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Enzo de Cosmo: colpevoli disattenzioni, l'Europa merita ben altro «Apriamo un dibattito sul rinnovo del parlamento europeo – è la provocazione che il prof. Enzo De Cosmo avanza attraverso una nota stampa – rilanciando l'importanza dei popolari italiani sullo scacchiere europeo e sulla necessità di riscrivere un nuovo ordine mondiale. Con un'Europa più protagonista»
26 maggio 2009

MOLFETTA – Nel mese di giungo 2009 i cittadini dell'Unione Europea saranno chiamati a votare per il rinnovo del Parlamento europeo in un momento cruciale per l'Europa. L'integrazione europea è il più grande risultato mai raggiunto nella storia del nostro continente: non solo ha portato pace, libertà e stabilità, ma ha aperto un'era di comprensione reciproca, di cooperazione e prosperità senza precedenti. Il desiderio di pace ha unito in passato i popoli d'Europa. «Oggi, sono più che mai necessarie una stretta cooperazione a livello europeo e un'Europa forte sulla scena internazionale per affrontare i molteplici problemi del mondo contemporaneo: la crisi dei mercati finanziari e la grave recessione globale, la lotta al cambiamento climatico, l'invecchiamento della società, senza dimenticare il terrorismo e il crimine organizzato. Solo un'Europa forte – dice il prof. Enzo de Cosmo (foto), vice presidente nazionale A.I.P.P.E. Associazione Italiana per il Partito Popolare - sarà in grado di difendere e tutelare i nostri interessi nel mondo. Solo un'Europa forte sarà in grado di tessere un sistema finanziario globale più stabile e di affrontare gli altri seri problemi che toccano i cittadini europei. Dobbiamo cogliere oggi l'occasione per ristrutturare l'economia mondiale in modo più sostenibile, basandoci sul concetto a noi caro dell'economia sociale di mercato. Il successo di questa formula è stato dimostrato nel periodo di ricostruzione post-bellico e nel travagliato periodo di riunificazione europea dopo il crollo dell'impero sovietico. Mentre i socialisti europei vedono nella crisi un'opportunità per riproporre il loro retrogrado programma di sinistra, a scapito di posti di lavoro e della posizione dell'Europa nel mondo, noi siamo convinti che la nostra idea di economia sociale di mercato sia la migliore risposta alla difficile situazione attuale. Le nostre posizioni non hanno niente a che vedere con l'approccio sinistroide dei socialisti, né tanto meno con le tesi dei fondamentalisti del mercato, secondo cui il mondo dovrebbe essere governato dalle sole forze di mercato. La perdita di regole e di standard etici è la causa dei principali problemi che affliggono oggi la nostra società. Dobbiamo dotarci di una regolamentazione e di strutture di controllo più efficaci e attente per gestire il sistema economico-finanziario mondiale. Sosteniamo caldamente l'elaborazione di regole chiare che permettano il corretto funzionamento e lo sviluppo dei mercati a vantaggio di tutti: società, imprenditori e lavoratori. Ecco ciò che ci distingue dagli altri partiti e ci rende un vero partito popolare al servizio del bene comune. La nostra famiglia politica, il Partito Popolare Europeo, ha influenzato lo sviluppo storico dell'Europa più di qualsiasi altra forza politica. Nel corso della sua storia, il gruppo politico del PPE, ha sempre avuto una chiara visione dell'Europa. Siamo convinti che, la maggior parte di problemi odierni non possa più essere risolta esclusivamente a livello nazionale. In qualità di eredi dei padri fondatori dell'integrazione europea, Jean Monnet, Robert Schuman, Konrad Adenauer e Alcide De Gasperi, siamo consapevoli del nostro ricco patrimonio e rinnoviamo costantemente il nostro impegno per costruire l'Europa di domani. L'idea di Europa di cui siamo portatori deriva dal nostro attaccamento ai valori della società aperta e all'eredità culturale comune europea; da sempre si basa su principi e tradizioni comuni, profondamente radicati nella nostra civiltà. La nostra piattaforma politica poggia saldamente sul nostro spirito universale, la cultura giudaico-cristiana e il comune patrimonio culturale, si rifà alla storia classica e umanistica d'Europa, alle idee dell'illuminismo e al ruolo attivo svolto dalle Chiese in Europa per promuove la tolleranza e il rispetto reciproco. La promozione della parità tra uomo e donna in tutti i processi decisionali e sul mercato del lavoro è un'area d'intervento prioritaria. Nella nostra opinione, le persone non sono semplici individui ma esseri umani che fanno parte di una famiglia. La famiglia merita particolare attenzione e supporto. Ciò che va a vantaggio della famiglia va anche a vantaggio della società. L'essere umano appartiene a comunità, regioni, nazioni e gode di pieni diritti e doveri, anche a livello comunitario. Ho voluto lanciare questa breve nota - conclude de Cosmo - con l'intento, autentico, di aprire, in questa fase conclusiva della competizione elettorale per Bruxelles, un confronto tra le grandi famiglie politiche europee scevri dal cannibalismo massmediale di questi ultimi tempi. Dobbiamo ancora avere la forza di far camminare la “parola” e di farla insediare, viralmente, a presidio dei valori della carta costituente europea».
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Sempre più difficile e incomprensibile, oggi, parlare di Europa e di una visione Europea. Troppe sono le differenze culturali ed economiche, differenze sempre più distanti, nonostante il Parlamento Europeo lavora in questo senso. Forse troppa fretta è stata data al problema dall'Unione, subito dopo la caduta del Muro. Sembrava tutto più facile, invece vuoi per "protezionismo, vuoi per l'affacciarsi all'orizzonte di quelle nuove realtà inimmaginabili cui non siamo pronti culturalmente per affrontarle con unità di pensiero "europeista". Un Europeismo ancora in alto mare. Divisi da realtà culturali politiche e religiose protette, non riusciamo ad affrontare uniti, problemi non facili da risolvere. Viviamo in una società consumistica e disumanizzata al massimo. Questa è l'era del computer, tutti sembrano essere domninati dalla fretta e pochi dispongono del loro tempo per l'altro. E così nascono fragili e precari rapporti con il prossimo. L'uomo del nostro tempo si è sempre più circondato di beni ma il suo animo si dibatte nell'angoscia, è certo che la globalizzazione del modo di vivere, la disumanizzazione dell'uomo, la costante crescita della disoccupazione, provocano l'impoverimento etico e materiale dell'uomo, e ci stanno portando un po' tutti a tristi conseguenze. Un'Europa, oggi, che si confronta con il triste fenomeno del traffico di esseri umani, ed in particolare con forme di sfruttamento di ogni genere che coinvolgono anche donne e bambini. Il tutto avviene all'interno del grande fenomeno migratorio, ove il sud povero del mondo muove verso il nord ricco il suo popolo di disperazione, sofferenza e persecuzione. Il traffico di esseri umani risponde ad una logica di economia ed interessi criminali, dove l'uomo è solo un oggetto di mercato e la sua riduzione in schiavitù una squallida forma di sottomissione e sfruttamento. La legislazione di ogni paese d'Europa dovrà avere una sola e identica funzione, coniugando insieme accoglienza e legalità. Questa attività di contrasto dovrà avvenire anche attraverso un processo legislativo che si fonda su tre elementi fondamentali: 1. riconoscimento della condizione di sfruttamento del migrante, mediante il suo recupero e sostegno sociale, la collaborazione con la giustizia ed il ricongiungimento con la famiglia di origine, e rappresentare così una vera opportunità di recupero della propria dignità e libertà. 2. maggiore incisività e rigore nei confronti dei trafficanti, che non dovranno assolutamente ricevere dalla legge alcun garantismo, bensì pene severe. Una corretta ed efficace collaborazione tra le forze di polizia e le diverse magistrature. 3. coinvolgimento del privato sociale ed azione sociale nel recupero-accoglienza del migrante ed offerta dei servizi di assistenza, protezione e processo di autonomia. La nascita di forme di razzismo e xenofobia sempre più feroci, impediscono questi processi di civiltà primari e irreversibili. Necessitiamo così, di uomini votati con anima e corpo alla formazione di un grande Parlamento Europeo, in un'Europa unita e compatta, non solo economica ma anche culturale e sociale. Compito gravoso ma non impossibile.
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