Cosa succederà alle prossime elezioni regionali nella nostra città? Quali potrebbero essere i possibili candidati al Consiglio Regionale? Quali coalizioni troveremo nella scheda elettorale? A quanti cambi di partito (a cui, ormai, ci hanno abituato i politici molfettesi, ndr) assisteremo? A meno di quattro mesi dalla prossima consultazione elettorale, rispondere a questi interrogativi è alquanto prematuro, anche se, considerando le tornate elettorali precedenti, entrambi gli schieramenti sono in forte ritardo. A determinare questa impasse sono diversi fattori, sia a livello nazionale sia regionale: il premier Silvio Berlusconi, in questi ultimi giorni, è più impegnato a risolvere i suoi guai giudiziari, a difendersi da accuse di pentiti mafiosi, piuttosto che pensare alle candidature regionali; a questo si aggiungono le liti quotidiane con il presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini, (sempre più convinto a spodestare il presidente del Consiglio) e le continue pretese della Lega Nord (richiede la presidenza di importanti Regioni del Nord) che tiene sotto ricatto l’attuale maggioranza al Governo. Nella nostra Regione non ce la passiamo meglio, e quella che doveva essere una ricandidatura scontata del presidente uscente Nichi Vendola, sostenuta da risultati eccellenti riconosciuti anche a livello nazionale, si è impantanata per colpa dello scontro post-primarie nel PD pugliese. Prima delle primarie tutti i candidati alla segreteria, compreso l’attuale segretario Sergio Blasi, erano per continuare l’avventura di Nichi Vendola; per cui si trattava subito di scendere in campagna elettorale, ma, invece, ancora oggi (probabilmente mentre va in stampa il nostro giornale le cose saranno cambiate, ndr) non è stato designato alcun candidato alla presidenza della Regione. Attori di questa commedia, al limite tra il ridicolo e il drammatico, il segretario del PD pugliese Blasi che prima annuncia il sostegno a Vendola e poi, a seguito dell’intervento di Massimo D’Alema (che è il vero segretario- padrone del PD Puglia), chiede a Vendola di fare un passo indietro, per consentire l’allargamento della coalizione a IDV e UDC, che preferirebbero un altro nominativo come quello di Michele Emiliano, attuale sindaco di Bari. Situazione davvero imbarazzante che, comunque, ha portato Vendola ha lanciare ugualmente la sua candidatura, forte dell’appoggio del popolo pugliese e degli assessori della sua Giunta, tra cui molti del PD (fra cui Guglielmo Minervini) che, in questo modo, porterebbero ad una insanabile spaccatura del partito. Vero ago della bilancia per la vittoria finale sarà il pacchetto di voti dell’UDC (circa 7-10 %), che si è prestata ad una indecente campagna acquisti da parte di entrambi gli schieramenti e che ancora oggi non dichiara le ragioni del mancato appoggio a Vendola, mentre continua a mantenere un piede nel centro-destra qualora l’alternativa risultasse più conveniente. Per cui anche il PDL è in posizione standby, e l’indiscrezione della candidatura del magistrato Stefano Dambruoso è stata parcheggiata in attesa dell’ufficializzazione dell’avversario del centro-sinistra e soprattutto della decisione dei centristi di Pierferdinando Casini, in modo da poter prospettare a questi ultimi un nome a loro più gradito (l’imprenditore Nicola de Bartolomeo o Adriana Poli Bortone). In questa situazione di totale incertezza è difficile azzardare possibili candidature al Consiglio Regionale di esponenti politici molfettesi. Nel PD è data per scontata la ricandidatura dell’assessore regionale alla Trasparenza Guglielmo Minervini che, però, molto probabilmente, dovrà sopportare una seconda candidatura in casa propria, quella dell’avv. Piero de Nicolo (in rappresentanza della corrente PD che fa capo all’ex assessore alla Sanità Alberto Tedesco) forte della vittoria ottenuta alle recenti elezioni primarie, che ha spaccato in due blocchi il partito compromettendone l’unità; è ovvio che una suddivisione dei voti nel Comune di Molfetta porterebbe a concreti rischi di non elezione per entrambi. Sempre a sinistra, nel partito del presidente Vendola “Sinistra e Libertà”, è quasi certa la candidatura dell’ex sindaco Tommaso Minervini che, dopo aver ottenuto, nel 2001, la più importante poltrona di Palazzo Giovene (entrando nella Casa delle Libertà del sen. Antonio Azzollini con tanto di sventolio, in campagna elettorale, di bandiere di Alleanza Nazionale), torna nella dimora natale, più a sinistra di dove l’aveva lasciata. Ancora da comprendere le mosse dell’IDV, ma qualche settimana fa l’on. Antonio Di Pietro ha preso parte ad un convegno tenutosi in città, nel quale hanno partecipato i vertici regionali del suo partito, tra cui il dott. Domenico Cives al quale avranno potuto chiedere un diretto coinvolgimento in campagna elettorale. Nel centro-destra, invece, sfumata la fantaipotesi del nostro sindaco candidato alla presidenza della Regione (ormai aveva abituato i molfettesi a partecipare a qualsiasi competizione elettorale, ndr), resta da capire se il sen. Antonio Azzollini deciderà di puntare su un non molfettese (come avvenuto alle elezioni regionali del 2005, con il sostegno al barese Massimo Cassano) oppure su un suo fedelissimo. Nelle ultime ore circola ufficiosamente il nome del presidente del Consiglio Comunale, avv. Nicola Camporeale, nome sul quale il segretario cittadino del PDL, Antonio Camporeale, cerca il sostegno di tutto il centro-destra, cercando di stoppare eventuali candidature dell’alleanza MPS-Molfetta in Azione (si parlava degli assessori Mariano Caputo o Vincenzo Spadavecchia) architettate proprio per innalzare le proprie pretese al sindaco Azzollini. Al di là del nome si tratta di capire qual è il consenso che il nostro senatore riscuote al di fuori delle mura cittadine, consenso che a noi non è noto ma che risulta fondamentale per la vittoria finale. Solo un centro-destra cittadino unito potrebbe ambire ad uno scranno di Via Capruzzi, altrimenti sarà un’altra mezza figuraccia come nelle ultime elezioni provinciali, dove non è stato eletto Saverio Tammacco, divenuto consigliere solo grazie ad un fortunato ripescaggio. In ballo ci sono anche altre due possibili candidature che, al momento, sembrano solo virtuali: quella di Lillino Di Gioia, coordinatore provinciale dell’UDC, già assessore regionale e sindaco di Molfetta, al quale il partito di Pierferdinando Casini avrebbe rivolto un invito a candidarsi e Antonello Zaza, già assessore provinciale di Rifondazione comunista, che potrebbe essere un possibile candidato del partito, ma finora nulla è stato deciso. In ultimo c’è da ricordare ai molfettesi che in questi cinque anni la nostra città ha avuto un altro rappresentante regionale di cui, però, non si è mai avuta traccia (chi l’ha visto?). Si tratta di Francesco Visaggio, eletto prima con una lista a sostegno di Raffaele Fitto, poi passato nel centro-sinistra, che ora, probabilmente, ha allo studio un ulteriore cambio di casacca. Da capire, infatti, la candidatura alle recenti elezioni provinciali di suo nipote, Antonello Pisani, in una lista a sostegno del presidente Francesco Schittulli; forse un chiaro segnale al sen. Azzollini per ritornare alla base e chiedere il sostegno del suo partito per ricandidarsi. Non sarà piacevole per tutti ma, in questa situazione di assoluta incertezza, forse sotto l’albero di Natale, tra i doni, troveremo anche i candidati ufficiali alla presidenza della Regione; ciò che conta, a prescindere dai nomi, e che continuino a fare bene per la nostra città.
Autore: Roberto Spadavecchia