Giornata del Fai ai cantieri navali di Molfetta ricchi di storia e tradizioni
MOLFETTA - Cristo a prua, la Madonna a poppa. I maestri d’ascia lo sapevano e il loro sapere e i loro detti, venivano tramandati. Mani sapienti che curvavano il legno e lo rendevano capace di opporsi alle forze del mare, perché quelle tavole dovevano riportare marinai, padri di famiglia e il pescato, fonte di sostentamento.
Per non dimenticare la ricchezza della tradizione cantieristica molfettese, il gruppo FAI di Molfetta e Giovinazzo, in collaborazione con “Il Popolo Granchio”, per le giornate FAI d’Autunno 2024, ha organizzato visite guidate presso i cantieri navali della Spiaggia Maddalena a Molfetta ove i preparatissimi ciceroni studenti del Liceo Classico da Vinci, hanno raccontato i fasti di una città legata indissolubilmente al mare ed al suo faro.
Inizialmente costruito nella parte opposta all’attuale collocazione dall’ing. Sergio Pansini, il faro fu successivamente spostato a causa di una tragedia che vide perire tre marinai. L’ing. Pansini si avvalse della collaborazione di un orologiaio poiché il meccanismo di funzionamento del faro è simile a quello di un orologio da polso.
Nel gennaio 1857 si ha la prima accensione del faro, un simbolo della città, una luce per i marinai.
Ma non è il caso solo di rimembrare gli allori di antichi fasti perché l’attività cantieristica cittadina è attiva. Ultimo maestro d’ascia è il discendente della famiglia Salvemini che assieme alle famiglia Tattoli ed altre storiche famiglie hanno scritto le pagine più belle della cantieristica.
Numerosissimi i visitatori provenienti anche da altre città perché Molfetta è una bella signora che abbaglia per la sua bellezza e poi prende il cuore per la sua storia.
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Autore: Beatrice Trogu