Gesù e le persone omosessuali. Effetto Papa Francesco
Ci sono paure nell’animo umano difficili da estirpare, capaci di trasformare anche il più innocuo gesto quotidiano da fisiologico a patologico. Si mostrano invincibili poiché fanno leva sull’ignoranza e sui timori e per questo ancora più subdole. La tentazione porterebbe ad arrendersi e non combatterle, a lasciarle vincere, condizionando irreversibilmente la nostra vita ed i nostri rapporti, senza valutare la potenza del confronto e del dialogo, sempre. L’omosessualità, la paura della diversità in senso lato genera sentimenti contrastanti in alcuni di noi. Chi sono io per giudicare un gay? Quando questa frase è stata pronunciata da Papa Francesco, di ritorno da un viaggio in Brasile, nel 2013, per la giornata mondiale della gioventù, si è pensato che fosse caduto un tabù, che la Chiesa si fosse candidata ad una apertura verso le persone omosessuali. Da sempre promotrice di pubblicazioni che stimolano il confronto e il dialogo, la casa editrice molfettese La Meridiana, ha pubblicato l’opera Gesù e le persone omosessuali, presentata nella Sala Finocchiaro con la collaborazione della Consulta femminile e dell’Associazione genitori di omosessuali (Agedo) . Alla presenza del curatore del volume Paolo Rigliano, con il sindaco Paola Natalicchio e Don Gianni De Robertis, ha introdotto e moderato il dibattito Alessandro Taurino, docente di psicologia clinica dell’Università di Bari il quale afferma che occorre partire dalle premesse e considerare se Chiesa e omosessualità sono ancora termini antitetici e contrapposti. Se invece di associare al termine Chiesa il termine istituzione si associasse il termine fede, la questione apparirebbe più semplice. La fede è di tutti. Taurino afferma che gay, lesbiche, transgender subiscono violenze, deumanizzazione e pur essendo l’omosessualità stata derubricata dall’elenco delle malattie psichiatriche, ci sono tuttora terapie che cercano di portare il paziente “sulla retta via”, senza tener presente che l’omosessualità è una delle forme di amore e se Dio è amore, Dio è anche amore omosessuale. Accettare che l’omosessualità è amore significherebbe abbattere contesti stigmatizzanti che portano a pensare all’omosessualità come amore malato. Don Gianni De Robertis, della parrocchia San Marcello di Bari, ha ricordato come Gesù fosse circondato da peccatori. Egli stesso e i sui seguaci erano invisi alla società, ricordando inoltre che il pensiero della Chiesa è stato ribadito dal Cardinale Martini il quale durante un colloquio con Ignazio Marino,sostenitore del riconoscimento civile delle unioni tra omosessuali, difendeva il valore della specificità del rapporto tra uomo e donna e pur esprimendo rispetto per ogni tipo di unione che si basa sull’amore, definiva l’amore tra omosessuali un amore diverso da quello eterosessuale poiché quest’ultimo produce una utilità sociale diversa. Paola Natalicchio esprime gratitudine per la casa editrice poiché di omosessualità si deve parlare. Ricorda di avere scritto un articolo sul suicidio di un adolescente omosessuale, vittima di quel bullismo omofobico che ha aggravato il suo dolore, che non gli permetteva di vivere appieno la sua omosessualità. “Allora si deve parlare di amore omosessuale e non di amicizia perché l’amore esige l’unione dei corpi e pur essendo grati a questo Papa che sta cercando di rompere le barriere del pregiudizio portando la Chiesa più vicina ai bisogni della gente, la strada è ancora lontana e occorre investire in dialogo, nel confronto, partendo dai più piccoli e dalla scuola affinché insegnanti ed educatori sradichino i cardini di queste solitudini blindate”. L’aver attribuito all’assessore Betta Mongelli la delega al contrasto alla disuguaglianza di genere è un piccolo passo ma necessario. Molfetta, grazie anche alle iniziative dell’Eremo Club, è Comune gay friendly. Il volume è un’opera di dialogo, come esprime il curatore Paolo Rigliano che afferma, altresì, che la posizione della Chiesa degli ultimi venticinque anni ha sposato il pensiero del suo teologo, il cardinale Ratzinger, il quale ha pronunciato parole terribili, definendo l’amore omosessuale una pura scarica di ormoni. L’omosessualità è una sfida che mette in discussione certezze naturali. Non più dunque sterili polemiche accademiche ma discussione sul vero messaggio di Gesù, messaggio fondativo del Vangelo che rappresenta una galleria infinita delle diversità dell’umanità. La Chiesa deve ascoltare il messaggio di Gesù e declinarla alle nuove situazioni. La Chiesa versa in una crisi senza precedenti perché non è in grado di confrontarsi con un mondo che è andato avanti comunque. Dialogo, ascolto, partecipazione non devono mancare, come è successo durante la serata che ha visto tra i protagonisti anche il pubblico, incantato di fronte alla disarmante coraggiosa sincerità di Alessandro Taurino: “Sono omosessuale, sono una persona, ho un compagno ed amo”. E non occorre aggiungere altro.