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EMIGRAZIONE - Quel treno per Napoli, destinazione Argentina Tornati a Molfetta 34 emigranti, un sogno costruito con due dollari al giorno
15 settembre 2001

“11 Novembre 1948. Festa di San Martino, rape, frittelle e tavola imbandita, tutto avvolto in una atmosfera di apparente normalità per me e per i miei fratelli di otto e sei anni. Ignari di ciò che stava per accadere, lo avremmo saputo solo più tardi che quello sarebbe stata, forse, l’ultima volta che avremmo festeggiato San Martino a Molfetta. Nostra madre ci aveva tenuto all’oscuro di tutto, alla stazione si aspettava il treno per Napoli pensando ad un breve periodo di vacanza, ma lei lo sapeva… quella vacanza avrebbe avuto risvolti molto nostalgici e sarebbe stata molto più lunga… e chissà l’avremmo rivista la nostra terra di mare? Lei.. in cuor suo lo sapeva ma era sicura che sarebbe rimasta lì senza rivederla…la speranza allora era per noi. Arrivati nella terra del Generale Peron, subito a lavorare, per me che ero l’unica fonte di reddito per la famiglia, prima in una fattoria per diciotto ore al giorno, poi lavorai su un rimorchiatore; oggi sono capitano di una petroliera. Sono ancora lì, cittadino argentino ormai, sposato con una mia concittadina e con due figli, orgogliosi di un padre che racconta, con occhi luicidi, le sue radici molfettesi”. Si chiama Nicola, non è il protagonista di un film americano in bianco e nero degli anni ’40, ma di una storia di vita degli anni ’40. Si tratta di uno dei 34 emigranti che ha realizzato, il desiderio di sua madre e…il suo sogno…ritornare nella sua terra! Un sogno costruito insieme con i suoi fratelli argentini mettendo da parte due dollari al giorno per due anni. Indispensabile l’aiuto dell’ che nella persona di Rodolfo Caputi nel 1958 fondò una associazione che a Molfetta unisce gli emigranti, e a Marco Vito de Virgiglio; presidente dell’Associazione “Molfettesi nel Mondo”, che con Franco Pappagallo sono stati punto cardine per la realizzazione di questo progetto. 17 settembre 2001, ore 21, Seminario Regionale: questo è stato l’ultimo appuntamento per i Fratelli d’Argentina a Molfetta prima della partenza il 19 settembre. “Rivivere queste atmosfere è stato bellissimo, dopo 32 anni, ma la città è sempre bella. Certo è cambiata ma i suoi difetti sono sempre avvolti in quell’aria di mistero da rendercela sempre perfetta! Il nostro soggiorno ha significato tornare all’età della fanciullezza…e per chi ha già dimenticato…sfido chiunque a non invidiarci!”, racconta a QUINDICI Anna Germinario. Per Nicola “è stata la realizzazione del desiderio di mia madre e del mio sogno, adesso potrò tornare a casa con il piacere di aver rivissuto i sapori e gli odori della mia terra. Questo soggiorno si è caratterizzato per un susseguirsi di avvenimenti ed incontri importanti – aggiunge - da quelli con il sindaco, alla Provincia fino al saluto di addio (ed io spero sia un arrivederci) del nostro Vescovo Mons. Luigi Martella noi concittadini di un tempo, oggi invece protagonisti di un grande evento e allora anche questo faceva parte del Sogno! Sono stati anni vissuti nel ricordo e nella nostalgia dei profumi, dei colori e dei suoni della nostra terra che nessuno può cancellare solo per avere l’illusione di non essere mai partiti”. Giulia Murolo
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