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Estate con immancabili scarafaggi e insetti a Molfetta, il presidente Asm, Zaza: stiamo provvedendo, ma non tocca solo a noi
07 giugno 2016

MOLFETTA – Tempo d’estate e di insetti, scarafaggi e qualche topino. Anche Molfetta non sfugge alla statistica. E così su questo tema si pronuncia il presidente dell’Asm, Antonello Zaza (foto), che rassicura i cittadini: stiamo provvedendo, ma non tocca solo a noi.

«È arrivata l'estate e con essa i tipici problemi stagionali legati alla presenza di insetti, scarafaggi e l'avvistamento di qualche topo. Tale situazione è accompagnata da lamentele e improperi finalizzati a trovare la "causa scatenante" e  i responsabili di tale situazione – dice Zaza -. Quest'anno, come ampiamente prevedibile già dai mesi scorsi,  è la volta del porta a porta individuato come “origine di tutti i mali”, anche se avvistamenti degli animaletti menzionati ci sono anche  in zone in cui non è ancora iniziata la raccolta porta a porta. E allora è colpa del Comune e dell'ASM che dovrebbe occuparsi di garantire la disinfestazione contro zanzare e insetti, la deblattizzazione e derattizzazione dei tronchi fognari, contro il proliferare degli scarafaggi e dei topi.

Senza voler  affatto banalizzare il problema, credo che alla caccia alle streghe sia da preferire la comprensione dei fenomeni prima ancora di capire come "limitare" i disagi. Come spesso accade, la migliore arma è quella della prevenzione, soprattutto perché da corretti comportamenti  dipende l'entità del fenomeno. È  necessario non abbandonare sulle pubbliche vie avanzi di cibo, conferire i rifiuti nei cassonetti, li dove ci sono ancora, o ben chiusi nei mastelli, li dove la raccolta avviene col sistema porta a porta, evitando di abbandonare i rifiuti ai piedi dei cassonetti o di conferirli senza utilizzare il mastello. Ci sono ancora molti concittadini che, nella quotidiana e meritoria cura di gatti o cani di quartiere, abbandonano piatti o contenitori di cibo per strada. Sarebbe utile che gli  stessi evitassero di lasciare quei contenitori per strada poiché non necessariamente quel cibo viene consumato dai gatti o cani accuditi, può diventare alimento anche per altri animali. Prendersi cura degli animali deve significare anche prendersi  cura dell'ambiente e rispettare il decoro urbano.

Un altro elemento di conoscenza utile nella lotta a blatte e ratti riguarda il tema del "chi" è tenuto a fare gli interventi di disinfestazione, deblattizzazione e derattizzazione. Per quanto concerne la disinfestazione del centro abitato la competenza è dell'ASM.  Anche quest'anno, come ogni anno, gli interventi sono iniziati nel mese di marzo con trattamenti contro le larve, nelle caditoie delle acque meteoriche, e a partire da aprile, con interventi di disinfestazione aerea contro le zanzare adulte. Da aprile ad ottobre ci saranno 17 interventi, uno in più rispetto agli altri anni, a distanza di quindici giorni l'uno dall'altro nei mesi di aprile, maggio, giugno, luglio, settembre e ottobre, a  distanza di una settimana nel mese di agosto. Blatte e ratti però non sempre  si annidano nei condotti fognari bensì possono annidarsi anche in luoghi chiusi, sottani, locali, garage, non opportunamente manutenuti. Così come le blatte possono annidarsi nei muri dei fabbricati, negli interstizi tra le facciate e le coperture di travertino a protezione delle stesse. Stesso discorso vale per le fogne, su cui è bene chiarire chi siano i responsabili della manutenzione delle stesse. È diffusa  nell'opinione pubblica che la competenza sia del Comune e quindi, per esso, dell'ASM. Questo è vero in parte poiché sono almeno tre i soggetti coinvolti: l'ASM, l'Acquedotto Pugliese e i singoli condomini. È bene precisare che i pozzetti fognari, quelli di raccordo tra le colonne montanti fognarie dei condomini e il tronco principale della fogna, presenti sui marciapiedi e laddove  non ci sono i marciapiedi, ovvero in prossimità degli isolati, sono di proprietà del condominio. Per questo motivo, gli interventi di manutenzione sono a carico del condominio e non, come erroneamente si pensa, a carico di altri soggetti. I pozzetti della fogna principale, quelli che si trovano per strada, sono di proprietà  e quindi gestiti dall'Acquedotto Pugliese. L'ASM si occupa invece degli interventi di deblattizzazione e derattizzazione delle caditoie stradali delle acque meteoriche. Sin dall'estate 2014 l'ASM e il Comune di Molfetta coinvolsero i vertici dell'Acquedotto al fine di attivare interventi congiunti sui tratti pubblici (pozzetti stradali e caditoie) al fine di rendere più efficaci gli interventi stessi. Ciò può non essere sufficiente se poi i condomini non si preoccupano di intervenire sui pozzetti di propria competenza. Sono  pochi i condomini che lo fanno e soprattutto sono sempre  gli stessi, spesso quelli  in cui il problema si ripresenta con l'avvento della stagione estiva. In quei casi, spesso, gli interventi sono effettuati dall'ASM, con servizi a richiesta e quindi a pagamento. In questi casi l'ASM interviene,  a garanzia di maggiore efficacia dell'intervento, sia trattando i pozzetti privati, sia i corrispondenti pozzetti di proprietà dell'Acquedotto. Poiché  le fogne non sono altro che un sistema di tubature tra loro collegate, i cittadini capiranno bene che l'intervento sui tratti pubblici non è sufficiente se poi le blatte, trovano vie sicure di fuga nei tratti di fogna privati. Sarebbe pertanto utile prendere coscienza di questi problemi affinché ci si adoperi per manutenere al meglio le fogne, ciascuno per la propria competenza. Certo, ci sono altri fattori che determinano l'entità e la portata del fenomeno che variano da stagione a stagione. Solitamente nelle estati piovose ci sono più zanzare, perché maggiore è il ristagno dell'acqua, condizione utile per la loro proliferazione, come anche, dopo un acquazzone estivo, è più facile avvistare blatte e qualche topo. Così come, il picco di caldo registrato a fine maggio ha portato a un’invasione di moscerini. Contrariamente a quanto affermato da qualcuno, l’invasione si è verificata non solo a Molfetta e non certo per colpa del porta a porta. Basta fare una verifica su internet per capire come il fenomeno si sia sviluppato in lungo e in largo nei comuni della provincia Bat e Bari. Quello che è certo è che solo dalla sinergia tra cittadini e istituzioni preposte, tra cui l'ASM, è possibile pensare di gestire al meglio le problematiche affrontate. Viceversa, continuare a pensare che il problema debba sempre e solo risolverlo qualcun altro, quando invece ciascuno di noi ne è coinvolto,  non può che essere un buon viatico per non risolvere un bel nulla».

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Scarafaggi, topi, animali vari....qui a Molfetta. Per tutta adunque la striscia di territorio percorsa dall'esercito, s'era trovato qualche cadavere nelle case, qualcheduno sulla strada. Poco dopo, in questo e in quel paese, cominciarono ad ammalarsi, a morire, persone, famiglie, di mali violenti, strani, con segni sconosciuti alla più parte de' viventi. C'era soltanto alcuni a cui non riuscissero nuovi: que' pochi che potessero ricordarsi della peste che, cinquantatré anni avanti, aveva desolata pure una buona parte d'Italia, e in ispecie il milanese, dove fu chiamata, ed è tuttora, la peste di san Carlo. Tanto è forte la carità! Tra le memorie così varie e così solenni d'un infortunio generale, può essa far primeggiare quella d'un uomo, perché a quest'uomo ha ispirato sentimenti e azioni più memorabili ancora de' mali; stamparlo nelle menti, come un sunto di tutti que' guai, perché in tutti l'ha spinto e intromesso, guida, soccorso, esempio, vittima volontaria; d'una calamità per tutti, far per quest'uomo come un'impresa; nominarla da lui, come una conquista, o una scoperta. Il protofisico Lodovico Settala, ché, non solo aveva veduta quella peste, ma n'era stato uno de' più attivi e intrepidi, e, quantunque allor giovinissimo, de' più riputati curatori; e che ora, in gran sospetto di questa, stava all'erta e sull'informazioni, riferì, il 20 d'ottobre, nel tribunale della sanità, come, nella terra di Chiuso (l'ultima del territorio di Lecco, e confinante col bergamasco), era scoppiato indubitabilmente il contagio. Non fu per questo presa veruna risoluzione, come si ha dal Ragguaglio del Tadino,

Come un branco di segugi, dopo aver inseguita invano una lepre, tornano mortificati verso il padrone, co' musi bassi, e con le code ciondoloni, così, in quella scompigliata notte, tornavano i bravi al palazzotto di don Rodrigo. Egli camminava innanzi e indietro, al buio, per una stanzaccia disabitata dell'ultimo piano, che rispondeva sulla spianata. Ogni tanto si fermava, tendeva l'orecchio, guardava dalle fessure dell'imposte intarlate, pieno d'impazienza e non privo d'inquietudine, non solo per l'incertezza della riuscita, ma anche per le conseguenze possibili; perché era la più grossa e la più arrischiata a cui il brav'uomo avesse ancor messo mano. S'andava però rassicurando col pensiero delle precauzioni prese per distrugger gl'indizi, se non i sospetti. "In quanto ai sospetti", pensava, "me ne rido. Vorrei un po' sapere chi sarà quel voglioso che venga quassù a veder se c'è o non c'è una ragazza. Venga, venga quel tanghero, che sarà ben ricevuto. Venga il frate, venga. La vecchia? Vada a Bergamo la vecchia. La giustizia? Poh la giustizia! Il podestà non è un ragazzo, né un matto. E a Milano? Chi si cura di costoro a Milano? Chi gli darebbe retta? Chi sa che ci siano? Son come gente perduta sulla terra; non hanno né anche un padrone: gente di nessuno. Via, via, niente paura. Come rimarrà Attilio, domattina! Vedrà, vedrà s'io fo ciarle o fatti. E poi... se mai nascesse qualche imbroglio... che so io? qualche nemico che volesse cogliere quest'occasione,... anche Attilio saprà consigliarmi: c'è impegnato l'onore di tutto il parentado». Ma il pensiero sul quale si fermava di più, perché in esso trovava insieme un acquietamento de' dubbi, e un pascolo alla passion principale, era il pensiero delle lusinghe, delle promesse che adoprerebbe per abbonire Lucia. «Avrà tanta paura di trovarsi qui sola, in mezzo a costoro, a queste facce, che... il viso più umano qui son io, per bacco... che dovrà ricorrere a me, toccherà a lei a pregare; e se prega».



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