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Edilizia, “Legnami-Pansini” e Zone B4: la Regione chiama il Comune
15 ottobre 2005

Mentre la maggioranza si è liquefatta sull'edilizia pubblica, in precedenza però non ha voluto mancare all'approvazione definitiva del piano di riqualificazione dell'area ex Legnami-Pansini. Tale progetto è stato elaborato sulla base dell'art. 33.2 delle Norme tecniche di attuazione del Prg, che, per certi aspetti, introduce delle eccezioni alle norme generali: recuperi dei volumi con demolizione e ricostruzione, utilizzazione per attività terziarie, quota aggiuntiva residenziale di 1,5 metri cubi per metro quadro di superficie, individuazione delle aree standard con riferimento alle sole volumetrie residenziali. Le associazioni “Legambiente”, “Archeoclub” e “Laboratorio – Città partecipata”, ritenendo il provvedimento viziato da forzature interpretative, hanno investito della questione la Regione Puglia e chiesto l'annullamento parziale dell'art. 32.2. La Regione ha risposto di non poter accogliere la richiesta, perché in i poteri di annullamento possono riguardare provvedimenti o delibere e non norme, come un articolo di attuazione del Prg. Comunque la Regione ha anche invitato l'amministrazione comunale a “...voler operare specifici accertamenti e a fornire deduzioni e notizie circa la problematica presentata e circa i correlati provvedimenti di competenza comunale eventualmente da assumere, atteso che soggetto della pianificazione urbanistica è in primis il Comune”. Un “invito”, però, arrivato in ritardo, il 21 settembre scorso, proprio il giorno dopo l'approvazione definitiva del piano. Ma, ci chiediamo, se la missiva regionale fosse arrivata qualche giorno prima, l'amministrazione comunale avrebbe portato in aula il provvedimento? Sull'altra questione urbanistica aperta, le zone di completamento B4, registriamo un'altra combinazione e una novità. Proprio quando il consiglio comunale, su richiesta dei consiglieri d'opposizione, doveva discutere e decidere sull'argomento è scoppiata la crisi politico-amministrativa, sgravando così i consiglieri comunali di maggioranza dall'onere di prendere una decisione dai risvolti imprevedibili. Infatti, il Consiglio o sconfessava l'operato dei dirigenti, oppure ne dava l'avvallo politico sia per i permessi a costruire già concessi, sia per quelli futuri. Ricordiamo che la faccenda riguarda la realizzazione, mediante interventi diretti, senza la prevista pianificazione esecutiva, di fabbricati (finora 3) in zone di completamento (B4), con volumetrie superiori a quelle consentite, in carenze di aree standard, con la monetizzazione delle stesse. Per mesi l'opposizione aveva chiesto al Comune di fare chiarezza e, di fronte ai continui rinvii, il 3 agosto scorso, aveva inviato un esposto alla Regione per la verifica di legittimità dei provvedimenti contestati. Nel pieno della crisi politica comunale, la Regione ha ritenute fondate le argomentazioni e chiesto al Comune valutazioni e determinazioni in merito al ricorso. La missiva regionale termina col ricordare che le leggi in materia, attribuiscono al sindaco i poteri di vigilanza sull'attività edilizia e al dirigente responsabile l'esercizio di vigilanza. Non è dato sapere se l'iniziativa della Regione, sollecitata dalle opposizioni, sia un atto formale o la necessità di vederci chiaro. Una cosa è certa: i “rumors” su coloro che direttamente o indirettamente hanno avuto a che fare con la materia, cominciano a girare. Insomma, la mancanza di una piena iniziativa, soprattutto da parte del Comune, per rispondere alle tante obiezioni, sta producendo un gossip di voci e illazioni. Prima si fa chiarezza, meglio è per tutti. Anche su questo fronte, per il sindaco di centrodestra Tommaso Minervini la ricreazione è finita. F. d. R.
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