Elezioni, e ora ci salvi chi può (dai manifesti)
Sta per scatenarsi (anzi, a ben vedere, si è già abbattuto da un pezzo) il tornado della campagna elettorale, in città come altrove. Di vantaggi e svantaggi ce n'è diversi: alcune facce nuove alla ribalta, tante facce vecchie ritrovate, qualche “facce ride'!”; i programmi triti, quelli ritriti, promesse irrealizzabili. Applausi, ovazioni, voltafaccia. Tutto nella norma.
C'è una cosa, però, che chi vuole bene al nostro paese, alla sua immagine, non tollera: l'infestazione, l'invasione di manifesti.
Fossero bigliettini, volantini, altri “ini”, poco male: basterebbe tenerli in mano, metterli in tasca e poi gettarli nella spazzatura. Gli alberi diminuiscono, certo, ma fin quando questi non si organizzeranno in sindacati, sarà difficile farsi sentire. Quei dannati manifestoni coi faccioni, attaccati dappertutto, invece no, non si riesce a digerirli. Tappezzati muri di uffici, pali della luce, pareti di scuole, facciate di abitazioni, cassonetti dell'immondizia. Manifesti sopraffatti (poveretti, pure loro) da altri manifesti. Nulla di più inutile, fuorilegge, fastidioso.
Facciamo una proposta, che magari qualche partito o movimento cavalcherà e contribuirà a realizzare: anziché organizzare le squadracce di “affissori” abusivi, notturni manipoli di pirati della sporcizia, qualcuno provi a reclutare giovani “pulitori” volontari, nemici del lordume, impiegati nella bonifica di quello che fu imbrattato, coperto, insozzato. Tutto ciò che fu “violato”, essi lo faranno ritornare lindo. Gratis, alla luce del sole, per passione ed amore, magari divertendosi.
Perché neanche per i muri ed i cassonetti nessuno ha mai pensato ad un sindacato.
Eugenio Tatulli