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E' passato un anno dalla scomparsa a Molfetta di Sandrino Fiore, il ricordo della nipote Erika di “Quindici”
05 dicembre 2012

MOLFETTA - Nel primo anniversario della scomparsa del dott. Alessandro Fiore (foto), un ricordo appassionato della sua adorata nipote Erika Cormio, redattrice di “Quindici”.

 

«La disarmante constatazione che la fisicità del contatto e la percezione tangibile di una persona cara possa essere letteralmente sovrastata dall'imponente e dilagante onnipresenza del suo spirito è a dir poco sconcertante.

Oggi 5 dicembre, ad un anno dalla triste scomparsa del mio amatissimo nonno Sandrino Fiore, io lo ricordo così, con queste parole, probabilmente inadeguate.

Se di ricordo si tratta, per quanto lo stesso invochi, per sua natura, la rassegnata consapevolezza dell'addio e il doloroso senso del distacco, io non posso tuttavia non percepirne il limite rispetto alla mia e direi meglio alla nostra, atteso che credo di poter parlare anche a nome della mia famiglia, realtà.

Le nostre vite, il vissuto quotidiano, gli eventi, le emozioni di ogni giorno, il tempo oggi, ci raccontano ben altro.  

Vi sono personaggi e personalità  destinate ad essere “protagoniste in eterno” tanto delle loro vite quanto di quelle di coloro i quali le hanno circondate.

Ebbene se oggi la presenza di mio nonno è ancora così viva nei cuori e nelle vite di tutti noi quasi a tal punto da trascendere dalla sua assenza, vuol dire che mio nonno era, e forse dovrei, è una di quelle "personalità protagoniste".

Perchè i grandi uomini sono eterni, infiniti.

Le gesta compiute, lo spessore della sua persona, il senso di unicità nel sentire comune, il solco storico, culturale, sociale, umano lasciato in vita hanno lo straordinario potere di regalare "il prezioso dono dell'immortalità del suo essere", nelle vite di quelli che restano, negli affetti, nella famiglia, nel vissuto di ogni specie, nella storia e in ogni palcoscenico da loro calcato.

Dunque quel che è stato e tutt'oggi è mio nonno non tocca a me dirlo.

Semplicemente perchè è lui stesso, la sua vita, il suo vissuto, la sua “storia”, noi e infine voi a testimoniarlo.

Dentro di me resta vivo lui e l'onore, l'orgoglio e l'affetto.

Da questo scritto invece emerge solo l’inadeguatezza delle parole, che per lui non sembrano mai abbastanza.

Vogliate pertanto perdonarmi,Voi lettori, se nel giorno del suo anniversario non mi dilungo in fiumi di parole al suo riguardo, ma scientemente credo che dinanzi a cotanta grandezza le parole si facciano da parte per lasciar spazio ad altro, ad un qualcosa di ben più profondo.

Tanto dolorosamente assente quanto più immensamente vivo e presente.

Che la sua amata Molfetta alla quale e per la quale tanto ha dato combattendo strenue e oneste battaglie, renda onore al dott. Sandro Fiore, uomo grande, di nobile spirito e di animo virtuoso, politico d'altri tempi, brillante professionista, passionale sportivo e “attivista eterno”. 

Erika Cormio».              

                           

Una messa a suffragio verrà celebrata oggi 5 dicembre alle ore 18 nella Cattedrale di Molfetta.

 

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Non so dire se sono i "tempi" che fanno gli uomini o viceversa. Sandro Fiore, un Comunista convinto (da qualcuno era percepito come uno di "quelli che mangiavano i bambini") un uomo convinto della sua "fede" e della sua etica. Oggi sfortunatamente ne sono rimasti ben pochi. Tutti sopraffatti da persone ...mediocri, con pensieri mediocri. Mi ha fatto senso un particolare: all'indomani della "vittoria" di Bersani alle primarie di partito, lo stesso veniva fotografato con alcuni del suo staff, e alcuni di questi signori sollevavano il pugno chiuso, in segno di vittoria. Ne è nato, grazie alla stupidità, SI, STUPIDITA', non del solito fanatico nostalgico della defunta Democrazia cristiana, non (per fortuna o per trascuratezza) del solito simpatizzante della Destra (o meglio, Centro Destra), ma di chi? Di un alto Prelato (Principe _ sic - di una Monarchia estera in Italia), il quale ha commentato: "mi domando cosa c'è di nuovo in questo" alludendo al gesto del pugno chiuso. I commenti a questa uscita ...cardinalizia? Si potrebbero sprecare; io vorrei invece chiedere all'eminenza reverendissima: QUANDO VEDREMO QUALCOSA DI NUOVO NELLA CHIESA, CHE LA AVVICINI DI PIU' AL CRISTO E FACCIA RIAVVICINARE TANTI CHE SE NE SONO ALLONTANATI GRAZIE A CERTI ...MAESTRI? Infine non c'è neanche da commentare il titolo a caratteri cubitali di un altro giornale. Ecco, la morale che traggo da queste mie considerazioni è: il dr. Fiore era l'UOMO per il suo tempo: il Comunista. Oggi, se fosse ancora tra noi, sarebbe forse l'UOMO DEL DIALOGO E DELLA RIFLESSIONE.


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