Domani al Teatro del Carro di Molfetta in scena il flamenco con Sabrina Loguè e Stefano Arrigoni
MOLFETTA – Domani venerdì 8 aprile, in due turni (alle 20 e alle 21,30), al Teatro del Carro di Molfetta (via Giovene 23), prosegue la rassegna «Flamenco a teatro», curata dall'associazione Flamenco del Sur (direzione artistica di Daniela Mezzina), in collaborazione con l'associazione Dicunt e il Carro dei Comici. Sul palco si esibirà la “bailaora” Sabrina Loguè, con il suo "alter ego" maschile, il bailaor Stefano Arrigoni "El Farrubio" (foto), in scena con la cantora Rosarillo e il chitarrista Davide Cervellino. A narrare la suggestione dell'universo flamenco saranno le voci recitanti di Pantaleo Annese e Francesco Tammacco. Infotel biglietti e abbonamenti: 329.985.09.91.
Coppia nella vita come sul palcoscenico, i due artisti romani daranno vita ad una serata unica all'interno della rassegna di “Flamenco a Teatro”, mettendo in scena i loro due stili in una suggestiva fusione. L'incontro di Sabrina Loguè e Stefano Arrigoni si sviluppa in una carica artistica e flamenca di formidabile potenza espressiva, con la musica evocativa di Davide Cervellino e la graffiante voce di Rosarillo, a completare un quadro teatrale che fornirà momenti di grande intensità. Entrambi sono fondatori di una delle più importanti Accademie di flamenco in Italia, El Rio Andaluz, con sede a Roma.
Altrettanto significativa la presenza degli attori Pantaleo Annese e Francesco Tammacco: nel loro "racconto" flamenco sanno sapientemente amalgamare la propria voce all'azione scenica dei ballerini e dei musicisti. Il loro è uno straordinario viatico per un viaggio poetico all'interno del flamenco, attraverso liriche e “letras”.
Il prossimo appuntamento - sempre al Teatro del Carro di Molfetta – si svolgerà venerdì 22 aprile, con la bailaora Giorgia Celli (con Rosarillo e la chitarra di Sandro Floridia).
La rassegna nasce dall'intento di Daniela Mezzina di dedicare uno sguardo più approfondito al panorama artistico italiano del genere flamenco. Già promotrice del festival internazionale «Vento flamenco...veleggiando tra mare e culture mediterranee», tenutosi sempre a Molfetta nelle prime due edizioni, l'associazione Flamenco del Sur vuole raccontare quest'arte meravigliosa, uscendo dagli stereotipi, per mostrarla in tutte le sue evoluzioni. Dunque anche con la necessità di indagare sulle personalità artistiche italiane che hanno saputo tradurre su di sé un percorso autentico, senza copiare ciò che gli artisti spagnoli già così bene esprimono, bensì cercando la propria identità e dimensione artistica per potercela porgere. D'altra parte il flamenco è definitivamente uscito dai confini strettamente spagnoli: dal 2010 è stato dichiarato patrimonio immateriale dell'umanità dall'Unesco.
«Vogliamo mettere a confronto l'aspetto più tradizionale del flamenco con la sua espressione più attuale – spiega la direttrice artistica di “Flamenco a teatro” - , perché questa è un'arte che non smette mai di rinnovarsi, riuscendo così da sempre a non restare confinata nel suo aspetto folklorico. È un'arte che nasce “contaminata” e che non ha mai smesso di contaminarsi: basti pensare al flamenco-jazz, al flamenco-rock o al flamenco-blues, oltre a tanta produzione prima di tutto musicale e poi teatrale, che si nutre di contaminazione tra generi, come avviene anche nella sua forma danzata. La rassegna desidera mettere a nudo artisticamente i nostri artisti ospiti, proprio partendo dalla formula di spettacolo flamenco più scarna e spontanea, ovvero quella dei “tablao”: la parola indica letteralmente la tavola di legno su cui gli artisti si esibiscono da quando approdarono a forma di spettacolo nei cosiddetti “Café Cantante”, verso la fine dell'800. Chiamiamo la rassegna «Flamenco a Teatro» perché abbiamo trovato nel luogo fisico del Teatro del Carro di Molfetta il luogo ideale per una dimensione intima e raccolta del flamenco, che si richiama molto a quella tipica del tablao. E poi perché abbiamo introdotto un elemento proprio del teatro che è la voce recitante con l'intento di accompagnare il pubblico anche con le parole, nella suggestione flamenca.