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Elezioni provinciali amare per il centrodestra, impiegati fannulloni al Comune e l'allarme sicurezza a Molfetta nell'ultimo numero di Quindici in edicola
23 giugno 2009

MOLFETTA - E' in edicola da qualche giorno il nuovo numero della rivista Quindici il mensile che fa opinione a Molfetta, completando così il panorama informativo offerto ogni giorno con Quindici on line, il primo e più diffuso quotidiano in internet di Molfetta, entrambi diretti dal giornalista Felice de Sanctis. Ed è proprio il direttore a soffermarsi, nell'editoriale “Vittoria amara”, sul risultato elettorale del centrodestra alle ultime elezioni provinciali. Un errore politico del sindaco-senatore Antonio Azzollini nell'aver consentito che tutti i partiti della coalizione presentassero propri candidati, ha fatto sì che nessuno venisse eletto. Tra l'altro i due candidati del Pdl erano deboli ed è stata così confermata la previsione di “Quindici” sulle “veline” del sindaco e sul loro scarso peso politico, tant'è che gli elettori li hanno bocciati. Del resto la loro campagna elettorale è stata poco credibile: tra ricci vuoti e scempiaggini simili, non potevano andare lontano. Sconfitto anche il centrosinistra che ha subito il contraccolpo della perdita della presidenza Divella, che avrebbe trainato con sè Sallustio, Zaza e Piergiovanni. Su “Quindici” trovate tutti i numeri, le interviste, i commenti delle ultime elezioni. Per l'economia di scena ancora l'edilizia con la sentenza della Cassazione che ha confermato come nella vecchia 167 ci fu concussione. Non poteva mancare un articolo sul caso dei marittimi molfettesi in ostaggio dei pirati somali: continua il dramma. Il quotidiano Il Sole 24ore scopre che al Comune c'è una elevata percentuale di fannulloni, malgrado la legge Brunetta, che a Molfetta non riesce ad impedire l'assenteismo degli impiegati, facendo classificare la città fra quelle a più alto tasso di malattia: una vera epidemia che vi raccontiamo con dati e cifre. Sempre in tema di edilizia, vi parliamo dell'inizio del processo per la Cooperativa Antares. La cronaca giudiziaria contiene il processo per la tragedia del Truck Center con la deposizione dei testimoni e del sopravvissuto che ammette: non usavamo maschere di protezione. Intanto continua l'allarme sicurezza: la città degli incendi e delle rapine. E c'è allarme anche per la nuova zona Pip che si vorrebbe costruire sulle lame, con un grande rischio idrogeologico. Il Pulo come non l'avete mai visto, viaggio all'interno delle grotte con le foto realizzate da Vincenzo Azzollini. Lo scandalo del compostaggio non trova ancora pace, dopo processi, transazioni, mancate richieste di risarcimento, la struttura è ancora lì inutilizzata: 7 milioni di euro abbandonati nella campagna e dipendenti disoccupati. Accanto a questi, anche altri argomenti: torna il prestito d'onore: paga la Regione; il Calvario verrà salvato dall'abbandono; incrocio via Terlizzi, arriva il rondò. Hotel Tritone da albergo a edilizia residenziale. Bufera giudiziaria e tentativo di impedire al direttore di Quindici di fotografare l'immobile. Vi raccontiamo come nasce un peschereccio con testi e foto di Tommaso Gaudio. Per le pagine della Cultura ricordiamo il lutto nella famiglia di “Quindici”, la scomparsa del prof. Giovanni de Gennaro, l'uomo, lo storico, il docente, il politico. Mostra di Marisa Carabellese a Roma. Torna “Ti fiabo e ti racconto”. Il fossato ritrovato? Una bufala la scoperta del castello davanti alla Chiesa del Purgatorio. Altro lutto nel mondo dello sport, è morto Manlio Memola, una delle colonne del tennistavolo molfettese. Primi risultati delle Ecclesiadi sponsorizzate da “Quindici” e le foto dei partecipanti alla Festa Csain gioco a scuola. Infine l'hockey: Mauro Puzzella nuovo portiere dell'H. C. Molfetta. A completare la rivista ci sono le notizie più importanti dell'ultimo mese nella rubrica “Molfetta e Dintorni”. Un numero, quello in edicola, come sempre ricco di contenuti e di temi interessanti con tanti argomenti che vi terranno compagnia per un mese e vi accompagneranno in una piacevole lettura, con approfondimenti che spaziano dalla cronaca alla politica, dall'economia all'attualità, dalla cultura allo sport. Quindici: quello che gli altri non dicono, Quindici: la rivista che si sceglie in edicola.
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Egregio Direttore de Sanctis, i suoi editoriali sempre illuminanti, di una verità sempre più evidente e chiara. Un "QUINDICI" sempre più legato alla realtà nostra locale. Grazie a tutta la Redazione. A modo mio, in risposta anche all'intervista e risposte "annunciate" del primo cittadino. A modo mio ho l'impressione che il poema burlesco (berlusca?) Don Chisciotte della Mancia e del suo prosaico scudiero Sancho, sia una realtà italiana da molti anni - non bene percepita, travisata o avvertita con ritardo-, per incarnare la crisi di valori in atto nella nostra società, nella nostra Italia. Un'Italia così diversa, così lontana dall'Europa e dal resto del mondo. Qui da noi non si dimette nessuno, anzi, le malefatte politiche portano al successo mediatico e popolare, al rinnovo del mandato amministrativo come se il malaffare fosse un segno di capacità e correttezza comportamentale: l'onestà un valore per uomini di poco conto. Il problema non è locale, di Molfetta o di altre realtà vicine o lontane, il problema abbraccia l'Italia tutta, nelle sue diverse realtà storiche, politiche e culturali, regionali, provinciali e cittadine. Chi è il Don Chisciotte e chi è Sancho? Inutile nasconderlo: la sinistra italiana e i suoi elettori, malgrado. Si insiste a parlare del “berlusconismo” come il male oscuro, la rovina, la decadenza della cultura, della legalità, dell'etica professionale; il berlusconismo come il rinnovo dell'arroganza, della prepotenza, del demagogismo, del camaleontismo, etc.etc.. A modo mio: e se fosse invece “L'ITALIANITA” l'autore di questa babelica, irreale e confusionaria realtà? Quell' ITALIANITA che tutti ci rimproverano e che continuano a rimproverarci.: la furbizia, il nascosto servilismo, il voler emergere senza rispettare regole e ordine, il falso moralismo, l'ipocrisia e tante ancora. La vecchia politica, la Democrazia Cristiana, il Partito Comunista, il Muro di Berlino, la Guerra Fredda, la paura di una Guerra Nucleare, quei valori trasmessoci e da noi considerati primari per il vivere civile, ci rendeva coesi e compatti, ci si vergognava nel mostrarsi scorretti, maleducati, incivili, prepotenti, almeno per molti di noi. Ma, come già avvenuto in una irripetibile fase storica del nostro Paese, sotto le sue ceneri covava quella che si pensava fosse in parte sconfitta: l'ITALIANITA'. A modo mio, la maggior parte degli italiani aspettavano il messia, per la rinascita della loro identità. Il messia giunse e, approfittando di uno sbandamento dovuto a insicurezze sorte, in un periodo che sembrava di transizione, paure dettate dall'incapacità di effettuare quel cambiamento sociale obbligato alle nuove realtà emergenti in una società ancora in “ebollizione”, tramite l'incantesimo televisivo, protetto da furbastri di quartiere, è riuscito a far rinascere quell'ITALIANITA' nascosta: e tutti dietro al messia, convinti che tutto è lecito, tutto è possibile senza sacrifici, tutto di tutto senza onestà e regole da rispettare: la legge del più furbo, la legge del l'arroganza e della prepotenza. La sinistra creò il “berlusconismo” facendosi reggente della “questione morale”. Quella questione morale che venne meno con il Governo Prodi che fu la spada di Damocle per la sinistra storica italiana. Un'alleanza politica malfatta e assurda nella sua composizione, piena di quella ITALIANITA' che scimmiottava il berlusconismo. Gli italiani scelsero a giusta ragione, l'originale. E così si continua, fino a che la sinistra italiana si riprenderà la “questione morale”, denunciando e spiegando che è ora di voltare pagina, magari facendo un passo indietro. Ritornando compatti e coesi, forza innovatrice e rinnovatrice, senza quelle paure di far dispiacere, a volte, al popolo sovrano e perdere qualche consenso. I tempi sono maturi. A modo mio. Chiudo come il suo editoriale, caro Direttore, non me ne voglia: “La questione morale incombe, sarebbe ora che tutti facessero un esame di coscienza, anche una parte di quella gerarchia cattolica che continua a coprire coloro che offendono il cristianesimo ogni giorno applicando al contrario perfino i comandamenti: dall'adulterio, al furto predicando bene e razzolando male.” A modo mio.

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