“Quindici” propone ai suoi lettori, in occasione della Giornata della donna, questa bella riflessione della più piccola collaboratrice della redazione, Maria Alice Agrimi de Candia (11 anni)
Oggi, 8 marzo, nel mondo si celebra la Giornata Internazionale dei diritti della Donna, o semplicemente la Giornata della Donna.
Mai come quest’anno occorre ricordare, festeggiare e onorare questa giornata.
Gli ultimi mesi sono stati particolarmente difficili per il mondo intero, ma lo sono stati sicuramente di più per le donne.
Studi statistici dimostrano che in quest’ultimo anno le donne sono state maggiormente penalizzate in ambito lavorativo a causa della crisi causata dalla pandemia da COVID.
Tante aziende a conduzione femminile hanno dovuto chiudere la propria attività.
Tante donne sono state licenziate.
Tante donne hanno perso la propria sicurezza lavorativa.
Nessuna donna però, ne sono sicura, ha perso la propria forza.
Le donne dell’ultimo anno si sono ritrovate all’improvviso a gestire una nuova vita, una famiglia segregata in casa, magari in ristrettezze economiche, dei figli costretti a casa dal lockdown.
È nota la capacità di resilienza delle donne, ma quest’ultimo periodo è stato davvero tragico.
La precarietà economica familiare è diventata routine e anche in questo caso le donne se ne sono sobbarcate l’onere.
Noi figli siamo stati obbligati a rimanere a casa in didattica a distanza e abbiamo stravolto ancora di più gli equilibri familiari costruiti faticosamente fino ad allora.
Ma le nostre mamme hanno permesso anche questo, sono riuscite a fare anche questo, rinunciando a ogni loro priorità.
Mia madre ha faticato tanto per incastrare i suoi impegni lavorativi alle mie nuove necessità.
Ci sono stati giorni in cui non sapeva davvero dove lasciarmi per andare al lavoro, ma ce l’abbiamo fatta, insieme, sempre mano nella mano.
La forza delle donna sta in questo, nella capacità di non arrendersi mai, nella loro capacità di sopportare ogni avversità.
Mia madre me lo ricorda sempre quando sono scoraggiata o quando penso di non essere pronta ad affrontare qualcosa, mi incoraggia a non arrendermi mai.
Questo è il miglior insegnamento che una mamma può dare a suo figlio.
Oggi voglio festeggiare tutte le donne che in qualche parte del mondo purtroppo sono maltrattate.
Le donne sono e saranno le fondamenta per la costruzione di una famiglia.
Le donne sono le rotaie di una ferrovia ad alta velocità.
Sono gli ingranaggi di un orologio di massima precisione.
Sono i petali di una rosa profumata e bella.
Vorrei festeggiare tutte le bambine e tutte le giovani donne che non hanno avuto la mia stessa fortuna, che non vivono in libertà e non ne conoscono il significato.
Vorrei tanto donare a ognuna di loro un pizzico della mia libertà, del mio benessere e della mia fortuna.
Vorrei poter dire loro le stesse parole che mia madre mi ripete costantemente: “Sii forte e non arrenderti mai”.
Maria Alice Agrimi de Candia
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