Domani a Molfetta iniziativa politica per ricordare Benedetto Petrone, giovane comunista ucciso dai fascisti
MOLFETTA – Domani, giovedì 26 novembre, alle ore 19 in Piazza Paradiso a Molfetta a cura del Collettivo politico 26x1, si terrà la manifestazione “I giorni di Benedetto” per ricordare la figura di Benedetto Petrone, giovane comunista ucciso dai fascisti a Bari il 28 novembre 1977.
«Il Collettivo Politico 26x1 – dice un comunicato - vuole configurarsi come un nuovo percorso che riporti la politica per le strade e le piazze della città, per ricostruire conflitto tornando a creare reti di comunità collettiva.
Come studenti e studentesse, lavoratrici e lavoratori, intendiamo rimettere al centro il carattere di classe e i rapporti di sfruttamento, oppressione e repressione che oggi caratterizzano i luoghi in cui ci formiamo, scuola e università, e i posti di lavoro che ci troviamo ad occupare (o dis-occupare) per permetterci di vivere e studiare.
A partire da principi di antirazzismo, antifascismo e antisessismo, vogliamo agire per contribuire a ribaltare i rapporti di forza all'interno di questi contesti, controinformando, mettendo assieme politica della cultura e cultura politica, generando pratiche di reale contropotere per cambiare lo stato di cose esistenti.
Il binomio che tiene assieme memoria storica e antifascismo militante sarà quanto caratterizzerà "I giorni di Benedetto", iniziativa che avrà luogo giovedì 26 novembre, a partire dalle ore 19, presso Piazza Paradiso 20.
Ricorderemo la figura politica e rivivremo gli anni di militanza di Benedetto Petrone, giovane, comunista e antifascista ucciso a Bari, per mano fascista, il 28 Novembre 1977 grazie agli interventi di Luca Basso, Presidente ARCI Bari, e Pasquale Martino, Direttivo provinciale ANPI Bari. A seguire verrà proiettato il documentario "Benny Vive!", prodotto e diretto da Francesco Lopez.
Oggi Benedetto Petrone, ragazzo diciottenne tesserato alla FGCI (Federazione Giovanile Comunista Italiana), chiamato affettuosamente "Benny" da compagni e compagne di allora e di oggi, avrebbe poco più di cinquantacinque anni.
Avrebbe, perché la sera del 28 novembre 1977, una squadraccia fascista, uscita armata di coltelli e manganelli dalla sezione "Passaquindici" del Movimento Sociale Italiano per un agguato premeditato, lo colse in Piazza Prefettura a Bari, attardato dalla poliomelite che lo affliggeva sin da piccolo, e lo uccise brutalmente con sprangate e fendenti.
Il giorno successivo oltre 50.000 baresi e non solo avrebbero riempito le strade del capoluogo pugliese, manifestando il proprio sdegno per la violenza fascista.
Giornate come quella del 28 novembre negli anni Settanta italiani, segnati da stragi di Stato e silenzi istituzionali, sono state la realtà vissuta sulla propria pelle da un'intera generazione: manifestare a difesa dei diritti sul posto di lavoro, per un'istruzione pubblica e più a misura di studente o per l'emancipazione femminile e delle minoranze sociali poteva in quei giorni, per mano fascista o per mano delle forze dell'ordine, costare la vita.
In un presente in cui è diffusa la perdita di memoria, in cui si manipolano le parole, i segni e le coscienze, è fondamentale mantenere vivo il ricordo della nostra storia all'insegna dei valori di libertà e uguaglianza sorti dalla guerra di liberazione dal nazifascismo».