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Due argenti e uno bronzo L'Italia da spettacolo ai campionati Europei a Mosca Ottimo risultato per le atlete italiane costrette a sottostare solo alle russe
28 settembre 2006

MOSCA - Nelle Finali di Specialità dei 22esimi Campionati d'Europa di Ginnastica Ritmica l'Italia conquista tre medaglie: un argento nelle qualificazioni (davanti alla Bielorussia e dietro la Russia con la somma dei punteggi dell'Esercizio ai 5 Nastri + Esercizio con 3 Cerchi e 2 Clavette) un argento (dietro Russia e davanti alla Bulgaria) nella Finale a Cerchi e Clavette e un bronzo (dietro Russia e Bielorussia) nella Finale ai Nastri. Medaglie e candeline “Le ragazze mi hanno fatto un bel regalo – ha dichiarato il Presidente della Federazione Ginnastica d'Italia, il prof. Riccardo Agabio subito dopo la premiazione della squadra azzurra di Ginnastica Ritmica - Domani compio gli anni e non potevo festeggiare in modo migliore. Le nostre ginnaste eseguono un esercizio ai cerchi e clavette molto più rischioso. Purtroppo il Codice dei Punteggi non premia questa nostra scelta, alla quale tuttavia non possiamo rinunciare. Per cultura a noi italiani piacciono le cose difficili, i colpi di classe. Rischiare il tutto per tutto per stupire il mondo. Pensate ad Igor Cassina, che esegue una sbarra difficilissima. Sono, comunque, molto soddisfatto di queste 3 medaglie, soprattutto in funzione dei Giochi di Pechino. Proveremo a detronizzare la Russia davanti ai nostri tifosi, nella prossima edizione degli Europei, che si disputeranno a Torino, a maggio del 2008. La notizia più bella, però, viene dal settore giovanile – conclude il presidente, che ha seguito la gara in compagnia del Segretario Generale Michele Maffei, del Assessore allo Sport del Comune di Torino Renato Montatone e del Presidente del Comitato Regionale Piemonte della FGI, Valter Peroni . Il settimo posto della nazionale juniores e le due finali della Martina Alicata Terranova e di Olga Sganzerla sono il sintomo di un movimento in salute, che spero ci veda presto protagonisti anche fra le individualiste”. Spinelli e Pasinetti: innesti d.o.k. “Ancora non ci credo – confessa Matilde Spinelli – Ho iniziato a fare ginnastica perché i miei genitori non sapevano dove lasciarmi dopo la scuola. Poi, un giorno, a casa, ho tirato una clavetta sul muso di Domitilla, la nostra gattina, e mia madre, esasperata, non mi voleva più mandare in palestra”. Oggi mamma Lia era con il marito e Giulia, l'altra figlia, sugli spalti del “Druzhba” a tifare per Maty, che, alla fine, le ha dedicato l'argento. “Purtroppo, dentro di me, era ancora vivo lo shock dell'ultima giornata del Campionato Italiano – continua la ginnasta pratese - quando per una mia doppia perdita d'attrezzo la Brixia era retrocessa in A2. Fortunatamente poi siamo stati ripescati, ma è stata dura dimenticare il momento in cui correvo dietro al cerchio per metà pedana. Per fortuna a Genova in World Cup e ad Andria, nel triangolare pre-europeo, ho riacquistato sicurezza nei miei mezzi”. Cresciuta nell'Etruria, la società da cui proviene anche la DTN Marina Piazza, Matilde si è trasferita nel 2005 a Brescia, prima di essere convocata a Desio per far parte della squadra. Per lei, dunque, un esordio con il botto nel dream team vice campione olimpico, ed ora anche continentale. “All'inizio mi sentivo un corpo estraneo – riprende la Spinelli – la Santoni, la Blanchi, la Falca e la D'Ottavio erano le farfalle d'argento di Atene, ed io mi sentivo il brutto anatroccolo. Durante l'estate, però, ho cominciato a sentirmi una di loro. Abbiamo lavorato tanto nel ritiro di Follonica per raggiungere questo traguardo. Si! Queste medaglie sono anche mie”. Non è semplice nella ritmica di gruppo, dove gli automatismi sono fondamentali per la buona riuscita delle routine, amalgamarsi in fretta e, soprattutto, subentrare a titolari del calibro di Daniela Masseroni e Laura Vernizzi. “Questo gruppo è più forte – rilancia Francesca Pasinetti – perché ci conosciamo da più tempo. Nel 2003, quando conquistammo la prima medaglia dopo 11 anni di astinenza, aprendo questo ciclo straordinario, lavoravamo nel centro federale permanente solo da un anno. Ho sofferto tanto dopo le esclusioni di Atene e Baku – continua la ginnasta del San Giorgio Desio, che per scelta tecnica perse il treno olimpico e quello mondiale – volevo mollare. Poi mi sono detta: proviamo quest'ultima volta, ed è andata bene. Finalmente ero sul podio e non davanti alla tv. E' stata una grande rivincita personale e per questo voglio dedicare questo risultato a Elena Aliprandi, la mia allenatrice di club che mi è stata accanto nei momenti difficili”. Lo sport è questo. Una continua scala mobile, dove si scende e si sale con la forza del lavoro. Ma questo gruppo è unito e si vede. A Mosca, infatti, c'erano anche Chiara Del Grosso, che aveva ben figurato in Coppa del Mondo a giugno, e la Masseroni. Sono venute a spese loro, per gridare “forza ragazze”. Potevamo fare di più? Enplaine delle russe. Nona medaglia d'oro su nove. Poteva andare diversamente? Hanno salvato l'Europeo che il Portogallo aveva messo a rischio; sono riuscite ad organizzare in pochi mesi una manifestazione che complessivamente ha accolto 232 atleti in rappresentanza di 33 Federazioni; hanno un serbatoio di ginnaste talmente sconfinato da occupare i tempi morti tra un esercizio e l'altro con le esibizioni di piccole campionesse in erba, dai 3 ai 5 anni, capaci di giri e souplesse degne di una senior; possono permettersi il declino della Kabaeva, tanto dietro c'è un'altra russa pronta a prenderne lo scettro. Possono tutto perché oltre ad essere brave in pedana hanno una dirigenza che conta. E poi qui sulla Moscowa la Ginnastica Ritmica è sport nazionale, mica da ridere. La Tv trasmette in diretta tutto l'evento, i giornalisti accreditati parlano (e scrivono) soprattutto in cirillico. Tutto secondo pronostico, dunque, però…Già, c'è sempre un però! Nello sport è impossibile negare agli appassionati la verità. Il calcio, dalle nostre parti, ce lo dovrebbe aver insegnato. La sudditanza psicologica rimane tale finche qualcuno non decide di intercettare una telefonata. Ebbene, lo sportivo che era sugli spalti del Pala Druzhba tornerà a casa con un dubbio: ma la Russia, quelle nove medaglie, le ha veramente meritate tutte? Diciamo di si, eccetto una! Nella finale dei cerchi e clavette le azzurre di Emanuela Maccarani sono apparse superiori. Tre centesimi separano la Santoni e compagne dal gruppo della Ivanickaya Obiettivamente, rispetto all'argento del Concorso Generale di venerdì, le russe hanno eseguito una routine involuta, macchinosa. Più armoniose le nostre, evidenti ingranaggi di un orologio di precisione, sapientemente assemblato dallo staff tecnico composto da Emanuela Maccarani, Eva D'Amore e Natalie Vancauwemberghe. Peccato! La consolazione è che venivamo da campioni del mondo e abbiamo dimostrato il nostro valore. Dietro di noi una buona Bulgaria, migliore ai cerchi e clavette piuttosto che ai nastri, dove pure aveva vinto l'oro di Baku, e la Bielorussia, che se non giocavano in casa, poco ci mancava. Le ginnaste della Ryzhankova con due perdite si sono auto eliminate da una parte, ma con una buonissima prova ai nastri, si sono riscattate dall'altra. La Bulgaria ha fatto l'esatto contrario. Le due corazzate dell'Est, che temevamo ci scalzassero dai tre podi, hanno ripetuto gli stessi errori commessi nella prima giornata e nelle stesse specialità. Ai 5 nastri, in effetti, la performance della Russia è stata impeccabile. I body, tempestati di Swarovski, erano sontuosi e poi la nostra prova non è stata esente da sbavature. E' pure vero che se la Bielorussia perde due clavette, prende comunque 15.675, e quando le nostre salvano con esperienza un cerchio fuori traiettoria qualcuno punta l'indice. Però, questo non è un problema dell'Italia, semmai di chi è finito dietro alle bielorusse. A conti fatti, possiamo dire così. In questo Europeo le medaglie d'oro non erano in palio. E allora l'Italia ha raccolto il massimo. Due argenti, che valgono come due ori nel gruppo delle “altre”. Tre medaglie che arricchiscono un bottino eccezionale. Eppure quel dubbio che abbiamo insinuato nel tifoso moscovita: ma la Russia, quelle nove medaglie, le ha veramente meritate tutte? Ci ripaga di tanti sforzi. Ripaga i tantissimi tifosi italiani giunti a Mosca per far sentire il proprio calore. Ripaga le mamme e le sorelle, e le compagne di squadra, e le allenatrici di club, e tutta la Federazione, e tutto il nostro movimento, per l'entusiasmo profuso in uno sport bellissimo che i media nostrani continuano a snobbare, ma noi di Quindici no, nonostante i risultati. La ritmica è una donna così bella che si ha qualche volta il pudore di guardarla? Risultati generali (5 nastri, 3 cerchi 4 clavette): 1. Russia 33.400; 2. ITALIA 32.150; 3. Bielorussia 31.675
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