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Festa dell'Ulivo, voglia di ricominciare Progetto politico comune per un'alternativa di governo
15 settembre 2002

Entrando in villa, l'occhio cerca subito l'automobile, tradizionale primo premio delle lotterie delle feste di partito. Ma non la trova. Altri tempi, dice un vecchio militante, di quando gli iscritti prima di tutto c'erano e poi s'impegnavano a vendere biglietti e ad assicurare così entrate sufficienti a coprire le spese dell'attività politica di un intero anno. Sia pure con altri premi, la lotteria in ogni caso c'è sempre e anche il resto rispetta la tradizione: il palco, gli stand, compreso quello dei panini che, ecco l'altra novità - la privatizzazione ha colpito anche qui - non è più affidato alla buona volontà degli iscritti, trasformati per l'occasione in ristoratori, ma ad un camioncino attrezzato. Anche le bandiere sono diverse, non il rosso uniforme delle feste dell'Unità o altri, ma un mix di colori su cui predomina il verde ed un simbolo, quello dell'Ulivo. Il 13 e 14 settembre, infatti, si è svolta nella villa comunale di Molfetta, la prima “Festa dell'Ulivo”, manifestazione unitaria organizzata da Comunisti italiani, Verdi, Democratici di sinistra, Margherita e Socialisti democratici italiani. Insomma dai partiti della coalizione di centro sinistra, da quelli più grandi a quelli più piccoli, privi di una rappresentanza consiliare e in qualche caso anche di una sede. Una manifestazione decisa e realizzata più con la forza di volontà che con quella della ragione. La volontà di dimostrare di esserci in questa città e non solo come singoli partiti, con le loro identità e le loro crisi, che ci sono anche queste, è inutile nasconderle, ma come un tutto, come una coalizione appunto che, assieme alle altre forze di minoranza, si impegna a fare opposizione all'amministrazione di centrodestra e a costruire e proporre alla città una credibile alternativa di governo. Un intento che è apparso chiaro nel discorso di apertura fatto da Diego Colonna, segretario cittadino dello Sdi: “Mentre in altre parte di Italia si fanno feste dell'Unità, della Margherita, dell'Amicizia, dell'Avanti, a Molfetta la Festa dell'Ulivo dimostra che i partiti del centrosinistra hanno una politica unitaria e lavorano a predisporre un progetto comune che porti nuovamente alla vittoria”. La festa è stata quindi di rilancio della coalizione e assieme di consuntivo dell'attività politica svolta. Ecco quindi riproposta in bell'ordine la galleria dei manifesti preparati e affissi dai partiti o dall'intera opposizione su casa, tasse, sanità e le altre tematiche su cui sia stata data battaglia in quest'anno di governo di centro destra cittadino. Su uno schermo montato sul palco sono passati in successione dati che riguardano la disoccupazione cittadina, i prezzi delle nuove abitazioni, gli aumenti fiscali. Durante la festa i Comunisti italiani hanno anche raccolto le firme per la petizione proposta dalla Cgil a difesa dei lavoratori e dei loro diritti irrinunciabili. Legambiente ha mostrato, invece, una serie di pannelli sulle antiche costruzioni disseminate nell'agro molfettese e minacciate dalla realizzazione della zona industriale. La prima serata ha affrontato una questione locale di grande attualità, la ricaduta su Molfetta del piano di riordino ospedaliero regionale. In fondo la prima occasione in cui le varie parti interessate si siano trovate a discuterne pubblicamente, dando per scontato che la presenza del governatore Fitto in consiglio comunale sia stata soprattutto una passerella. Ne hanno discusso il dott. Michele Virgilio, primario del reparto di nefrologia dell'ospedale di Molfetta, Vitangelo Solimini, presidente del Tribunale per i diritti del malato, il segretario regionale dello Sdi, Onofrio Introna, il consigliere provinciale Gianni Mastropierro e i consiglieri di opposizione Sallustio, Minervini e Centrone. Il dott. Virgilio, più che entrare nel merito della chiusura di alcuni reparti dell'ospedale di Molfetta, ha messo sotto accusa la scelta di affrontare la questione della sanità in Puglia facendo affidamento a meri dati tecnici, avendo come obiettivo il contenimento delle spese, trascurando così il dato più importante, la salvaguardia della salute dei cittadini. Per quanto neppure lo scopo del risanamento economico si può dire davvero raggiunto se, ad esempio, come ha fatto notare Vitangelo Solimini, saranno chiuse le sale operatorie dell'ospedale di Molfetta, rinnovate negli ultimi tre anni con svariati miliardi di spesa, e la chirurgia sarà affidata all'ospedale di Bisceglie, in cui questi lavori dovranno essere ripetuti daccapo. I politici hanno fatto notare proprio questo, il piano di riordino ospedaliero, che si propone la razionalizzazione, è caratterizzato paradossalmente da irrazionalità, per cui sono stati salvati non gli ospedali e i reparti più efficienti, utili, o necessari, ma quelli dotati del più forte padrino politico. In qualche caso la scelta di mantenere il reparto di una città piuttosto che di un'altra è stato il risultato di una sorta di resa dei conti all'interno della classe politica di centro destra regionale, servendo a stabilire chi è il più forte fra An e Forza Italia e, a quanto pare, anche fra le diverse correnti di Forza Italia. Naturalmente tutto questo senza troppo curarsi della salute dei cittadini pugliesi. La seconda serata è stata centrata sui temi nazionali: la giustizia, le tasse, la scuola, il lavoro. A parlarne l'on. Giannicola Sinisi della “Margherita”, l'on. Pino Sgobio, del Pdci e Gino Salvemini della Cgil scuola. Per Sinisi la riforma della giustizia è necessaria, ma non può essere piegata ad interessi personali, quelli stessi interessi che, secondo l'on. Sgobio, hanno impedito l'attuazione delle riforme previste nel programma di centro destra. Gino Salvemini ha evidenziato come il ministro Moratti sia isolato anche all'interno della stessa maggioranza, in quanto le sue proposte per la scuola tendono a recuperare elementi del passato, come il maestro unico per la scuola elementare, più che a proporre una riforma organica e seria. Bilancio positivo per Cosimo Altomare, coordinatore cittadino della “Margherita”: “La partecipazione dei cittadini, nonostante il cattivo tempo di venerdì, è stata buona. L'Ulivo ha dimostrato di saper stare sui temi, di seguire ed avere a cuore i problemi concreti dei cittadini, piuttosto che insistere sulle alchimie politiche”. Soddisfatto anche Gianfranco Petruzzella, dei Ds: “La festa è stata una prova riuscita della possibile collaborazione fra i partiti, che ci impegniamo a continuare”. Come per alcune categorie di alunni, in attesa di altri elementi di giudizio, si evidenzia la buona volontà, così si può dire per questa prima “Festa dell'Ulivo”, con la quale si è cercato di imporre una svolta alla stanchezza, al vittimismo che ha seguito la sconfitta elettorale dello scorso anno, di ricomporre fratture e divisioni, di richiamare la base all'azione. Forse è mancato l'aspetto politico tradizionalmente inteso, quello delle analisi e dei dibattiti, sia pure un po' noiosi, in cui si traccia però la rotta politica futura, si prova a indicare la direzione d'azione per il futuro, una volta per i partiti, oggi per la coalizione, che c'è, almeno così ha detto la festa, anche se non si capisce ancora bene cos'è e potrà diventare. Lella Salvemini
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