'anno (e per quattro ore al giorno, nella fascia oraria pomeridiana e serale, quella, cioè, di maggior afflusso di utenti) ben cinque delle sei corsie disponibili “alle società sportive della Città di Molfetta operanti sotto l'egida del CONI e della Federaziona Italiana Nuoto, per attività di allenamento delle squadre agonistiche”. Come a tutti noto, però, nella nostra città esiste una sola società sportiva che svolge questo genere di attività e che quindi potrebbe beneficiare di questo incredibile vantaggio. Alle stesse società sportive (o, per meglio dire, alla stessa società sportiva) dovrà anche essere garantito, sempre ai sensi dell'art. 5, l'utilizzo (ovviamente a titolo gratuito) dell'intera vasca per 21 ore settimanali, dalle ore 14 alle ore 17 di ogni giorno”. “Ora – prosegue il consigliere comunale PD –, ci chiediamo: quale imprenditore potrebbe mai essere interessato ad investire nella gestione della piscina comunale, ben sapendo che potrà beneficiare di ricavi sostanzialmente inesistenti, dovendo di fatto consentire ad una sola società sportiva di utilizzare gratuitamente l'intero impianto per la stragrande maggioranza del tempo? Possibile che una struttura pagata con i soldi dei contribuenti, patrimonio di tutti i molfettesi, debba essere appannaggio praticamente esclusivo di una sola società sportiva? E' evidente che quella clausola limita enormemente la concorrenza tra i soggetti potenzialmente interessati ad aggiudicarsi la gara d'appalto, dal momento che a garantirsi la gestione dell'impianto non potrà che essere quel consorzio o Ati cui partecipi l'unica società sportiva di nuoto della nostra città, che potrà utilizzare gratuitamente la struttura, pur facendo pagare ai suoi associati le quote di iscrizione”. “Per questa ragione chiediamo con la massima fermezza che l'amministrazione comunale revochi in autotutela il bando pubblicato, anche al fine di evitare i ricorsi (e le inevitabili spese) che, con ogni probabilità, soggetti potenzialmente interessati alla gestione della nostra piscina (ma di fatto esclusi dalle clausole del capitolato d'appalto) presenteranno dinnanzi al Tar. Speriamo sinceramente che il sindaco Azzollini, almeno stavolta, voglia ascoltare il nostro suggerimento. Dinnanzi al suo ennesimo fallimento amministrativo non vorremmo essere chiamati ancora una volta a dire (come già successo tante volte in passato): noi vi avevamo avvisati”.
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