Generazione noia
CORSIVI
Se si parla di giovani le reazioni sono tante, tutte diverse. Salta fuori il solito politicante da due centesimi che parla di “spazi” o di “cittadinanza attiva”, con un pensiero alla poltrona da consigliere che sta scadendo. Oppure arriva il mediocre di turno che dice che “i giovani non sono più quelli di una volta”, scuotendo la testa e credendo di aver detto qualcosa di intelligente.
C'è da dire, ad onor del vero, che la generazione dei giovani sta mutando, e non in meglio. È una generazione stanca, ripiegata sulle mode, sui luoghi comuni e sulla noia.
A Molfetta il fenomeno sembra essere ben più grave che da altre parti, i segnali sono tanti e a preoccuparsene sono veramente in pochi.
Basta pensare che, in questo primo scorcio di anno scolastico, i liceali non hanno scioperato ne manifestato, o per lo meno, non come accadeva qualche anno fa. Questo vuol dire che agli studenti molfettesi non importa niente delle grandi mobilitazioni in difesa della scuola che hanno percorso Bari e le città vicine. Ancora più preoccupante è che i giovani studenti molfettesi non hanno neppure l'impulso a creare un po' di movimento, a increspare le acque, a fra sapere in qualche modo che ci sono, non hanno spinte e se gli spieghi che è necessario muoversi la risposta è sempre la stessa: “Ma noi che possiamo farci?”.
Ognuno è rassegnato, probabilmente perché le “nuove reclute”, vivono in una città intontita, che non reagisce alla ballata delle poltrone e delle casacche nei palazzi comunali o che non si indigna per quelle famiglie di Via Fontana che passeranno il Natale altrove.
La sensazione che si ha è che per i ragazzi e le ragazze di questa città sia preferibile adattarsi piuttosto che cercare di cambiare qualcosa. I giovani, forse, lo vorrebbero un mondo diverso, ma quello che hanno se lo fanno andare bene lo stesso. Convinti come sono, d'essere soli.
Vito Piccininni