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Figuraccia del granducato di Azzollini il Tar ripristina la legalità nelle assunzioni per progressione verticale
15 marzo 2012

Anche peggio della sentenza del TSAP. È la figuraccia più bruciante dell’amministrazione e del sindaco senatore Antonio Azzollini. Sono stati assunti su ordine del TAR Puglia 15 istruttori amministrativi per i settori comunali Demografia-Appalti-Contratti, Lavori Pubblici, Sicurezza, Affari Generali, Territorio, Economico-Finanziario e Sicurezza. Persino per la segreteria del Sindaco. Inadempiente il Comune, è stato nominato un «commissario ad acta», la dott.ssa Ester Fedullo, dirigente dell’area “Raccordo con gli Enti locali - consultazioni elettorali” della Prefettura BAT, per ratificare ben 15 delibere di assunzioni. Nonostante la gravità, nessuno ne ha parlato, perché a Molfetta si vive di tacite strette di mano, salati caffè ai bar e promesse elettorali. Una conferma a quanto riportato da Quindici nel numero di aprile 2011 su strani movimenti durante una delle prove scritte nei concorsi di fine 2010? PROGRESSIONI VERTICALI “ARTEFATTE”? Impugnazione della delibera GC n.254 dell’ottobre 2010, con cui sono stati indicati i criteri da seguire per individuare, tra i dipendenti vincitori di selezioni interne per progressioni verticali, quelli da immettere in posizione superiore. Così parte il ricorso n.2118 «Progressione verticale - Piano programmatico del fabbisogno di personale - Risarcimento danni», depositato il 28 dicembre 2010. Contestati il criterio cronologico delle date di svolgimento delle prove selettive (prioritari per la delibera n. 254 i 4 dipendenti vincitori delle progressioni verticali programmate nel fabbisogno 2004) e quello di della prossimità al collocamento in quiescenza per raggiunti limiti di età. Come anche il provvedimento, non comunicato ai ricorrenti, con cui l’amministrazione Azzollini ha stabilito la progressione verticale di 16 dipendenti per il 2010, applicando il criterio della data di svolgimento della prova selettiva. Dichiarando illegittimo il comportamento del Comune, i ricorrenti hanno richiesto l’accertamento del «diritto a vedere applicato il criterio dell’anzianità di servizio per il soddisfacimento del fabbisogno del personale per gli anni 2010-2012». Oltre alla condanna del Comune ad adempiere «alla progressione verticale dei ricorrenti in conformità all’adeguamento funzionale dei servizi comunali approvato con delibera di G.C. n. 99 del 19.04.2010» e «al risarcimento del danno sofferto dai ricorrenti, […] nonché del danno morale sofferto per il tardivo avanzamento nella qualifica superiore». COMUNE INADEMPIENTE A gennaio 2011 l’ordinanza n.107: sospesa l’efficacia della delibera n.254, «occorre verificare se e in che misura i criteri indicati nella citata delibera implichino la disapplicazione dei criteri indicati nell’ordinanza cautelare». Il Comune, invece, fa orecchie da mercante. Ennesima ordinanza del TAR Puglia (la n.490 del 27 maggio 2011) che «ordina al Comune di Molfetta di dare esecuzione all’ordinanza n.107/2011 entro sessanta giorni dalla comunicazione in via amministrativa dell’ordinanza, riservandosi di nominare Commissario ad acta per il caso di mancata ottemperanza». Spalle al muro, la delibera GC n.110 del 13 giugno 2011, ubbidendo alle ordinanze n.107 e n.490, ha approvato l’applicazione del criterio stabilito dal Collegio, ovvero la chiamata secondo la collocazione in graduatoria e la compilazione della graduatoria in base al merito effettivo (considerando il punteggio complessivo di ciascun candidato, della votazione delle prove sostenute e della valutazione dei titoli, tra cui i titoli di servizio). Ma il Comune non è riuscito, non ha saputo o, meglio, non ha voluto produrre un atto amministrativo ad hoc, perché la delibera n.110 ha posto la condizione della «sottoscrizione di atti di transazione tra l’ente e i dipendenti da immettere». Ancora una volta, il TAR Puglia è stato costretto ad intervenire, dopo l’ordinanza n.1527/2011 che imponeva al Comune l’esecuzione dell’ordinanza cautelare n.107: l’ordinanza n.158 del 13 gennaio 2012 ha disposto che il commissario ad acta provveda a quanto disposto dal Collegio, perché la delibera n.110 non rispetta quanto ordinato dal TAR. Una vergogna per il Comune di Molfetta. Gravissimo l’inadempimento comunale: dimostrazione di come a Molfetta si agisca in spregio alla legge e, in questo caso, agli atti del tribunale. Un atteggiamento che rispecchia in toto le movenze politico-governative di Silvio Berlusconi, riprodotte a Molfetta da un Azzollini già lanciato in campagna elettorale, poco propenso al rispetto degli organi istituzionali sovraordinati (come nel caso della sentenza 277 della Corte Costituzionale sull’incompatibilità). E incline a piazzare nei posti strategici i suoi “uomini di fiducia”. Perché il Comune non ha tenuto conto dell’anzianità di servizio nella formulazione della graduatoria? Quali altre realtà funeste si celano dietro le scrivanie degli uffici comunali? Come sono espletati i concorsi, redatti i bandi, nominate le commissioni di valutazione, stabiliti i criteri?

Autore: Marcello la Forgia
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