E' ormai caccia al parcheggio
L'impossibile sfida quotidiana dell'automobilista
L'allarme per la mancanza di parcheggi nella nostra città sta assumendo connotazioni metropolitane, e questo è risaputo. Molto noto è anche che i pochi posti siano a pagamento. Più si gira con attenzione in strade, vicoli e piazze, più si intuisce quanto Molfetta da città della pace stia diventando città del traffico caos.
Ma le scene della “caccia al parcheggio”caratterizzano ormai tutte le giornate degli abitanti. A quanto pare solo le “scatoline” di nome Smart hanno vita facile. Le puoi osservare posteggiate nei luoghi più impensati: a ridosso di cassonetti, fra i pali della luce, quasi su due ruote per occupare meno spazio possibile davanti a un passo carrabile, oppure incastrate fra due auto di “schiena”, a prova di tettuccio di cui si è sicuramente (non c'è altra spiegazione) servito il proprietario per uscire.
Parcheggi davvero impossibili anche per le macchine di tutti i tipi e generi che con prepotenza di chi le guida, sono dovunque: in doppia o tripla fila davanti soprattutto a pub o bar, appostate senza tenere conto delle discese per disabili o sui marciapiedi.
Ma le cose più gravi, e anche in qualche modo ridicole, accadono quando le auto sono in movimento. I conducenti presi dall'ansia, si lanciano occhiate di sfida, stile “Mezzogiorno di fuoco”, per essere più veloci nell'occupare quello spazio, visto come un'oasi in mezzo al deserto. Qualsiasi mossa che somigli alla messa in moto per lasciare libero il “posto” viene accolta con grande entusiasmo da chi, come un avvoltoio, è li pronto a subentrare allo spazio conquistato.
Ma se per caso l'attesa si fa lunga, perché qualcuno il parcheggio se lo vuole “godere” mangiando una pizza in auto, c'è chi strombazza chiedendo se almeno fra due o tre minuti l'automobilista “temporeggiatore” lascerà libero il posto, mettendo ansia all'affamato ragazzo. E dietro si forma una coda biblica.
Mentre una gentile signora cerca di parcheggiare come un gioco di costruzione “Lego”, incastrando la sua macchina fra altre due, un'altra si guarda in giro alla ricerca di un'eventuale divieto, altrimenti dovrà riprovare in qualche altra zona della città, dopo aver fatto un giro panoramico.
Tuttavia ci sono dei posti davvero tranquilli, forse troppo, per parcheggiare. Qualcuno che ci è passato ha pensato che fosse davvero la sua giornata fortunata, trovando facilmente spazio e chiedendosi come mai ci fossero così poche auto in un'ora di punta. La risposta è stata la sua autoradio rubata, con tutti i cd.
L'auto sta diventando davvero un mezzo che condiziona la vita. Il primo pensiero che facciamo quando gli amici ci invitano a cena è “Sì, ma Mario, dove la metto?”- “Chi tua moglie? Ma portala con te… no?” – “Ma la mia macchina...” “Non ti preoccupare ci penso io”.
Così non è difficile vedere “parcheggiatori” abusivi, un tempo distinti signori, che occupano il posto, piazzandosi lì e aspettando l'amico. E' semplice capire che gli abitanti stanno diventando una percentuale minore rispetto alle loro utilitarie, sponsorizzate ovunque.
Ma se non si decide a investire meno sul veicolo a quattro ruote, colpevole di tanti appuntamenti ritardatari, magari limitandosi a non averne più di due in famiglia, ci sarà pure una soluzione, cara amministrazione comunale, compatibile con le esigenze dei cittadini. Oppure no? Il problema dei parcheggi è diventato prioritario, ma l'amministrazione comunale, “stranamente”, lo ignora. Aspettiamo risposta. A proposito: e i vigili? Chi li ha visti?
Laura Amoruso
laura.amoruso@quindici.it