Emergenza idrica, Molfetta alla sete
MOLFETTA – 10.7.2002
E' emergenza idrica in Puglia, ma a Molfetta al situazione è, inspiegabilmente, più drammatica. Mentre nelle città vicine si riesce a far fronte alla situazione, anche se con difficoltà, a Molfetta le famiglie sono disperate, rubinetti a secco ormai da due settimane, con i cittadini sull'orlo di una crisi di nervi.
Abbiamo interpellato anche i funzionari dell'acquedotto pugliese, che non sanno spiegarsi questa situazione.
“Non abbiamo più l'acqua nemmeno per cucinare”, si lamenta una signora e andiamo avanti con l'acqua minerale facendo la fortuna dei supermercati che in qualche caso hanno anche esaurito le scorte.
A fare affari d'oro sono soprattutto gli idraulici, che già più cari di un chirurgo, oggi approfittano della carenza idrica per montare serbatoi e pompe a suon di migliaia di euro: una signora ha chiesto un preventivo e le è stato detto che non si paga meno di 7 milioni delle vecchie lire per una pompa e oltre 3 milioni per rifare una condotta condominiale.
“Dopo mille euro spesi per potenziare il serbatoio di casa –dice un inquilino di un condominio di via Ten. Pomodoro -, abbiamo capito a nostre spese che quel nuovo impianto in realtà non serviva a niente, e, in tutta risposta, l'idraulico non ha avuto niente di meglio da dirci se non che avremmo dovuto rifare tutto l'impianto condominiale”.
Intanto gli innumerevoli disagi causati dalla improvvisa e inaspettata penuria d'acqua, tengono banco in tutti i condomíni di Molfetta. Tutti sul filo del rasoio, alla ricerca di una soluzione che sia il più rapida possibile. E, complice anche il caldo, basta poco perché i nervi saltino a qualcuno. Parole grosse sono volate ieri, in un condominio di via Baccarini. “Gli inquilini del piano inferiore – spiega un condomino più inferocito degli altri – non hanno accolto la proposta di aggiungere una pompa all'impianto idraulico del condominio, che riesca a far affluire l'acqua fino ai piani alti: per loro, almeno di notte, l'acqua c'è”.
L'Acquedotto pugliese, infatti, ha ridotto la pressione nell'erogazione dell'acqua: il modo più semplice per “razionalizzare” le risorse idriche, ma anche per creare “guerre tra poveri”.
E come ogni emergenza e ogni guerra che si rispetti, naturalmente anche lo scontro per l'acqua alimenta speculazioni sulla pelle delle persone. E proprio nella zona di via ten. Pomodoro, nei pressi della stazione, da qualche giorno sono spuntati manifestini di protesta. “Balordi, dateci l'acqua”, è la richiesta dei cittadini. Forte il tono, irrituale il metodo. Ma la sostanza non cambia: i molfettesi rivogliono l'acqua.
Insomma, si prevede un'estate di fuoco. Ma l'amministrazione che fa? Versa decine di litri d'acqua (si parla di oltre 30-40mila litri al giorno di acqua potabile) nelle nuove piante della prima cala. Ma i nostri amministratori non conoscono la parola: priorità. O meglio, la priorità va ai bagnanti e all'opera della prima cala. Per giustificare il cemento sulla spiaggia.