Attacco a tutto campo all'amministrazione di Tommaso Minervini e accorato appello ai cittadini affinché tornino a credere alla politica e alla partecipazione.
Questi i temi portanti dell'incontro pubblico organizzato venerdì 30 maggio dalla “Margherita” di Molfetta. Introdotti dal coordinatore cittadino, Cosimo Altomare, i quattro consiglieri di opposizione, Maria Sasso, Nino Sallustio, Nicola Piergiovanni, Leonardo Lucanie, hanno denunciato gli errori, gli sprechi, l'insipienza di due anni di amministrazione di centro destra ed anche qualche sospetto di collusione.
L'allergia alle gare d'appalto
“Allergica”, l'ha definita il consigliere Marisa Sasso, non al polline, problema di stagione, ma alle gare d'appalto, procedura che garantisce trasparenza nell'attribuzione di incarichi e lavori pubblici. In questi due anni Tommaso Minervini e i suoi assessori sono apparsi più inclini ad assegnarli direttamente, al punto di pensare di modificare lo statuto della Multiservizi, ampliando la tipologia di lavori che questa società può svolgere, fino a comprendere anche l'urbanizzazione primaria della città e il controllo delle reti telematiche, cioè affari per centinaia di milioni, e dandole anche la possibilità di appaltare tali lavori a terzi, guarda caso senza necessità alcuna di gara d'appalto.
Se questa modifica fosse passata, ha denunciato il consigliere Sasso, non solo sarebbe venuta meno la possibilità di esercitare un controllo e di poter scegliere fra diversi preventivi il migliore, ma si sarebbe contravvenuto alla legge, che non permette modifiche statutarie di questo tipo. Infatti, dietro sollecitazione degli stessi consiglieri d'opposizione, l'operazione è stata denunciata all'autorità di vigilanza del ministero dei Lavori Pubblici, che ha ingiunto a sindaco e giunta di tornare sui propri passi e revocare la modifica statutaria. Non una questione da poco se, ha continuato Maria Sasso, “l'aggiramento delle gare è ideale alimento della illegalità”.
Lo spreco di denaro pubblico
“Sprecona”, di danaro pubblico naturalmente. Nicola Piergiovanni ha citato molte cifre, i 75 milioni per gli alberi natalizi, non si sa finiti poi dove, i contributi a pioggia che tengono contenti tutti, i 20 milioni per una serata musicale, i 7 per la festa della birra e tanti altri.
E in più “bugiarda”, doppiamente, a sentire Leonardo Lucanie, il quale ha ribadito come Tommaso Minervini abbia affermato il falso durante la campagna elettorale che lo portò all'elezione, denunciando inesistenti buchi di bilancio, attribuendo all'amministrazione uscente l'aumento delle tasse, deciso, invece, dal commissario prefettizio, e promettendo una loro diminuzione, che invece non vi è stata. E, ha sempre affermato Lucanie, come potrebbero diminuire le tasse “se ci sono da pagare due nuovi assessori, un portavoce per 22.500.000 euro l'anno, 8 consulenti personali e una pioggia di incarichi professionali?”.
Una classe politica debole e in crisi
“Popolata di fantasmi”, i molti consiglieri comunali che, ha affermato Maria Sasso, “sono muti, non rispondono mai alle nostre richieste di chiarimento, salvo poi alzare la mano al momento della votazione”, ed almeno due assessori, quello all'Agricoltura, Francesco Nappi che, secondo Nicola Piergiovanni è “molto attivo solo nell'attività di rappresentanza, a spese della collettività” e quella alle Infrastrutture, Maria Mezzina, di cui non s'è visto nessun atto concreto.
“Insipiente”, visto che non è riuscita a rendere utilizzabili dai cittadini opere pubbliche, come San Domenico o il Lazzaretto, pure consegnatele dalla precedente amministrazione, o a garantire il finanziamento per il proseguimento degli scavi nell'ex fondo Azzollini al Pulo. Ed, ancora, che tre piazze della città, Mentana, Principe di Napoli, San Michele, attendono di essere riqualificate.
“In crisi”, questa crisi di cui si deve parlare poco, nonostante la presa di posizione dell'”Unione di Centro”, che non esplode, anche perché il Consiglio Comunale non è convocato da tre mesi, ma che serpeggia e che si traduce in querele fra consiglieri comunali e sindaco, ed ancora consiglieri e presidente del consiglio, ed ancora che traspare dal fatto che ben tre assessori di “Forza Italia” non abbiano approvato in giunta il bilancio di previsione, probabilmente “un avviso politico per quanto riguarda la costituzione della società per la gestione dei finanziamenti per il porto”, secondo il consigliere Piergiovanni.
Un deficit di democrazia
“Poco democratica”, ha continuato Nino Sallustio, denunciando la scomparsa del confronto e della discussione pubblica anche per i grandi progetti che potrebbero cambiare il volto della città, come quello per il nuovo lungomare, che dovrebbe estendersi dal centro antico alla Prima cala, per un costo di ben 50 miliardi di lire, concesso ai privati, senza che nemmeno agli stessi consiglieri comunali sia stato consentito di capire per farne cosa, con quale impatto sulla città.
Ed ancora, nonostante sia previsto che negli organi di controllo ci sia un rappresentante della minoranza, la cosa è sistematicamente ignorata, ritenendo questa amministrazione, evidentemente, di poter controllare essa stessa il suo operato. Con il bel risultato, ha raccontato Maria Sasso che “i revisori dei conti arrivano a dare il loro parere favorevole al bilancio di previsione e quindi anche all'elenco delle opere pubbliche in esso previste, senza che per quelle dell'anno non vi fossero i progetti preliminari, come dovrebbe essere, approvati solo successivamente al bilancio”.
“Disinteressata”. Nino Sallustio è tornato ad attaccare il Sindaco per “non aver difeso l'ospedale di Molfetta, fortemente penalizzato dal piano di riordino regionale, preoccupato piuttosto di salvaguardare gli equilibri nella sua maggioranza”, ma anche per non preoccuparsi delle possibili ripercussioni sulla salute dei cittadini, accettando di far installare su immobili di proprietà comunale 8 antenne per i telefoni cellulari di ultima generazione.
Una condanna senza appello, quindi, alle scelte fatte e a quelle mancate di questi due anni di amministrazione di centro destra, ma anche un richiamo ai cittadini, che è tornato negli interventi di tutti i quattro consiglieri di opposizione, come a dire: questo è quel che accade, noi facciamo il possibile per denunciare e, quando è possibile, anche bloccare, gli errori di chi governa la città, ma non lasciateci soli”. Visto che, per dirla con le parole del manifesto, “Molfetta merita di meglio”.
Lella Salvemini