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Due molfettesi in ostaggio dei pirati somali continua il dramma
15 giugno 2009

Continua ad avere contorni drammatici la vicenda dei due marittimi molfettesi ostaggio, con altri quattordici membri dell’equipaggio, dei pirati somali dall’11 aprile scorso quando la nave su cui stavano lavorando, il Buccaneer, è stata sequestrata nel Golfo di Aden, nel tratto di mare tra la Somalia e lo Yemen. Sono Ignazio Angione, di 54 anni, direttore di macchina, e Filomeno Troilo, cuoco di 60 anni, e più passa il tempo più l’apprensione per la loro sorte aumenta. L’ultima dichiarazione è arrivata a 60 giorni dal loro sequestro ed è del premier somalo Omar Abdirashid Ali Sharmarke: “Ci tratteniamo dall’usare la forza per liberare il rimorchiatore italiano”, ha spiegato al termine della due giorni del meeting del gruppo di contatto internazionale per la Somalia alla Farnesina. Nella trattativa per la liberazione degli ostaggi è intervenuto, notizia dell’ultim’ora, anche il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola incontrando a Roma proprio il primo ministro della Somalia Omar, Abdirashid Ali Sharmanke, accompagnato dal ministro dell’Ambiente Buri Hamza. Vendola «ha manifestato le sue preoccupazioni per le sorti degli ostaggi e ha espresso al premier somalo l’auspicio che nelle prossime ore si possano mettere in campo tutte le iniziative possibili, incruente e pacifiche, per la soluzione della vicenda, facendo appello al Primo Ministro Abdirashid perché intervenga direttamente nel Putland, territorio a nord del Paese, luogo di provenienza dei pirati. Da parte sua il premier somalo ha dato assicurazione di occuparsi direttamente della questione al suo rientro in Somalia e di impegnarsi per una soluzione non violenta della questione». Ma se sul fronte diplomatico si continua a lavorare, le notizie che giungono da bordo sono disperate. A riportarle ai suoi famigliari in una lunga telefonata Giovanni Vollaro altro ostaggio di Torre del Greco: “Viviamo con solo mezzo litro d’acqua al giorno, e nessuno si muove per salvare le nostre vite. Parlano di trattative, ma qui non si muove foglia; siamo stremati. Siamo costretti a lavarci con l’acqua del mare, qui ci sono 50 gradi. Non ne possiamo più. Ciò che ci preoccupa è che siamo costretti a mangiare pochissimo, a bere in tutto l’arco della giornata solo mezzo litro d’acqua... e nessuno dal nostro paese, fa nulla per noi”. Questa è l’impressione che dopo due mesi di prigionia iniziano ad avere i nostri connazionali, ma non sono stati abbandonati. L’Unità di crisi della Farnesina è al lavoro e continua ad escludere azioni di forza come quelle che hanno permesso la liberazione degli ostaggi americani e francesi, proprio per ridurre al minimo il rischio per le vite umane. Il Buccaneer è un rimorchiatore di 75 metri che stava portando due bettoline da Singapore verso Suez, di proprietà della Micoperi di Ravenna che stava operando per una compagnia degli Emirati Arabi Uniti. Dal sequestro il rimorchiatore è alla fonda al largo delle coste del Puntland, la regione semi-autonoma del nord-est della Somalia, dove hanno sede i covi dei pirati e per questo è ritenuta la nuova Tortuga, mitica isola del Mar dei Caraibi quartier generale proprio dei bucanieri nel seicento. Sulla vicenda è anche intervenuto il sindaco di Molfetta Antonio Azzollini: “Le famiglie dei marinai italiani ancora in ostaggio dei pirati in Somalia continuano a dimostrare uno straordinario coraggio civile”, che poi ha provato a rassicurare le famiglie: “il Governo italiano sta seguendo costantemente questa drammatica vicenda e si sta facendo tutto il possibile per una positiva soluzione della trattativa. Il mio auspicio è che tutti i marinai della Buccaneer, possano quanto prima riabbracciare i propri familiari”. Nel 2008 sono stati 177 gli attacchi di pirati, con il sequestro di 43 imbarcazioni, rispetto ai 58 attacchi (12 con sequestro) del 2007. Nell’area del golfo di Aden e del Corno d’Africa transitano annualmente più di 20.000 navi, 2.000 delle quali sono legate ad interessi italiani e 600 battono bandiera italiana. Ci sarebbe un giallo legato al carico della nave italiana, che ha riscosso l’interesse dei pirati, ma potrebbe essere una speculazione di uomini senza scrupoli disposti a tutto pur di alzare la posta e chiedere un riscatto ai ricchi paesi occidentali. Insomma una brutta vicenda di vecchia pirateria e nuove povertà, che ci auguriamo si risolva presto

Autore: Michele de Sanctis jr.
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