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Dopo il crollo di via Preti a Molfetta, le case cadono a pezzi. La denuncia di un abitante a “Quindici”
15 settembre 2010

MOLFETTA – Dopo il crollo di via Preti nella città vecchia di Molfetta, nulla è stato fatto per venire incontro alla situazione degli abitanti degli alloggi comunali che hanno subito danni nel crollo.
Mentre il sindaco Antonio Azzollini e un improbabile assessore al centro storico, vantano nei loro comunicati propaganda di voler rilanciare il centro storico, in realtà, la situazione è quella descritta da un lettore a “Quindici” con le foto della sua casa, che mostrano in che condizioni vive la sua famiglia., che viene continuamente presa in giro con promesse mai mantenute.

Il sig. Nicola Abruzzese ha inviato anche a Fabio e Mingo di “Striscia la notizia” questa lettera di denuncia.
 
Ecco cosa scrive il sig. Abruzzese:
«Gentile Redazione di “Quindici”, Vi giro la lettera che ho inviato alla Redazione di Striscia e a Fabio e Mingo. Vivo assieme a mia moglie e a quattro figli nello stabile di via Preti che circa un anno fa ha subito un crollo passando alla ribalta delle cronache. Da allora però per noi nulla è cambiato, anzi. La mia famiglia da tempo è ignorata dal Sindaco Antonio Azzollini che continua ad evitarci e a prenderci in giro. Vogliamo solo che i nostri diritti e quelli dei nostri bambini siano rispettati ma questa non è la prerogativa del Comune di Molfetta. Non chiediamo la luna ma solo un confronto con chi governa e più attenzione verso chi come noi vive in condizioni disagiate.

Ringraziandovi per l'attenzione Vi saluto cordialmente
Nicola Abruzzese
 
Gentile Redazione, sono un cittadino residente a Molfetta in una casa di proprietà comunale. Attualmente per varie vicissitudini mi trovo agli arresti domiciliari.
Dal 2002 abito assieme alla mia famiglia (composta da mia moglie e da quattro figli rispettivamente di 10, 7, 3 e 3 anni) in un alloggio comunale concessomi in base alle leggi che disciplinano le modalità di assegnazione delle case destinate alle famiglie con disagi economici. In data 2002 appiano preso possesso del suddetto stabile quando avevamo ancora soltanto un figlio a carico. Nel contempo l'entità della nostra prole è aumentata e con essa sono aumentati sia i disagi economici e sia le difficoltà dovute ad un alloggio piccolo se proporzionato al numero dei componenti del nucleo familiare. 
In data 12 dicembre 2006 assieme a mia moglie, Romina Iannelli, ho inoltrato una richiesta formale al Comune di Molfetta avente come causale la richiesta di assegnazione di un nuovo e più adeguato alloggio di proprietà comunale. In data 21 febbraio 2007 è arrivata "puntuale" la risposta del Comune di Molfetta che ci ha comunicato che non vi erano appartamenti liberi in quel periodo ma si riservava di assegnarcene uno non appena ce ne fosse stata disponibilità. 
Alla fine dell'agosto 2010 la palazzina in cui abitiamo ha subito dei crolli alla facciata esterna e nel contempo si è fortemente deteriorata all'interno senza che nessuno del Comune intervenisse nonostante le nostre sollecitazioni. I rappresentanti comunali si sono decisi ad intervenire solo dopo il principio di crollo e dopo la protesta delle altre famiglie che come noi occupano lo stabile comunale.
Il Sindaco Antonio Azzollini, che è anche Senatore e Presidente della Commissione Bilancio del Governo, e l'Amministrazione incontrarono le famiglie dello stabile assieme a noi promettendo immediati interventi alla struttura. Tutte le famiglie siglarono un accordo con il Comune di Molfetta ma noi ci rifiutammo dato che chiedevamo a gran voce un alloggio più consono per i nostri bambini. Il Sindaco allora mi promise personalmente che ci sarebbe stato un ulteriore incontro per discutere circa le nostre richieste. Ad oggi questo incontro non si è mai concretizzato. Nel frattempo però il Comune di Molfetta ha eseguito dei lavori alla facciata esterna del nostro palazzo e all'interno degli appartamenti dei condomini che a differenza nostra avevano accettato la proposta del Sindaco. Perché non sono stati effettuati i lavori nella nostra abitazione? Ve lo dico io il perché! La vera motivazione sta nel fatto che ci siamo ribellati chiedendo solo un alloggio migliore per i nostri figli dato che non possiamo permettercelo. E' una colpa chiedere di far rispettare i nostri diritti?
Ultimamente per più volte abbiamo cercato di ottenere un appuntamento con il Sindaco ma lui ogni volta ci ha evitati e quando non lo ha fatto ci ha solo presi in giro. Non sappiamo come fare a gridare ad alta voce la nostra situazione. Abbiamo bisogno di essere ascoltati perché la situazione ormai sta diventando inammissibile. La nostra casa sta cadendo a pezzi ma il Comune non fa nulla per tutelarci infischiandosene di quanto sta accadendo. Ultimamente si stanno liberando diversi alloggi comunali ma il Comune ha deciso paradossalmente di destinarli ad uso pubblico. E a tutte quelle famiglie che come noi hanno bisogno di un tetto adeguato non hanno pensato?
Sperando di averVi spiegato bene la situazione confido in un vostro immediato intervento.
Vi allego alcune foro eloquenti che documentano la situazione attuale in cui vivono i nostri figli.
Cordialmente».
Nicola Abruzzese
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