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Federpesca: pronto il pacchetto di interventi per il governo per il rilancio della pesca
20 febbraio 2012

ROMA - Lunedi 20 febbraio alle ore 15,00 presso la sede di Federpesca di Viale Liegi 41 a Roma si terrà la conferenza stampa di presentazione del pacchetto di proposte elaborate dalla Giunta Esecutiva della Federazione, appositamente riunitasi ieri 17 febbraio per fare il punto della situazione dello stato di crisi del comparto ittico, come da specifico mandato ricevuto dall'Assemblea Generale dei soci tenutasi lo scorso 27 gennaio.
Alla presenza dei vertici federali e di una significativa rappresentanza delle marinerie italiane associate verrà dunque illustrato, alla stampa ed alle televisioni, il pacchetto di proposte anticrisi che sarà subito dopo consegnato al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Mario Catania.
"La difficile situazione economica del Paese rende ancor più complessa l'individuazione di percorsi di ripresa per il settore della Pesca" afferma il direttore Luigi Giannini" con questa consapevolezza abbiamo approntato delle proposte, concrete e raggiungibili, in materia di liberalizzazione e semplificazione del settore, che sono a costo zero per lo Stato ma che possono contribuire ad un significativo alleggerimento degli oneri posti in capo all'imprenditoria della pesca italiana".

 

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Era l'anno 1970 - Il mare offre all'uomo abbondanti risorse per il suo sostentamento, ma per ignoranza e per veri e propri errori, stiamo mettendo in pericolo tutta questa enorme ricchezza, provocando un pericoloso impoverimento di molte attività ittiche, la quasi estinzione delle balene di grosse dimensioni e altri mammiferi, un diffuso inquinamento delle acque ricche di pesci e il degrado e la distruzione di molti habitat costieri. Perchè il costante incremento del pescato, che tra il 1950 e il 1970 si aggirava al 7 per cento annuo, è venuto a cessare? Oggi noi fatichiamo a mantenere un buon ritmo di cfrescita e, comunque, per riuscirci dobbiamo ricorrere ad artifizi, modificando sensibilmente la composizione del pescato, che ora dipende in gran parte dai piccoli pesci utilizzati per trarne farina di pesce. Il risultato è stato che il valore alimentare per tonnellata è anch'esso sceso. La triste verità è che la pesca sfrenata sta distruggendo le riserve del pianeta. Mentre negli anni '50 c'erano stati solo rari fallimenti in alcuni settori dell'attività ittica, gli anni '60 e '70bhanno visto un numero sempre maggiore di crolli nelle tradizionali attività pescherecce, alcuni dei quali assai spettacolari. La colpa in parte è della tecnologia: le grandi flotte pescherecce che operano lontane dalle basi fanno ricorso a particolari tecniche, con reti a maglie finissime per “setacciare” il mare. In parte, è della nostra ignoranza degli ecosistemi marini. La causa principale, però, è stata sempre la maggiore richiesta di pesce e dei prodotti derivati (mangime e fertilizzanti) da parte dei popoli dell'area Nord del pianeta. Oggi che gli abitanti dell'Europa occidentale e dell'America del Nord consumano quantità sempre maggiore di carne, si è indotto un boom nella richiesta di mangimi integrativi per animali, e fra questi della farina di pesce. Il Giappone, per esempio, conta sugli oceani per ricavarne il 60 per cento delle sue esigenze di proteine animali (di fronte a una media globale del 15 per cento). Anche i paesi l'Urss però è andata rivolgendo una sguardo sempre più attento ai mari, nella ricerca di proteine di alta qualità e oggi un cittadino sovietico consuma il doppio di pesce di un americano. La loro filosofia nei confronti delle ricchezze potenzialmente rinnovabili del mare è riassunto dal comportamento tenuto nei confronti delle grandi balene. Continue “stragi”i fino ai giorni nostri. La crisi: inquinamento e pesca indiscriminata. I rimedi: disinquinamento, vigilanza, accordi internazionali.
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